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La selezione per entrare nel liceo matematico? Per le ragazze 3 posti su 10 - La Stampa

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

La circolare è del 22 maggio. Si tratta di ultimare le operazioni per l’ammissione al liceo scientifico Talete, indirizzo matematico. Si deve formare una classe composta da 28 alunni: non uno di più, non uno di meno. La procedura avrebbe dovuto prevedere una selezione basata su una prova per valutare il merito ma, con la chiusura delle scuole e l’imporsi della didattica a distanza, il liceo decide di annullare la selezione e di sostituirla con un sorteggio. Fine del merito, in nome del caso.

Nella circolare si indicano i criteri che verranno seguiti per non lasciare che sia soltanto il normale calcolo delle probabilità a definire chi entrerà in classe e chi no. Si prevede priorità assoluta agli alunni con una disabilità accertata dalla legge 104, si assegnano 2 punti a chi ha richiesto il liceo matematico come prima scelta e 1 punto a chi lo ha indicato come seconda scelta. Fin qui nulla da dire.

La circolare prosegue così: «si assegna un punteggio ulteriore di 1,5 punti agli alunni richiedenti che hanno un fratello frequentante la stessa sezione». E tra chi risulterà «a parità di punteggio in base ai posti rimanenti si procederà al sorteggio in modo proporzionale alla percentuale di domande di alunni maschi e femmine (maschi 70%, femmine 30%)».

Il contenuto della circolare arriva sui social con un post sul profilo Twitter di Mila Spicola, insegnante, pedagogista, consulente della Ong internazionale Room to Read che si occupa di empowerment delle ragazze attraverso l’istruzione. Si tralascia il fatto che ci siano dei punti assegnati solo a chi ha un fratello, senza menzionare le sorelle. Viene messa in evidenza la parte più stridente della circolare, la divisione creata tra maschi e femmine con una riserva di 7 posti su 10 ai maschi lasciando solo gli altri 3 alle femmine.

Il post suscita indignazione e commenti ironici sulle competenze statistiche di un liceo matematico che con i suoi criteri rende ancora meno probabile la presenza di ragazze nella sezione che si sta creando. La vicenda arriva al Ministero dell’Istruzione. Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, chiama al telefono Alberto Cataneo, il dirigente del liceo Talete. «Con il senno di poi è chiaro che è semplice indignarsi ma la spiegazione che il dirigente mi ha fornito è perfettamente comprensibile. Temevano che si creasse una situazione estrema, una classe formata da soli maschi o da sole femmine e che quindi ci sarebbero state reazioni ancora più forti. Sono consapevole che i criteri siano discutibili ma il ragionamento della scuola è stato motivato dal desiderio di tutelare le studentesse non di discriminarle». Quindi nessun tipo di intervento da parte dell’Ufficio scolastico regionale.

Ma la spiegazione non basta a spegnere le polemiche. «Trovo questa decisione del tutto inopportuna – commenta Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio e dirigente del liceo scientifico Newton – E’ inopportuna in una scuola pubblica dove dovrebbero essere garantiti gli stessi diritti, come prevede la Costituzione. E’ offensivo immaginare come donna che si possa pensare a criteri simili. Se anche si tratta di un tentativo di tutelare la presenza femminile, vuol dire che si pensa che i maschi siano più bravi e quindi si crea una quota per le donne. Tutto questo è inammissibile e, sinceramente, è la prima volta che sento qualcosa di simile. Che cosa avrebbero dovuto fare? Accogliere tutte le domande arrivate oppure, se questo non fosse possibile, definire dei criteri tali per cui tutti possano confrontarsi alla pari».  

Accogliere tutti è quello che chiede anche Mila Spicola che ha fatto nascere il caso: «Innanzitutto una classe di 28 alunni in era Covid non è più pensabile. Il ministero dovrebbe formare due classi e permettere a tutti di seguire le loro inclinazioni. Siamo da anni impegnati a dare il massimo per rafforzare la presenza delle donne nelle materie Stem, dopo tutti i bandi e i programmi realizzati che si fa? Innestiamo una marcia indietro?»

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