A maggio, su Notizie Pro Vita & Famiglia
Quel bambino minuscolo che è ritratto in copertina, questo mese, poteva essere un grande scienziato, un poeta, un artista, la prima donna a vincere la medaglia Fields riservata ai geni della matematica, o semplicemente la mamma o il papà (e il nonno) di tanti bambini.
È una copertina che ci ha fatto discutere. Ho ascoltato non solo i pareri in Redazione e nell'ambito dell'Associazione, ma anche diversi pareri esterni. Alla fine ho deciso di pubblicare la foto di quel piccolino, concepito da sei settimane, per diversi motivi.
Inoltre, perché tutte le donne che hanno abortito con cui ho parlato mi hanno detto che un'associazione come la nostra dovrebbe far vedere addirittura i bambini smembrati dall'aborto: perché «se io avessi saputo, non l'avrei fatto, non mi sarei rovinata la vita». Loro, donne, sostengono che far vedere cosa è l'aborto salva le donne.
Ma soprattutto perché è un'immagine vera e la verità ci rende liberi, e la libertà è il primo dei diritti delle donne.
I radicali ritengono sia un diritto delle donne prendere la RU 486, anche "comodamente in casa propria": quell'esserino sarà espulso dal loro corpo. Bisogna che le donne lo sappiano.
Che libertà è, se no, una "libertà di scelta" senza sapere che cosa si sceglie?
In questo numero come sempre ci saranno diversi spunti di riflessione. Per esempio parleremo di un'impresa modello, la Rivit di Vinicio Bulla, che offere sostegno concreto ai dipendenti con figli; parleremo di diritti umani: della persecuzione subita da una psicologa portoghese che osa offrire assistenza alle persone che vogliono liberarsi dall'attrazione erotica che provano per quelli dello stesso sesso, e dei giudici della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la tristemente nota Cedu, che per anni hanno giudicato in palese conflitto di interesse le cause presentate dai cittadini dei Paesi aderenti al Consiglio d'Europa.
Con questo numero, poi, comincia una rubrica mensile a cura di Silvana De Mari, "Cronache della legge 194", e il dottor Festa ci parlerà di come viene applicata e violata la legge 194, in relazione ai termini entro cui è possibile abortire.
Come diceva Eraclito: «Chi non crede nell’impossibile non lo realizzerà mai».
Francesca Romana Poleggi