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«Si era appena fidanzata, che belli insieme»: gli amici piangono Claudia, morta a 28 anni

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Una bella foto di Claudia, morta a 28 anni dopo il terribile incidente stradale di viale Boccaccio

Livorno: l’architetta, vittima dello schianto, è figlia di un professore universitario apprezzato in tutto il mondo per i suoi studi. In coma il fidanzato  

LIVORNO. Si erano conosciuti da pochi mesi, scegliendosi, perché erano fatti l’uno per l’altro. Un fidanzamento bellissimo, spezzato domenica scorsa dal terribile schianto a bordo di uno scooter sul viale Boccaccio. Lei  - Claudia Ferrannini, 28 anni, architetta pisana laureata a Torino – è morta sul colpo, sbalzata dal motorino che ha urtato il cordolo di fronte all’ingresso della sede secondaria della questura e finita contro un albero. Lui – Emanuel Donghia, trentenne livornese rientrato da poco in Italia dopo aver lavorato in giro per il mondo – in prognosi riservata nel reparto di rianimazione a causa di un trauma cranico.

L'INCIDENTE

I due con ogni probabilità stavano tornando a casa del ragazzo, percorrendo viale Boccaccio verso nord. Erano le 21.45 quando è avvenuto l’incidente. La polizia municipale, che indaga sull’accaduto, non è ancora riuscita a capire chi guidasse, visto che non ci sono testimoni. Forse Donghia, visto che lo scooter è intestato a un suo familiare. Il giovane, dopo le esperienze all’estero, prima della quarantena è rientrato in Italia trovando lavoro come pony-express con Deliveroo, un portale per le consegne del cibo a domicilio.

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IL RITRATTO DI CLAUDIA

Lei, architetta, era entrata in uno studio a Pisa: aveva quattro sorelle e un fratello. Conosciutissima in città, suo padre è il medico e professore universitario Eleuterio Ferrannini, endocrinologo di fama mondiale premiato per «i contributi fondamentali alla comprensione della patogenesi del diabete di tipo 2 e delle comorbidità correlate at traverso indagini cliniche» dalla Banting Medal for Scientific Achievement. La mamma, invece, ha insegnato matematica nel carcere Don Bosco, portando al diploma tanti detenuti.

In lacrime le amiche appena hanno saputo della notizia: «Uscivamo spesso in gruppo con altre ragazze, era molto legata una mia cara amica – così la ricorda la pisana Matilde Ripetti Pacchini – Claudia era una persona con un’energia unica, molto solare e positiva, sempre sorridente. Una di quelle persone che ti chiede come stai e poi ascolta davvero la tua risposta. Amava viaggiare, era una persona genuina e aperta a nuove avventure. Entusiasta della vita, il che fa ancora più male».

Durante il suo percorso professionale aveva lavorato come architetta anche in Costa Rica, dov’è rimasta da sola un anno e mezzo. A Pisa aveva partecipato anche alle manifestazioni per i diritti delle donne: «Era un’architetta, era felice era buona come il pane – afferma una sua amica, Eva Gandellini – Solare, era innamorata dei suoi fratelli e dei suoi genitori. Sempre pronta ad aiutare tutti indistintamente, era innamorata del suo ragazzo, era piena ancora di cose da fare. Era la voglia di vivere in persona, spiritosa: una meraviglia». 

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