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Nuove accuse nei confronti dei prigionieri politici

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Di Hamideh Taati

Il regime iraniano ha formulato nuove accuse fittizie a carico di due prigionieri politici ed attivisti per i diritti umani arrestati nei primi mesi di quest’anno per aver osato protestare contro l’esecuzione di tre prigionieri politici curdi e per aver rifiutato l’ispezione fisica.

Il processo di Atena Daemi e Golrokh Iraee, tenutosi Martedì 18 Giugno nella 26esima sezione del Tribunale Rivoluzionario di Teheran, è durato sole due ore, tempo che in qualsiasi altro processo risulterebbe a malapena sufficiente alla difesa per presentare le accuse.

Le due attiviste dei diritti civili sono comparse davanti alla corte con capi d’imputazione estremamente vaghi, accusate di aver insultato il fondatore del regime Ruhollah Khomeini ed il leader supremo Ali Khamenei, di avere provocato disordini in carcere resistendo ad un’ispezione, di avere cantato inni di protesta il giorno in cui tre prigionieri politici curdi furono giustiziati, e di avere fatto propaganda contro lo stato inviando lettere aperte fuori dalla prigione.

Non è raro che nei confronti dei prigionieri politici vengano formulati capi d’imputazione così vaghi. È questo un sistema usato dal regime per intimidirli, mettendoli a tacere, così che non denuncino né le condizioni a cui sono sottoposti quotidianamente né le ingiustizie che continuano ad avere luogo al di fuori dalle mura del carcere.

Daemi ed Iraee, che sono state accompagnate al processo dai propri avvocati, dovrebbero ricevere la propria condanna entro 10 giorni.

Daemi, che sta ora scontando cinque anni per le sue attività civili, fu arrestata il 21 Ottobre 2014, ed iniziò a scontare la sua condanna nel Dicembre 2016, nel carcere di Evin.

Iraee venne rilasciata il 19 Aprile 2019, dopo aver scontato la propria pena: era in carcere dal 24 Ottobre 2016. Se dovesse essere giudicata colpevole, potrebbe essere costretta a tornare in prigione.

Altri attivisti

Similmente, questa settimana, tre attiviste per diritti delle donne sono state convocate dall’Ufficio del Procuratore del carcere di Evin: Maryam Mohammadi, Esrin Derkaleh e Narges Khorrami sono tutte membri dell’Associazione Neday-e Zanan-e Iran (La Voce delle Donne Iraniane).

Altri membri del gruppo - Akram Nasirian e Nahid Shaqaqi - sono stati arrestati lo scorso mese. Nasirian è stata rilasciata su cauzione dopo aver passato 27 giorni nella Sezione 209 (il padiglione del Ministero dell’informazione). Shaqaqi è ancora in carcere.

L’attivista sindacalista Neda Naji, arrestata a Teheran durante le proteste del Primo Maggio, è stata trasferita dalla Sezione 209 di Evin al tristemente noto Carcere di Qarchak, a Varamin, nella giornata di Sabato 15 Giugno.

Sono almeno 11 le donne attiviste sindacaliste arrestate durante le proteste tenutesi di fronte al parlamento dei mullah in occasione del Primo Maggio.

 

 

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