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5 gennaio 2021 – Notiziario in genere

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Gran Bretagna: con la Brexit, abolita la tassa sugli assorbenti. In Spagna congedi parentali uguali per mamma, papà e tutti i genitori. Iran: a Nasrin Sotoudeh il premio Eleneor Roosevelt. Yemen, cinque donne uccise durante un attacco a una festa di nozze. Egitto, condanna a tre anni per un molestatore seriale che aveva innescato il #MeToo nel paese.

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Gran Bretagna

Plauso di attiviste e attivisti: «Era una forma di sessismo»

La Brexit fa anche cose buone. Questo il titolo del pezzo con cui ho dato la notizia su Open nei giorni scorsi: con il 1° gennaio 2021, quindi con la definitiva entrata in vigore dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sono cambiate molte cose. Incluso il fatto che il Regno Unito ha potuto infine abolire − attenzione: abolire, quindi cancellare del tutto, non già ridurre − la cosiddetta Tampon Tax, la tassa sul valore aggiunto del 5% sugli assorbenti. La decisione era stata presa già da tempo e inserita dal cancelliere dello Scacchiere − ovvero il ministro dell’Economia − Rishi Sunak già nella finanziaria dello scorso marzo. Ma è entrata in vigore dal 1° gennaio perché, spiegano dal ministero del Tesoro, l’Inghilterra non è più legalmente vincolata dalle leggi dell’Unione europea che hanno visto i prodotti sanitari «soggetti a cinque diverse aliquote Iva dal 1973, l’ultima delle quali del 5%, in vigore dal gennaio 2001». Si stima che l’abolizione dell’Iva sui prodotti igienici femminili porterà alle donne un risparmio medio di circa 40 sterline nel corso della vita, con un taglio di 7 centesimi su una confezione di 20 assorbenti e 5 centesimi su 12.

Abolita dunque una tassa che viene definita, da chi fa campagna in questo settore da anni, “sessista”. Per la 27enne Laura Coryton, impegnata nella battaglia contro l’imposta da quando aveva 21 anni, la sua abolizione è una «sfida al messaggio negativo che mandava sulle donne». L’area, in termini di “tampon tax”, è quella virtuosa nel continente europeo. A novembre era stata la Scozia, infatti, a diventare il primo paese al mondo a garantire la fornitura gratis e universale alle donne degli assorbenti e di tutti i prodotti di base necessari nel periodo delle mestruazioni.

Tra i paesi che hanno eliminato l’imposta sugli assorbenti ci sono Usa, Canada, Colombia, Libano, Sudafrica, Kenya, Rwuanda, India, Malaysia. In Italia, invece, è stato rigettato l’emendamento a prima firma di Laura Boldrini non già per cancellare l’Iva ma per abbassarla al 5% invece che tenerla ai livelli dei prodotti di lusso.

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Parità di congedo tra i genitori (e di qualunque sesso)

Novità con il nuovo anno anche in Spagna, dove tutte e tutti i neogenitori (mamme, papà, primo e secondo genitore in maniera equivalente) avranno diritto a 16 settimane di congedo parentale: esattamente lo stesso tempo del congedo di maternità e non trasferibile. Fino al 31 dicembre il tempo per i neopapà spagnoli era stato di 12 settimane di congedo per nascita o adozione. In tre anni, la Spagna è diventata uno degli Stati con la legislazione più progressista della Unione Europea, notaEuronews. Lo aveva fatto d’altro canto anche in atri ambiti, negli anni. «Entrambi i genitori dovranno condividere insieme le prime 6 settimane di congedo, che coincidono con il primo mese e mezzo di vita del bambino (anche adottato). «Le successive 10 settimane sono volontarie, i genitori potranno decidere se utilizzarle a tempo pieno o condividerle tra loro», spiega ancora Euronews.

La legge era stata approvata nel marzo scorso con l’obiettivo, spiega la vicepresidente del governo spagnolo Carmen Calvo, di incoraggiare la corresponsabilità e di smettere di usare la maternità come «un’arma contro lo sviluppo del lavoro e della cittadinanza femminile». Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), infatti, la maternità continua a penalizzare le donne sul lavoro sia in termini di accesso che di salario, perché la pressione sociale costringe le donne «a essere le principali responsabili della cura domestica».

«Un’estensione più che proporzionale del congedo di paternità aiuterebbe a rimuovere il pregiudizio che genera il ‘rischio di maternità’, e non il ‘rischio di paternità’, che è alla base del mito secondo cui l’assunzione di donne implica un costo più elevato per il datore di lavoro», spiegava a Euronews a marzo Florencia Caro Sachetti, coordinatrice del programma di protezione sociale del think tank CIPPEC.

E in Italia?

Nella legge di bilancio approvata a fine anno − pure foriera di alcune buone notizie per le pari opportunità come il fondo per l’imprenditoria femminile − il congedo di paternità sale a 10 giorni. Sì, si può fare di meglio, ma si tratta di un passo in avanti evidente rispetto ai 4 del 2018, i 5 del 2019 e i 7 del 2020 ed è pur sempre dieci volte i giorni concessi solo 4 anni fa, nel 2016. A esclusione della Svizzera, tutti i genitori residenti in paesi europei ricevono una qualche forma di congedo parentale.

Per la sua difesa dei diritti umani. «Faccio il mio dovere con onori e oneri»

L’avvocata e attivista iraniana Nasrin Sotoudeh, in stato d’arresto dal 2018 nella Repubblica islamica per propaganda contro lo stato e spionaggio, ha inviato un messaggio di ringraziamento all’Associazione degli avvocati americani per averle conferito il premio Eleanor Roosevelt per la difesa dei diritti umani per «il suo determinato coraggio e l’efficacia nel perseguimento di un vero stato di diritto in Iran». Sotoudeh nel 2012 era già stata insignita del premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero.

«Ricordo il nostro sogno comune e credo che possiamo rendere il mondo un posto migliore in cui vivere», scrive nel suo messaggio Sotoudeh che ha difeso molti attivisti iraniani, tra cui diverse donne che si battono contro il velo obbligatorio imposto da Teheran. «Sottolineo sempre che sto solo facendo il mio dovere professionale e amo il mio lavoro, con tutti gli onori e gli oneri che comporta», dice l’avvocata 57enne nel video, registrato nelle scorse settimane mentre era agli arresti domiciliari per ragioni di salute, indossando la toga e senza velo sul capo. «Voglio cogliere questa importante opportunità per ringraziare tutte le persone nel mondo che hanno mostrato un entusiastico sostegno a mio marito e a me durante la mia detenzione e mentre la mia famiglia veniva molestata e minacciata quotidianamente».

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Attentato a Hodeida, tra i feriti anche alcuni bambini

Cinque donne sono rimaste uccise in un’esplosione provocata da un colpo di artiglieria sparato a una festa di nozze a Hodeida, città dello Yemen sul Mar Rosso. L’attacco, di cui il governo e i ribelli Houthi si sono accusati a vicenda, è avvenuto vicino all’aeroporto della stessa località due giorni dopo una strage allo scalo di Aden in cui sono morte 26 persone. A Hodeida, «l’esplosione è avvenuta all’ingresso di un complesso che ospita diverse sale da matrimonio», dice un testimone citato dall’AFP. Nell’attacco durante la celebrazione per le nozze di un sostenitore dei ribelli, sono rimaste uccise cinque donne mentre i feriti sono sette tra cui alcuni bambini. Il generale Sadek Douid, rappresentante del governo in una commissione mista sponsorizzata dall’Onu che sovrintende a una tregua, ha condannato l’attacco definendolo «un crimine odioso commesso dagli Houthi contro i civili».

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Flickr

Il suo caso aveva innescato un movimento #MeToo egiziano

Un ex-universitario egiziano, il cui caso di molestie sessuali ha innescato un movimento #MeToo in Egitto, è stato condannato a tre anni di reclusione nei giorni scorsi per aver utilizzato reti social con lo scopo di molestare delle donne. Secondo Middle East Monitor l’ex-studente dell’Università americana de Il Cairo, Ahmed Bassan Zaki, tornerà in tribunale nei prossimi giorni, il 9 gennaio, con l’accusa di abusi sessuali e ricatto denunciati da molte donne che avevano aderito a una compagna su Instagram per accusarlo.

In Egitto gli abusi sessuali sarebbero diffusi e poco perseguiti, secondo denunce di attiviste per i diritti delle donne, e il caso dello studente molestatore ha suscitato grande attenzione anche da parte di media e religiosi. Il ventenne, di buona famiglia, molestava donne e ragazze almeno dal 2016 ma può far ricorso in appello contro la condanna per l’uso di social media. Per un’eventuale sentenza di stupro Ahmed rischia anche l’ergastolo o l’impiccagione.

In copertina Pixabay

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