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7 donne impegnate a migliorare il mondo nel 2019

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Donne che continuano a lottare per ottenere una maggiore visibilità, per ridurre il divario di genere e raggiungere l’uguaglianza economica, lavorativa e sociale. 

7 donne in particolare che stanno combattendo per un mondo migliore e hanno fatto la storia questo 2019 attraverso lo sport, la cultura e l’arte, la politica e l’attivismo ambientale.

Greta Thungerb

L’attivista svedese di 16 anni, Greta Thunberg , ha promosso il movimento Fridays for Future nel suo paese d’origine dalla fine del 2018, che è stato poi replicato in diversi angoli del mondo. Così è iniziato con il suo attivismo e la lotta contro i cambiamenti climatici.

Nei mesi successivi, si è rivolta ai capi di stato delle Nazioni Unite, ha incontrato il Papa, ha affrontato il presidente degli Stati Uniti e ha ispirato 4 milioni di persone a unirsi allo sciopero climatico globale il 20 settembre del 2019.

Alla fine del 2019, Thunberg è stato scelta come “la persona dell’anno” dalla rivista Time, un riconoscimento che gli è stato conferito per essere la voce più visibile dei giovani per il clima.

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Sanna Marin

A 34 anni, Sanna Marin è il primo ministro più giovane nella storia della Finlandia.  In Finlandia le donne ricoprono una percentuale molto alta nel gabinetto presidenziale il 63%, senza precedenti nella storia del Paese.

Appena eletta aveva dichiarato l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei suoi concittadini. Il primo ministro finlandese Sanna Marin ha infatti proposto di introdurre nel Paese la settimana lavorativa corta e a orario minimo: quattro giorni a settimana e giornata lavorativa di sei ore. Già in un altro Paese scandinavo, la Svezia, è stata approvata la giornata di lavoro di sei ore, introdotta nel 2015.

In Finlandia attualmente si lavora in media per 30 ore a settimana, in linea con la media europea. Secondo gli ultimi dati dell’Ocse, i Paesi europei dove si lavora più ore sono Italia, Grecia ed Estonia. Gli italiani lavorano in media 33 ore alla settimana, 7 ore in più rispetto alla Germania.  Ridotti orari di lavoro per l’Olanda (28 ore), il Lussemburgo, l’Austria e la Francia (29 ore).

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Megan Rapinoe

La giocatrice di calcio Megan Rapinoe è stata sicuramente una delle facce più note legate allo sport di tutto il 2019. Grazie alla sua performance durante la Coppa del Mondo in Francia, la sua squadra ha vinto la coppa e ha vinto anche il Pallone d’Oro, premio per il migliore giocatore della competizione.

Inoltre, è riconosciuto in tutto il mondo per i suoi discorsi sui diritti LGBT ( diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender ), la sua lotta contro il razzismo e la sua battaglia per la parità di retribuzione nel calcio e per i diritti di uomini e donne.

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Yalitza Aparicio

Yalitza Aparicio, 26 anni, è la prima donna indigena messicana nominata agli Oscar. Sebbene non avesse mai recitato prima, Aparicio è stata scelta per il ruolo di collaboratrice domestica nel film Roma . Nell’ottobre 2019, è stata nominata Ambasciatrice dell’UNESCO per le comunità indigene.

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Cecilia Vicuna

Questa artista cileno, esiliata a New York dal 1980, è stato consacrato quest’anno con il Premio Velázquez.

La giuria ha premiato Vicuña per il suo eccezionale lavoro “come poeta, artista audiovisiva e attivista, perché ha esposto un’arte che interagisce con la terra, il linguaggio e i tessuti”. Attraverso il suo lavoro, Vicuña rende visibile il suo impegno per l’ambiente, l’uguaglianza di genere, i diritti umani e l’eredità della cultura indigena.

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Rebecca Salter

Per la prima volta dopo due secoli e mezzo di predominio maschile, a dicembre la Royal Academy of Arts ha scelto una donna come 27° Presidente. Si tratta della sessantaquattrenne Rebecca Salter, originaria del Sussex ed esperta di arte e cultura giapponese, nonché artista e scrittrice di due importanti volumi dedicati proprio alla confluenza fra Oriente e Occidente nelle arti a stampa.

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Hevrin Kalaf

Hevrin Kalaf aveva scelto di combattere la guerra del Confederalismo Democratico del Rojava, utilizzando il mezzo della politica non imbracciando un fucile come le migliaia di altre donne ancora impegnate al fronte, la sua morte ha decisamente cambiato il 2019. Assassinata il 12 ottobre 2019 durante un’operazione militare turca, Hevrin da anni era in prima linea per il riconoscimento dell’identità del popolo curdo e per i diritti delle donne che, nella storia di questo popolo, hanno da sempre una rilevanza fondamentale.

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Quali altre donne pensate che possiamo inserire in questo elenco legato al 2019?

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