"Diritti alle donne, ma sotto la sharia" - RSI Radiotelevisione svizzera
Un'amnistia generale e diritti garantiti alle donne, compresi quelli di studiare, lavorare e far parte del nuovo Governo. Sempre secondo i dettami della sharia, certo, ma senza il burqa, basta l'hijab. I talebani, entrati a Kabul il 15 agosto senza sparare un colpo, tentano di rifarsi un'immagine agli occhi degli afghani e del mondo, rompendo - almeno a parole - con l'oscurantismo più cruento degli anni '90 e cercando di accreditarsi come moderati, responsabili e capaci di governare l'Afghanistan.
TG 20 di martedì 17.08.2021
Un'apertura cui vogliono credere - sebbene con sfumature e motivazioni diverse - Cina, ma anche Russia e Turchia, che parlano di "messaggi positivi" in arrivo da Kabul. Mentre resta prudente e scettico l'Occidente, a partire dalla NATO, che - alle prese con il fallimento di una missione militare ventennale e con il grattacapo dell'accoglienza di migliaia di persone in fuga - mette in guardia gli studenti del Corano dal riorganizzare un nuovo terrorismo islamico internazionale, pena una risposta durissima.
TG 20 di martedì 17.08.2021
Il nuovo regime intanto si riorganizza. Dopo 20 anni tra prigionia in Pakistan ed esilio a Doha, è tornato in Afghanistan il mullah Abdul Ghani Baradar, capo dell'ufficio politico in Qatar ed ex vice del mullah Omar, per discutere con gli altri leader a Kandahar della formazione del nuovo Governo. Il portavoce Zabihullah Mujahid ha tenuto la prima conferenza stampa a Kabul, aperta alle domande dei giornalisti nell'intento di convincere sulla trasparenza e l'asserita "libertà di stampa" del nuovo corso.
"Questo è un momento di orgoglio per l'intera nazione. Abbiamo liberato l'Afghanistan ed espulso gli stranieri", ha dichiarato trionfante, aggiungendo però, conciliante, che i talebani "hanno perdonato tutti" e non si vendicheranno di nessuno. Anche lui ha garantito che "non ci saranno discriminazioni" per le donne e - quasi a rispondere al monito del segretario della NATO, Jens Stoltenberg - ha assicurato che l'Emirato islamico non sarà più rifugio per i terroristi di al Qaida, né centro internazionale per la produzione e lo smercio di oppio, addirittura chiedendo un sostegno per riconvertire le coltivazioni di papavero.
Gli Stati Uniti hanno evocato lo strumento delle sanzioni nel caso i talebani non rispettassero i diritti umani, in particolare quelli delle donne. Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca, precisando che non si vuole anticipare alcuna misura e che gli americani illustreranno direttamente ai talebani quali saranno "costi o incentivi" per i loro comportamenti e quali sono "le aspettative" di Washington.
Londra preme intanto per una riunione del G7 che includa anche Mosca e Pechino, cruciali nello scacchiere centroasiatico, mentre si è già riunito online il consiglio dei ministeri degli Esteri dell'UE: "I talebani hanno vinto la guerra quindi dobbiamo parlarci, per discutere ed evitare un disastro migratorio e una crisi umanitaria", ha ammesso, realista, l'Alto rappresentante UE, Josep Borrell.
TG 20 di martedì 17.08.2021
Dal canto suo il Dipartimento federale degli affari esteri ha precisato che sono 28 i cittadini elvetici che si trovano ancora in Afghanistan e non 26 come annunciato ieri. L'esercito svizzero ha intanto inviato un distaccamento nella capitale uzbeka Tashkent, ha indicato il Dipartimento della difesa, confermando le informazioni di Radio SRF. Lì, gli specialisti delle forze armate sosterranno il DFAE nella valutazione e nella preparazione dell'evacuazione da Kabul.
Pubblicato il: 17 agosto 2021, 21:31 Ultima modifica il: 20 agosto 2021, 11:47