Premi a Tarantino e Mendes Netflix battuta, ma tiene Hbo
“ C’era una volta... a Hollywood” e “1917” trionfano nella notte di Beverly Hills Riconoscimenti a Renée Zellweger e Joaquin Phoenix come migliori attori
Spizzichi di politica nella serata condotta dal britannico Ricky Gervais: Michelle Williams ha fatto appello per la difesa dei diritti di scelta delle donne in fatto di aborto accettando il premio come migliore attrice in una miniserie per “Fosse/Verdon”, mentre Joaquin Phoenix, miglior attore per “Joker”, ha chiesto ai vip dell’entertainment di far di più per combattere il clima impazzito. Climate change, veganesimo, lotta agli sprechi da un lato; diritti dei gay, delle donne degli immigrati dall’altro. Nella serata dei Golden Globes sono infatti emersi tutti i temi caldi del mondo che verrà, i primi del nuovo decennio. L’ombra acre dei roghi in Australia si è allungata sulla cerimonia di Los Angeles: tra Nicole Kidman che piange sul tappeto rosso pensando alla sua casa «down under» sino a Russell Crowe, rimasto con la famiglia a vigilare sugli incendi, che, in un messaggio letto da Jennifer Aniston dopo l’annuncio del premio a “The loudest voice”, ha definito la tragedia di un continente «il prodotto del cambiamento climatico» e la ragione di «spostare l’attenzione sulle energie rinnovabili».
Joaquin Phoenix, ha commentato soddisfatto il menu vegano della serata, rivolgendo peraltro un appello a vip e colleghi a far di più per l’obiettivo carbon free: «Basta con i jet per andare a Palm Springs», ha spiegato. Mentre il conduttore Ricky Gervais lanciava strali a tutto campo (dalla Apple che fabbrica in Cina con lavoratori schiavi alle baby fidanzate di Leonardo Di Caprio che «neanche il principe Andrea approverebbe»), punture di spillo sono calate sui palazzi di Washington: Patricia Arquette ha puntato l’attenzione sulla minaccia del presidente Donald Trump di commettere crimini di guerra in Iran attaccandone i siti culturali. Apprezzatissimo dalla platea liberal dei Globes, che peraltro aveva snobbato le registe donne escludendo creative come Lulu Wang e Greta Gerwig dalle nomination, è stato poi il messaggio di Michelle Williams: senza mai nominare la parola aborto, l’attrice, che è incinta, ha difeso il diritto di scelta delle donne inviando le americane a «votare per i loro interessi» nel prossimo ciclo elettorale.