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UE, ZULLO (M5S): STOP ALLE MUTILAZIONI GENITALI IN SUDAN, VITTORIA IMPORTANTE PER I DIRITTI DELLE DONNE

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Parla Marco Zullo, europarlamentare di FEMM (Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere) “la battaglia non è finita, e ci riguarda tutti”

“Il Sudan ha deciso finalmente di porre fine all’odiosa e crudele pratica delle mutilazioni genitali femminili, una barbarie che lede nel più intimo i diritti fondamentali delle donne e lede gravemente la loro dignità e la loro salute fisica e psicologica. In Sudan, le mutilazioni genitali femminili saranno finalmente considerate un reato. Si tratta di un primo passo che dà speranza, se si considera che in un Paese come il Sudan, secondo le Nazioni Unite l’87% delle donne è stata sottoposta a tale violenza e secondo le organizzazioni per i diritti umani locali, ad oggi ben più della metà delle bambine viene ancora sottoposta a questa orribile pratica”.

Il divieto, inserito la scorsa settimana in un emendamento al codice penale del nuovo governo provvisorio del Sudan, a seguito della destituzione del dittatore Hassan al-Bashir, prevede tre anni di carcere e una multa per chi effettua tale pratica.

Continua Zullo: “credo sia importante ricordare che la lotta alle MGF non riguarda solo i Paesi dell’Africa, ma piuttosto sia qualcosa che riguarda tutti noi. È per questo che da anni al Parlamento Europeo ci battiamo per azioni efficaci che possano mettere la parola fine a questa barbarie globale. Globale, sì, se pensiamo che tale orrenda pratica – come denunciavamo ancora lo scorso febbraio, in una risoluzione approvata al Parlamento Europeo – colpisce almeno 200 milioni di donne e ragazze in ben 30 Paesi diversi, compresa l’Italia dove si sono registrati numerosi casi all’interno di ambulatori clandestini. Quella del Sudan è una notizia che ci dà speranza, ma la battaglia non è finita.

In primo luogo, alla riforma normativa, dovrà accompagnarsi un’intensa e capillare azione di sensibilizzazione culturale (e che si accompagni ad una più ampia azione di valorizzazione del ruolo della donna in tutti i settori della vita sociale, economica e politica del Sudan): una tradizione tristemente radicata nei costumi, non si estirpa con un colpo di penna, purtroppo. Le Istituzioni Europee, attraverso i progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo, possono affiancare validamente le numerose associazioni locali che si battano da anni su questo fronte, per una battaglia che si annuncia ancora lunga.

D’altro canto, speriamo che questo importante passo in avanti ci aiuti a rimettere al centro il problema e a fare in modo che altri Paesi ne seguano il buon esempio” così, in una nota, l’europarlamentare Marco Zullo.

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