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Talebani, la prima conferenza stampa a Kabul

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

La prima conferenza stampa dei taleban, assicurano al mondo che l'Afghanistan non sarà una minaccia

«Questo è un momento di orgoglio per l'intera nazione»: esordisce così il portavoce dei taleban nella prima conferenza stampa del movimento a Kabul, iniziata recitando versetti del Corano. «Dopo 20 anni di lotte abbiamo liberato l'Afghanistan ed espulso gli stranieri», ha detto Zabihullah Mujahid davanti alle telecamere. «I taleban hanno perdonato tutti, sulla base di ordini dei loro leader, e non nutrono inimicizia nei confronti di nessuno» ha detto ancora. «Vogliamo assicurarci che l'Afghanistan non sia più un campo di battaglia, non minacceremo alcun Paese». Non ci sarà quindi da parte dei talebani alcuna vendetta contro nessuno, inclusi ex militari e coloro che hanno lavorato con le forze straniere. «Nessuno perquisirà le loro case, nessuno li interrogherà o darà loro la caccia», ha affermato Mujahid. «E sarà garantita la sicurezza delle ambasciate straniere». 

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E ancora: «Ci impegniamo per i diritti delle donne all'interno della Sharia. Le donne potranno avere attività in settori e aree diverse, come l'educazione e il sistema sanitario, lavoreranno spalla a spalla con noi. Se la comunità internazionale è preoccupata, assicuriamo che non ci saranno discriminazioni all'interno della nostra cornice di Sharia. Le nostre donne sono musulmane e saranno quindi felici di vivere dentro la cornice della Sharia. Permetteremo alle donne di studiare e lavorare all'interno della cornice della Sharia, saranno attive nella società ma rispettando i precetti dell'Islam. Le donne sono parte della società e garantiremo i loro diritti nei limiti dell'Islam», ha ribadito rispondendo poi a una domanda dei giornalisti.

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Qual è la differenza fra i talebani di oggi e quelli che governarono l'Afghanistan negli anni '90? «E' una domanda ideologica» - ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid rispondendo a un giornalista straniero «Posta così la risposta è: non ci sono differenze. Eravamo e siamo musulmani. Le differenze riguardano l'esperienza acquisita e saranno positive: la nostra politica sarà complementare a quella di allora». Quanto alle prossime mosse politiche Mujahid, nel rispondere alle domande, ha spiegato: «Stiamo lavorando seriamente per formare il governo. Quando sarà pronto lo annunceremo». Interrogato sulla libertà di stampa «Ci impegneremo per i media all'interno della nostra cornice culturale. I media privati possono continuare la loro attività con alcune richieste: l'Islam è un valore molto importante" e i media «non devono essere in contrasto».

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L'Islam «deve essere considerato per lo sviluppo dei programmi. I media - ha aggiunto - devono essere imparziali, possono criticare il nostro lavoro così possiamo migliorare» e «non devono andare contro l'unità nazionale». Inoltre, «con i taleban al potere l'Afghanistan non sarà più il centro della coltivazione del papavero da oppio o del traffico di stupefacenti», ha assicurato, anticipando la richiesta alla comunità internazionale di sostegno per promuovere coltivazioni alternative.

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«Donne istruite e no al burqa»I taleban provano a uscire dall’isolamento. Lo fanno parlando i donne e diritti. Le donne, infatti, in Afghanistan avranno il diritto di lavorare e ricevere un'istruzione fino al livello universitario. A dirlo, ai microfoni di Sky News, uno dei portavoce dei taleban, Suhail Shaheen. Anche dopo la conquista del potere da parte dei taleban infatti, «migliaia di scuole continuano e continueranno a funzionare», ha aggiunto. I taleban, inoltre, si aspettano che le donne «indossino l'hijab ma non il burqa» perché «queste non sono le nostre regole ma le regole islamiche» e tutto ciò riguarda «la loro sicurezza».

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Il portavoce ha poi rassicurato le persone che hanno lavorato con il precedente governo afghano. Nonostante il loro recente passato non subiranno alcuna punizione e «manterranno le loro proprietà, il loro onore e la loro vita». Shaheen è stato interpellato anche sulle immagini che hanno ritratto migliaia di afghani riversarsi sulla pista dell'aeroporto di Kabul per lasciare il Paese. Secondo il portavoce i talebani non sono responsabili di quanto sta accadendo e le persone che vogliono abbandonare l'Afghanistan lo fanno «perché vivono in un Paese povero».

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