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Rivolta contro Renzi, Prodi: "Stare più lontano? Già fatto". Orlando: "Ora il Pd cambi linea"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

ROMA -  "Il segretario del Partito democratico mi invita a spostare un po' più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà: la mia tenda è molto leggera. Intanto l'ho messa nello zaino". Dopo giorni in cui il fuoco covava sotto la cenere è Romano Prodi a far partire l'attacco diretto contro il segretario del Pd Matteo Renzi subito dopo Walter Veltroni che a Repubblica aveva detto: "Il partito non ha più identità".Due padri fondatori dell'Ulivo e del centrosinistra che prendono posizione non potevano lasciare indifferente il partito e infatti a giro stretto di posta è un pezzo grosso come Dario Franceschini a far sentire la sua voce su Twitter dove posta una foto con i numeri del Pd nelle ultime elezioni e spara: "Bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato?". "Il Pd - continua l'ex segretario - è nato per unire il campo del centrosinistra non per dividerlo".E proprio su Twitter era stata postata la frase che ha fatto infuriare Prodi. L'autore era Matteo Orfini che aveva postato la frase "la nuova linea è Renzi convochi subito il tavolo del centrosinistra!. Favoriamo immagine per facilitare il lavoro. #Ancheno", e sotto un'immagine del tavolo con i leader dell'Unione ai tempi di Prodi. Nella polemica si infila anche Nicola Zingaretti che alla riunione dell'area Orlando a Roma dice: "Il Pd è isolato, troppo fragile nel radicamento territoriale e ha scarsa capacità unitaria, come emerge in alcuni momenti in modo drammatico. Ma il Pd è nato per unire, non per dividere: vogliamo aprire una nuova pagina in cui il tema unitario sia fondamentale" dice, "si sono scimmiottate le patologie della storia dell'Ulivo ma così si rimuove il grande tema: è vero che il centrosinistra non vince sempre, ma il Pd da solo perde sicuramente. È ancora possibile recuperare".image
"Da solo il Pd non va da nessuna parte, senza il Pd non esiste il centrosinistra" ha detto il ministro della Giustizia. "Questo è il lavoro da fare" tanto più dopo le ultime elezioni, perché - ha notato - "c'è un pezzo di elettorato, con cui sono stati interrotti i rapporti in modo drammatico e che va recuperato. Noi siamo qui dopo una sconfitta - ha detto il ministro che ha organizzato la manifestazione nazionale Coltiviamo idee in comune - per chiedere al Pd di cambiare linea". "Non credo - ha affermato ancora - che possa essere ascritto ai gufi e ai rosiconi. Prodi ha pensato il Pd e le sue parole pesano e pesano parecchio".

Dalla stessa riunione arriva anche la dichiarazione di Gianni Cuperlo: "Quella di Prodi è una dichiarazione dolorosa per chi ha a cuore la sorte del Pd e del centrosinistra e ha avuto a cuore in passato l'Ulivo. Mi auguro che il gruppo dirigente Pd a partire dal segretario sappia farsene carico e dare una risposta perché parliamo della personalità con più peso nella nascita di questo progetto. C'è bisogno di leadership che uniscono e Renzi sembra caratterizzarsi ancora una volta come colui che divide e questo non va bene".

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A fine giornata Renzi affida a Fb la sua risposta: "In queste ore registriamo ancora polemiche interne al Pd. Non è una novità, ma mi dispiace molto. Soprattutto per gli iscritti, per i militanti, per gli amministratori che non meritano le polemiche del gruppo dirigente nazionale". Perché, aggiunge "staremo fuori dal recinto delle polemiche, non litigando con nessuno e discutendo solo dei problemi degli italiani". "Mi sono autoimposto la moratoria sul tema della coalizione, la suggerisco a tutti: fa bene alla salute e aiuta a concentrarsi sui problemi veri. Il dibattito su cespugli e cespuglietti lo lasciamo agli addetti ai lavori. Noi parliamo dell'Italia che oggi - dopo tanti provvedimenti che abbiamo approvato insieme - vede ritornare verso i massimi il livello della fiducia di consumatori e di imprese", aggiunge.
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In mattinata, sempre nella sua rubrica su Facebook, Renzi aveva detto che la sconfitta ai ballottaggi che hanno registrato il balzo in avanti del centrodestra, è colpa anche delle "continue esasperanti polemiche nel centrosinistra" che, alla fine, "non fanno altro che agevolare il fronte avversario". Nella mezz'ora di lettura dei giornali, liquidava anche la discussione sulla coalizione di centrosinistra: "Addormenta gli elettori e non serve".

In un colloquio con il direttore di Qn Andrea Cangini, aggiungeva che "i migliori amici del Berlusca sono i suoi nemici. È stato infatti ancora una volta dimostrato che quelli che invocano una coalizione di centrosinistra larga il più possibile fanno il gioco del centrodestra, e non del Pd". Infine, Renzi ha rivendicato la battaglia sullo Ius soli: "Non si può cambiare idea per un sondaggio che dice che gli italiani sono meno favorevoli, tendenza che non è legata all'insicurezza sugli attentati. Non rinuncio a un'idea per un sondaggio, come non abbiamo rinunciato alla battaglia sui diritti civili, sul Jobs act, sull'Expo. Noi siamo capaci di prenderci le nostre responsabilità". 

Argomenti:
Pd
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Protagonisti:
Matteo Renzi
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