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Afghanistan: ogni anno 150 delitti d’onore, la legge non scritta che condanna le donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Finita la guerra e terminato il regime talebano, l'Afghanistan deve ancora affrontare molti problemi, in primis il tasto dolente riguardante i diritti delle donne. Difatti, sebbene la legge sia stata riformata, esiste ancora un codice non scritto, basato su usanze e tradizioni che prevede il "delitto d'onore" e che vede proprio nelle donne le maggiori vittime.

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Il delitto d'onore è saltato agli onori della cronaca in seguito al caso di Amina, una ragazza di 18 anni che era scappata di casa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Dopo le rassicurazioni della sua famiglia, che ha firmato diversi documenti promettendo di non farle ritorsioni e ha ripetuto l'impegno preso anche davanti al ministero degli Affari femminili, Amina ha deciso liberamente di tornare a casa. Tuttavia, mentre era in viaggio verso casa assieme al fratello e allo zio, nove uomini armati e mascherati hanno fermato l'auto, trascinato via la ragazza e uccisa con un colpo di pistola. La polizia ritiene che l'omicidio sia stato organizzato dall'uomo a cui Amina era promessa, mentre le attiviste ritengono che sia coinvolta la sua stessa famiglia. Quello che invece è apparso subito chiaro è che la ragazza è stata vittima di un delitto d'onore per la "vergogna" che ha portato nella sua famiglia.

Ma non c'è solo Amina. Un altro caso riguarda Zakia e Mohammad, 18 e 21 anni, due giovani innamorati, fuggiti a marzo per il timore della vendetta del padre della ragazza che l'aveva promessa a un altro uomo. Di tornare a casa, i due non ne vogliono sentir parlare. La paura è tanta e, come ha dimostrato il caso di Amina, le rassicurazioni non bastano.

E neanche la legge basta. In Afghanistan sono oggi in vigore due sistemi giuridici, quello emanato negli ultimi dieci anni con il sostegno dell'Occidente e il classico codice islamico della Sharia. Entrambi tutelano le donne dai matrimoni combinati. Ma c'è un terzo sistema giuridico che fa ancora una gran presa: quello tribale, tradizionale, che continua a resistere ai tentativi di riforma. A peggiorare le cose ci si mette l'interpretazione della legge fatta dai giudici, i quali spesso sono poco istruiti e alcuni non hanno neanche finito la scuola superiore. Inoltre, anche se non è scritto da nessuna parte, se una ragazza, anche maggiorenne, scappa di casa può finire in carcere per un anno. Inoltre, se la polizia trova una donna da sola, senza essere accompagnata da un parente stretto, non solo viene arrestata, ma è anche costretta a sottoporsi a un test di verginità da un patologo forense. Un'altra prassi che non esiste nella legislazione ufficiale afghana. Eppure tra il 2002 e il 2010 la comunità internazionale ha speso 904 milioni di dollari per migliorare il sistema giudiziario.

Insomma, le pratiche tradizionali sono difficili da sradicare e i padri hanno potere assoluto sulle figlie fino al matrimonio e una volta sposate il controllo passa al marito.

Secondo Rubina Hamdard, avvocato dell'Afghan Women's Network, un gruppo in difesa delle donne, ogni anno in Afghanistan si verificano 150 casi di diritti d'onore, sulla base delle statistiche degli ultimi cinque anni. Meno della metà viene segnalato e le condanne sono rarissime. Infine, le statistiche del Ministero degli Affari femminili indicano che dei 4.505 casi di violenza contro le donne denunciati lo scorso anno, meno del 10 per cento sono stati risolti attraverso procedure legali. 

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