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Afghanistan, se sei una ragazzina povera e vai sulle skateboard a Kabul: il "corto" da Oscar che annuncia energie di cambiamento

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

ROMA - Qualcuno l'ha definita "la barbarie misogina del dominio talebano". In Afghanistan i gruppi integralisti islamici e le forze straniere che impongono il controllo militare e civile su estese porzioni del territorio nazionale, continuano ad uccidere impuniti e a considerare le donne peggio degli animali, "incarcerate" di fatto dentro i loro burka e tra le mura di casa, utili solo per la procreazione, i bisogni sessuali degli uomini e i lavori domestici.

I diritti umani e l'eterna guerra per procura. Se si si considera poi che nei territori sotto il loro dominio i talebani si trasformano anche esattori per il pagamento delle bollette della luce, che viene invece distribuita dalla rete ufficiale del governo afgano, si ha il quadro della situazione dei diritti umani e civili di un popolo in guerra dal 7 ottobre del 2001 e che ora, con il ritiro delle truppe statunitensi e della NATO, iniziato proprio 5 giorni fa, sembra destinato a restare un luogo ideale e indisturbato per la lunga “guerra per procura” tra diverse potenze straniere, in primo luogo il Pakistan, che confidano sui talebani come loro punto d'appoggio. Un rapporto di "collaborazione" che gli stessi talebani hanno anche con altri Paesi, Arabia Saudita compresa.

Se vai sullo skateboard e sei pure una ragazza. Sullo sfondo di tutto questo, vale la pena dare uno sguardo al cortometraggio della regista Carol Dysynger, trasmesso in Italia su Rai 3 e Premio Oscar 2020 come miglior cortonetraggio, che racconta le vicende di un gruppo di giovani studenti e studentesse ai quali viene insegnato il coraggio di alzare la mano e dire “ci sono”, in un quartiere "complicato" di Kabul. Si tratta di Learning to skateboard in a warzone (If You’re a Girl) "Imparare ad andare sullo skateboard in  zona di guerra (Se sei una ragazza). Il film è ambientato in una classe scolastica di ragazzine che imparano certamente a leggere e a scrivere, ma nella scuola di Skateistan - un'organizzazione umanitaria che si occupa delle giovani dei quartieri disagiati - sono gli stessi skateboard ad essere origine e ispirazione per l'insegnamento.

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L'oppressione talebana e le nuove energie che circolano. Per ragioni facilmente intuibili, dunque, data la presenza oppressiva della cultura e delle armi talebane, in Afghanistan molte bambine e giovani donne non sono in grado di praticare sport. Le assurde regole religiose e di comportamento, che si sommano agli oggettivi problemi di sicurezza per via della guerra, hanno praticamente escluso o ridotto al minimo le opportunità di praticare sport o svolgere comunque attività ricreative, soprattutto per donne e ragazze povere. Si fa strada però una nuova generazione di afghane con l'ambizione e la forza di voler fare qualsiasi cosa. E Learning to skateboard in a warzone (If You’re a Girl) dimostra proprio questo: una nuova energia che sta circolando in Afghanistan, in misura limitata, certo, ma promettente.

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