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3 novembre 2020 – Notiziario in genere

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

WTO, la guida dell’istituzione è destinata a passare per la prima volta a una donna: l’ex ministra delle Finanze della Nigeria o l’attuale ministra del Commercio della Corea del Sud? Taiwan: 200 coppie per le prime nozze omosessuali militari. In Australia un ex giocatore di rugby rivela la sua omosessualità: è il primo rugbista a dichiararlo pubblicamente. 120 anni di carcere per Keith Raniere, il fondatore del culto delle schiave sessuali Nxivm. Ventuno donne denunciano la Court of Master Sommeliers, elite dei sommelier negli Stati Uniti.

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Wikimedia Commons/Remy Steinegger for World Economic Forum | Ngozi Okonjo-Iweala

Un’ex ministra nigeriana potrebbe guidare l’Organizzazione mondiale del commercio: sarebbe la prima donna

A mettere i bastoni tra le ruote ci sono gli Stati Uniti di (almeno per il momento) Donald Trump. Ma Ngozi Okonjo-Iweala, ex ministra delle Finanze della Nigeria, “rischia” davvero di diventare la prossima guida dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto): gli ambasciatori dell’istituzione hanno infatti presentato il suo nome. A darne notizia tra le prime testate è stata la Bbc Africa: se confermata − si legge − l’ex ministra nigeriana sarebbe la prima donna e la prima persona africana a capo del Wto.

Il nome e la candidatura dell’economista nigeriana sono però in contrasto con la posizione americana, che invece supporta la nomina di Yoo Myung-hee, candidata della Corea del Sud e attuale ministra del Commercio nel suo Paese. Il Wto spera che si trovi un accordo per il mese prossimo, in occasione della riunione del Consiglio generale. Il precedente capo dell’Organizzazione mondiale del commercio, il brasiliano Roberto Azevêdo, si è dimesso ad agosto, un anno prima del previsto, lanciando un allarme: a suo dire l’istituzione rischia di non sopravvivere in assenza di riforme. L’Organizzazione mondiale del Commercio si è impegnata in azioni di cambiamenti nel corso della pandemia di Coronavirus e nell’ambito della guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali, Stati Uniti e Cina.

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La ministra sud coreana Yoo Myung-hee

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Wikimedia Commons/Kokuyo | Il Pride di Taiwan, 2016

Cerimonia di massa con matrimonio per 200 coppie dello stesso sesso

Nei giorni scorsi 200 coppie dello stesso sesso hanno partecipato a Taiwan a un matrimonio di massa organizzato dai militari sventolando bandiere arcobaleno. Le coppie hanno aderito a questa iniziativa che conferma come l’isola sia un vero e proprio punto di riferimento per la comunità Lgbtq asiatica. Proprio a Taiwan, ve lo abbiamo raccontato su queste frequenze qualche tempo fa, c’è la prima ministra al mondo nel suo ruolo istituzionale a dichiararsi apertamente transgender: la 39enne Audrey Tang.

Taipei è stata, a maggio dello scorso anno, la prima nazione nell’area ad approvare una legge a tutela delle nozze omosessuali, a conclusione di una dura lotta politica. La cerimonia di massa con le 200 coppie si è tenuta nella contea settentrionale di Taoyuan in una cerimonia all’aperto. Dall’entrata in vigore della legge più di 4mila coppie hanno registrato le loro unioni.

Negli ultimi dieci anni l’isola è diventata sempre più aperta e progressista in tema di diritti gay e Taipei ospita di gran lunga la più grande parata annuale arcobaleno Lgbtq.

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Twitter/Revetir en Femme | Dan Palmer

Il coming out del rugbista

Dan Palmer è il primo ex giocatore nazionale australiano di rugby a rivelare la sua omosessualità e il secondo in tutto il mondo tra i professionisti di questo sport, dopo il coming out del giocatore del Galles Gareth Thomas nel 2009. Quello di Palmer è quindi un caso raro di coming out in uno sport che, a livello professionistico, ha visto, sempre in Australia, la star del rugby Israel Folau licenziata nel 2019 dalla commissione disciplinare della Federazione australiana rugby per le sue posizioni omofobe. Ad aprile dello scorso anno Folau, fervente cristiano evangelico, aveva scritto su Instagram: «Ubriachi, omosessuali, adulteri, bugiardi, fornicatori, ladri, atei, idolatri, l’inferno vi aspetta. Pentitevi! Solo Gesù può salvarvi».

