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Qualcuno ti dirà “Sii bella e stai zitta”, ma tu non farlo, mai

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

C’è stato un tempo in cui non era così scontato che una madre desiderasse avere una figlia femmina. Era quello il periodo in cui nascere donna faceva quasi paura perché equivaleva a un destino di sottomissione assoluta alla famiglia e agli uomini, una vita di subordinazione

Figlia mia, mi auguro tu sia donna“, una frase forse che le mamme delle nostre nonne non pronunciavano a cuor leggero, perché loro lo sapevano che nascere donna in una società di uomini era una sofferenza. Loro guardavano a quelle eroine forti, coraggiose e ribelli che combattevano per le altre donne, che si facevano portavoce di diritti e uguaglianze.

Le cose oggi sono cambiate, certo, eppure c’è ancora una parte di società che silenziosamente e subdolamente offende le donne. Si tratta dell’eco di quella visione maschilista che permea ancora le menti di quelli che sostengono che l’universo femminile sia inferiore.

“Sii bella e stai zitta”, una frase che fa rabbrividire soltanto a scriverla, impossibile da pronunciare dopo tutte le guerre e le battaglie che sono state combattute. Assurda, persino da leggere, se pensiamo a quanto oggi siamo forti, indipendenti, coraggiose e ribelli.

Eppure no, c’è ancora qualcuno che pensa che la donna sia solo una femmina, alla stregua di un animale, portando avanti uno stereotipo vecchio e obsoleto che immagina le protagoniste del mondo femminile come creature utili solo a sposarsi, fare figli e stare a casa. Siamo davvero ancora considerate così?

La visione uomo centrica esiste ancora, seppur confinata ai margini della società occidentale. Ecco perché in quelle menti, la donna italiana deve ancora rispettare quei canoni di bellezza imprescindibili per risultare bella e attraente agli occhi dell’uomo, perché, sempre per loro, è solo questo che siamo.

Alcune donne ogni tanto lo fanno, cedono a quel ricatto silenzioso del senso di colpa imposto da quegli uomini, come se occuparsi della carriera o dedicarsi a ciò che si ama equivalesse ad essere una cattiva madre, o una moglie assente. Ma non siamo forse libere di scegliere? Davvero c’è qualcuno che ancora ci considera complete solo se sposate o se madri?

C’era un tempo in cui dire “mi auguro tu sia donna” faceva paura. Oggi invece noi ce lo auguriamo, di essere donne e di guardare in faccia chi oserà dirci “sii bella e stai zitta” per poterlo mettere a tacere, per scegliere sempre, oggi e domani, la libertà personale.

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