Usa, Camera approva una risoluzione di condanna per i commenti di Trump su 4 deputate
La Camera americana si è spaccata dopo un dibattito feroce. La risoluzione voluta dai democratici è stata approvata con 240 voti a favore e 187 contrari: solo quattro repubblicani si sono uniti ai democratici nel condannare il presidente americano per i "commenti razzisti che hanno legittimato e aumentato i timori e il disprezzo".
Trump, secondo indiscrezioni, avrebbe seguito il voto incollato alla tv e per seguirlo passo a passo avrebbe cancellato anche alcuni appuntamenti. Nonostante i tentativi repubblicani di bloccare il provvedimento, la Camera ha dato il suo via libera in uno schiaffo deciso e forse senza precedenti a Trump. La risoluzione approvata, secondo alcuni osservatori, potrebbe ora essere utile a contrastare Trump e le sue politiche nei tribunali americani, soprattutto sul fronte dell'immigrazione, tema caro al presidente. Il partito repubblicano ha tutto sommato superato il test del voto, mostrandosi compatto dietro al suo presidente e seguendo la linea dettata dal leader del Senato, Mitch McConnel. Dopo un assordante silenzio durato giorni, McConnell è finalmente uscito allo scoperto e affermato che il presidente "non è razzista".
Il deputato democratico del Texas Al Green ha presentato alla Camera la sua risoluzione per l'impeachment di Donald Trump in seguito ai suoi commenti razzisti nei confronti delle deputate progressiste appartenenti a minoranze. Non è la prima volta che Green intraprende questa strada: l'obiettivo del deputato è spingere la Camera ad affrontare il nodo dell'impeachment nel breve termine vista la natura 'privilegiata' della risoluzione. L'iniziativa di Green è simbolica e appare sicuro che non sfocerà in nessun voto. La mossa si differenzia dalla richiesta avanzata da 80 membri della Camera di lanciare un'indagine per un possibile impeachment di Trump.
L'attacco di Trump alle neodeputate "colpevoli" agli occhi del presidente di aver difeso i diritti dei migranti, ha scatenato un puriferio negli Stati Uniti ma anche fuori dai confini nazionali. A Trump ha risposto con durezza la premier britannica, Theresa May: le parole del presidente americano sono "completamente inaccettabili". La questione razziale è dunque tornata a dominare il dibattito politico americano.
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