«Ero intrappolato in una storia falsa e non vedevo via d’uscita. Molte notti piangevo fino a quando non mi addormentavo e prendevo regolarmente un cocktail pesante di oppioidi»: sono queste le parole con cui Palmer, 32 anni, ha raccontato sul Sydney Morning Herald la sua storia. «Ho sognato di scomparire, cambiare nome e ricominciare la mia vita», aggiungendo che «non era esagerato dire che morire sarebbe stato meglio che lasciar trapelare la mia omosessualità. La battaglia è stata prima di tutto contro me stesso».

120 anni per sfruttamento della prostituzione e traffico di esseri umani a Raniere, guru della setta delle schiave sessuali Nxivm

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Keith Raniere

Keith Raniere, il fondatore del culto delle schiave sessuali Nxivm, passerà il resto della sua vita in prigione. È quello che ha sentenziato il giudice distrettuale della Corte Federale di Brooklyn, che ha condannato l’uomo, oggi sessantenne, a 120 anni di carcere per sfruttamento della prostituzione, anche di una minore, associazione a delinquere e traffico di esseri umani. Per il giudice, Nicholas Garaufis, i crimini di cui Raniere si è macchiato sono «crudeli, perversi ed estremamente gravi». Non solo: Raniere «rimane impassibile. Anzi, conferma la sua innocenza», e questo «nonostante tutto quello che è successo e nonostante le innumerevoli vittime che hanno dato voce al loro grande dolore».

L’uomo continua ad affermare che le vittime che hanno testimoniato dei suoi abusi «sono delle bugiarde». Si tratta di quindici donne che in tribunale hanno deposto contro il 60enne, tra loro c’è anche una ragazza che lo ha accusato di sfruttamento sessuale di minore. Aveva infatti, racconta, 15 anni − e lui 45 − quando hanno iniziato ad avere rapporti sessuali. Raniere le scattava anche delle foto nuda. «Mentre nascondeva la nostra relazione sessuale agli altri, mi diceva che ero molto matura per la mia età. E ora so che era falso, ero una bambina», racconta la donna oggi trentenne.

Nxivm è una organizzazione basata ad Albany, nello stato di New York, e fondata da Raniere con la finalità − come copertura − di aiutare le donne a superare momenti difficili. Secondo quanto ricostruito in tribunale, si sarebbe piuttosto trattato di una copertura per un gruppo segreto. Come funzionava? Si basava su una struttura piramidale per sfruttare le adepte a livello lavorativo e sessuale. In cima alla piramide c’era il sedicente ‘guru’ Raniere e con lui anche Allison Mack, 35 anni, conosciuta ai più per la sua interpretazione di Chloe Sullivan in “Smallville”, nota serie tv USA legata alle avventure di Superman e andata in onda dal 2001 al 2011. La decisione contro Mack è stata rimandata la scorsa primavera a causa della pandemia.

21 donne contro l’elite del vino americana per molestie

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Pxhere

Ventuno donne hanno presentato denuncia contro l’elite dei sommelier americana, la Court of Master Sommeliers: affermano di essere state molestate e di essersi viste chiedere favori sessuali in cambio della partecipazione al programma. Una realtà diffusa all’interno dell’organizzazione, i cui capi ne sarebbero − e da tempo − a conoscenza. La notizia è stata pubblicata nei giorni scorsi da The New York Times, che ha raccontato i casi delle donne molestate.

Quello di Master sommelier, scrive The  New York Times, è il titolo più prestigioso nel mondo del vino americano e chi lo porta a casa entra a far parte dei ranghi più influenti e pagati della professione. Dal 1997 solo 155 persone ce l’hanno fatta: tra loro 131 uomini. Court of Master Sommerliers e GuildSomm, l’organizzazione affiliata che si occupa della formazione, sono state travolte da 12mila richieste di nuove candidature da quando è andato in onda, nel 2012, il documentario Somm.

Molte delle candidature sono di donne che si sono trovate però davanti a una realtà difficile, fatta di molestie e soprusi. Nelle denunce delle 21 donne riportate da The New York Times c’è il trattamento ricevuto da Fred Dame, il primo master sommelier americano e fondatore della Court of Master Sommeliers, e Geoff Kruth, uno degli insegnanti di primo piano dell’organizzazione che si è dimesso dal suo ruolo nei giorni scorsi.

In copertina DFID – UK Department for International Development/ Graham Carlow | Ngozi Okonjo-Iweala

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