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Un giorno nella vita della street artist queer Johanna Toruño

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Appena inizia a fare più caldo, gira a Manhattan con lo zaino in spalla, ormai sbrindellato e macchiato di colla, pieno di poster.

Quando trova un posto vuoto su un muro, o un lampione o una buca delle lettere in una zona molto affollata, si ferma. Tira fuori dalla borsa una lattina di colla vegetale, un pennello e un mucchio di poster rosa.

Mentre espone la sua arte, ricorda gli eroi LGBTQ del passato. Dice che i gay di colore venuti prima di lei le hanno dato il coraggio di farsi sentire. Come loro, la sua arte è coraggiosa e impenitente.

“All’inizio, il Pride non aveva niente a che fare con l’arcobaleno. Ma con il lancio di un mattone,” dice Toruño, ricordando i moti di Stonewall del 1969, che segnano la nascita dell’odierno movimento per i diritti LGBTQ. “Il Pride riguardava trans nere e latine che si opposero allo stato di polizia e alle identità politiche che si cercava di affibbiare loro.”

Toruño, orgogliosamente latina, ha ideato “The Unapolegetic Street Series”, di cui segue anche la direzione creativa. Scende per le strade di New York dove, servendosi di messaggi di orgoglio e ribellione, punta a un confronto diretto con le persone, che a loro piaccia o meno.

 

Occupando degli spazi pubblici per presentare la sua arte, spera di promuovere un il dialogo all’interno della comunità e rendere omaggio alle donne nere e latine con una mostra aperta a tutti.

“In un certo senso, non ci rendiamo conto che il movimento LGBTQ iniziò proprio a spese delle donne trans di colore,” afferma. “Esserne consapevoli è un privilegio importante… Ho creato poster con Silvia Rivera e Marsha P. Johnson, il cui impegno è stato fondamentale,” aggiunge, parlando delle due icone trans che parteciparono ai moti di Stonewall.

Toruño, di origini salvadoregne, è stata costretta a emigrare a causa della guerra. Non sa chi siano stati molti dei suoi progenitori e, spesso, è proprio questo sradicamento a darle motivazione, insieme alle donne che rappresentano una fonte d’ispirazione per le sue opere.

Toruño non segue una routine prestabilita. Ogni mattina beve tè e ogni sera si lava i denti, come la maggior parte delle persone. Ma è tutto quello che succede tra questi due momenti a renderla speciale.

Spesso la si incontra in giro per il paese a vendere la sua arte, incluse t-shirt e stampe con le immagini da lei create, in negozi pop-up mentre un dj suona e il profumo dei tamales attira i clienti.

 

HuffPost

Organizza workshop, partecipa a tavole rotonde e fa visita ai college del paese per diffondere il suo messaggio oltre New York. Il lavoro l’ha portata in Texas, Illinois, California e in altri stati americani; ormai gode di un seguito mondiale, grazie a social come Instagram, dove più di 107.000 follower entusiasti condividono e apprezzano la sua arte.

Al suo fianco, ovunque si trovi, c’è anche la fidanzata Amy Quichiz,

“Siamo una cosa sola, faremmo di tutto per l’altra,” dice. “Non si parla tanto di questo aspetto quando si tratta di relazioni gay. Siamo abituati a legare quest’idea alle coppie eteronormative, come Beyoncé e Jay-Z”

Il loro è un amore che non hanno intenzione di tenere segreto, anzi. Lo condividono ovunque, anche sui social, in modo che la relazione diventi un altro elemento fondante del lavoro di Toruño.

Essere oneste sulle sfide e le avversità della loro vita insieme – oltre che sugli aspetti sani e belli del rapporto – è un atto rivoluzionario in sé, e i fan sono felici di essere testimoni dell’amore della coppia.

Nei messaggi ricevuti, i follower le hanno confidato che grazie ai suoi post sui social e alle serie Niñas Sin Vergüenza (che parla della relazione con Quichiz) hanno compreso il valore della loro omosessualità. Diversi ammiratori, inoltre, hanno donato a Toruño e Quichiz opere di loro creazione in segno di riconoscenza.

“Ti fa mancare il respiro,” afferma Toruno. “Da giovane, mi sarebbe piaciuto che il mondo queer avesse i suoi rappresentanti in coppie come me ed Amy. Perché credete che la reazione della gente sia così positiva, così bella? È perché non tutti hanno avuto dei rappresentanti simili.”

 

Laurel Golio for HuffPost

A prescindere da quello che fa o che dona al mondo, Toruño ribadisce che il suo impegno è prima di tutto difendere ciò che sostiene, anche quando significa rivedere alcuni aspetti del suo lavoro. Di recente si è resa conto che il nome originale del brand “The Unapologetically Brown Series,” era molto simile a quello del movimento “Unapologetically Black”. Così la serie è stata ribattezzata semplicemente “Unapologetic Street Series”.

“Non era mia intenzione, ma la soluzione più facile ed etica è cambiarne il nome,” ha scritto in un post su Instagram. Si è detta felice del cambiamento – ennesima prova dell’impegno a condividere le sue idee valorizzando al tempo stesso il lavoro e l’attivismo altrui.

“Sono nata latina, è così che mi hanno fatto mia madre e sua madre. È così che che le dee hanno illuminato di sole la mia pelle, come uno scudo”, si legge su uno dei suoi poster. Afferma che la scelta del font in stile militare è spiegata dalla volontà di creare un contrasto netto con i fiori delicati che appaiono al di sotto del testo.

“Studio chi è venuto prima di me,” spiega, riaffermando la volontà di lasciare il segno con un impegno fiero e dirompente come quello dei suoi stessi idoli. “So di non essere altrettanto rivoluzionaria. Ed è giusto ammetterlo… Ma è importante anche riconoscere quanta strada hanno fatto le persone gay. Siamo vivi, esistiamo in questo mondo, e amiamo senza rimorsi.”

Questo pezzo è stato tradotto da Milena Sanfilippo.

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