Stampa

i diritti umani sono sempre più a rischio

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Libertà di espressione, di movimento, diritto al lavoro e alla salute, libertà di culto e associazione, diritto all'istruzione... Siamo abituati ad averle a portata di mano le nostre libertà, così come i nostri diritti. Le esercitiamo continuamente e, dentro alle norme che le tutelano, ci stiamo bene, tanto che spesso non ci ricordiamo nemmeno che non è poi così scontato vivere in Paese democratico. Ora, però, queste libertà ci sono state tolte per tutelare (giustamente) la collettività ed ecco che la loro importanza fondamentale torna a farsi sentire. Per quanto il Diritto Internazionale preveda e regoli anche casi di emergenza come questo, la pandemia ha mostrato come, in tempi di crisi, i diritti umani rischino spesso di venire calpestati. Un conto è, infatti, limitare le libertà dei cittadini nel rispetto delle leggi e senza violare i diritti fondamentali. Altra cosa è finire per violare i diritti umani in nome dell'emergenza sanitaria. È sempre una questione di delicato bilanciamento: da un lato il pericolo eccezionale, dall'altro i diritti da tutelare. Eppure sono già molti i casi di (gravi) violazionicompiute sull'onda della pandemia in diversi Paesi e denunciarli risulta più che mai doveroso.

Gli ambiti in cui gli osservatori per i diritti umani hanno rilevato violazioni sono i più svariati. Molti governi, dalla Cina, all'Etiopia, dalla Polonia all'Ungheria hanno innanzitutto limitato la libertà di espressione e di stampa. Al momento nelle Filippine, i giornalisti Mario Batuigas e Amor Virata di Latigo News TV rischiano due mesi di carcere per un reportage sul Covid-19 mentre in Venezuela, i giornalisti Darvinson Rojas di TW e Beatríz Rodríguez di Verdad de Vargas sono stati arrestati per avere documentato il contagio a Caracas. L'idea di facciata è spesso quella di "evitare il panico", ma in questo modo si viola il diritto dei cittadini alla libera informazione, vengono insabbiate notizie e attuate misure repressive, il tutto in un momento in cui risulta particolarmente importante la trasparenza la condivisione di dati scientifici con la comunità internazionale.

I diritti delle donne, poi, sono stati ampiamente minacciati da questa crisi (come quelli della comunità LGBtQA+ del resto, vedi il caso dell'Ungheria, ndr). Il diritto all'aborto - continuamente osteggiato - ha subito forti ripercussioni tanto che negli Stati Uniti i governatori di Texas e Ohio hanno ordinato alle cliniche di sospendere le procedure mediche di interruzione di gravidanza in quanto considerate "non necessarie". Anche il Polonia la situazione è grave perché un disegno di legge vorrebbe ridurre al minimo le situazioni in cui una donna può ricorrere legalmente all’aborto oltre che penalizzare ogni forma di educazione sessuale. La proposta è talmente grave che le attivista polacche hanno manifestato nonostante il lockdown mantenendo le distanze, urlando slogan dalle macchine e appendendo striscioni per la città di Varsavia. In Ungheria, poi, il parlamento ha recentemente deciso di non ratificare la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica sostenendo che proponga un approccio inaccettabile sul "genere".

Sono in molte le attiviste femministe che sostengono che queste iniziative che vanno a violare importanti diritti femminili stiano traendo vantaggio da una situazione di emergenza che impedisce ai diretti interessati di far sentire la propria voce. Il rischio dunque è che, invece di mirare ad un futuro più giusto e inclusivo si torni indietro. La Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić su questo parla chiaro: "Il virus sta distruggendo un gran numero di vite umane e molto di tutto ciò che abbiamo di più caro. Non dobbiamo permettere che distrugga i nostri valori fondamentali e le nostre società libere".

Sempre tra le fasce più a rischio, poi, ci sono i bambini. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria, circa un miliardo e mezzo di bambini sono a casa da scuola con tutte le conseguenze che ne derivano a livello di violenza domestica, accesso all'alimentazione e alla sanità (ne ha parlato spesso anche Angelina Jolie, ndr). La loro istruzione inoltre non viene sempre garantita perché non tutte le famiglie possiedono i mezzi necessari all'home schooling (secondo l'Istat, in Italia un terzo delle famiglie non possiede un computer).

Alcuni governi di stampo autoritario, poi, hanno approfittato della situazione di emergenza per assumere maggiori poteri e, in questo modo reprimere duramente ogni opposizione tramite arresti arbitrari e di massa. Episodi del genere sono avvenuti ad esempio in Cambogia dove secondo Nicholas Bequelin, direttore regionale di Amnesty International "le autorità hanno usato la pandemia di Covid-19 come scusa per sopprimere ulteriormente e detenere gli oppositori del governo".

Queste violazioni legate alla crisi sanitaria vanno a colpire specialmente le categorie più deboli, povere e marginalizzate, dagli anziani, ai rifugiati alle popolazioni indigene. In Brasile, ad esempio, è stato lanciato l'allarme perché le comunità indios dell'Amazzonia stanno subendo gravissime perdite a causa del contagio, senza avere i mezzi adeguati per combattere il virus. Nel frattempo L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, stima che siano 167 i Paesi che, a oggi, hanno imposto la chiusura totale o parziale delle proprie frontiere per contenere la diffusione del virus. Questo espone molto i rifugiati che spesso vivono in situazioni di conflitto rischiando la vita o sono ospitati in campi profughi dove non è possibile garantire adeguati interventi sanitari. "I principi fondamentali in materia di protezione dei rifugiati attualmente sono messi a dura prova", spiega Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, "tuttavia, a coloro che sono costretti a fuggire da conflitti e persecuzioni non deve essere negata la possibilità di mettersi in salvo e ottenere protezione col pretesto, quand’anche si tratti solo di un effetto collaterale, della lotta contro il virus".

Insomma, sembrerebbe proprio che nelle ultime settimane, tra le altre cose, si stia facendo un passo indietro anche sui diritti umani. Teniamolo a mente, e non smettiamo di parlarne.

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna