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'Il concorso', il giorno in cui le ragazze si rifiutarono di fare le miss

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

È arrivato ieri sulle piattaforme Sky, Timvision, Chili e Infinity e, pur con tutte le difficoltà che sappiamo, rappresenta un debutto promettente per il nuovo anno cinematografico: Il concorso, uscito sugli schermi britannici nel marzo 2020, ha dovuto interrompere la programmazione in sala a causa della pandemia. Regista di serie tv (inclusi due episodi di The Crown), Philippa Lowthorpe vi narra, affabulandolo, un episodio autentico: non notissimo, forse, e tuttavia importante nella storia del Movimento per i diritti delle donne.

Nel 1970 la finale del concorso di Miss Universo si tenne a Londra. Al tempo era il programma televisivo più seguito del mondo, con cento milioni di spettatori. Le parti principali del film (che nello stile del racconto evoca un po’ Pride un po’ Suffragette) toccano a Sally Alexander (Keira Knightley), studentessa di Storia sposata e madre di una bambina, e alla rivoluzionaria Jo Robinson (Jessie Buckley, vista nella serie Fargo).

Sally è una giovane disciplinata, ma la disturbano le rappresentazioni della donna circolanti nella società patriarcale degli anni 60. La sua piccola segue alla tv i concorsi di bellezza, imitando le miss con la complicità della nonna. E quando quest’ultima le ricorda che anche a lei e alle sorelle, da piccole, quei concorsi piacevano molto, ribatte: “Da piccole ci piaceva anche mangiarci il moccio!”. Convertita alla militanza femminista dopo l’incontro con Jo, Sally parteciperà alle proteste che interromperanno la “diretta” della premiazione, riuscendo a salire sul palco della Royal Albert Hall e fronteggiando l’ospite d’onore: Bob Hope, comico americano celebre per le battute sessiste e per lo sventolato nazionalismo (sponsorizzava la guerra in Vietnam).

 

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L’episodio potrebbe apparire frivolo; e invece assunse un grosso significato. Non soltanto perché additava il machismo di un evento ecumenico, e a torto considerato inoffensivo; ma anche per le conseguenze simboliche che ebbe nella lotta anti-apartheid. Mentre la favorita della vigilia era la biondissima Miss Svezia, infatti, la superò Miss Grenada, una ragazza di colore. Il che equivaleva a sovvertire i criteri estetici dominanti, imposti fino ad allora dalla cultura “bianca” e colonialista.

Tutto questo c’è — in sottotraccia — nella commedia drammatica Il concorso (però del titolo originale, Misbehaviour, si doveva preservare il senso di “rompere le regole”), che può vantare un ritmo veloce e piacevole, anche se un po’ spiccio nel disegno dei personaggi. Tra cui il Bob Hope di Greg Kinnear (truccato e irriconoscibile), il fondatore di Miss World Eric Morley (Rhys Ifans), le concorrenti di colore Miss Grenada e Miss Sud Africa, indossate a pennello da due attrici provenienti dal folto cast della serie Black Mirror: Gugu Mbatha-Raw e Loreece Harrison.

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