Stampa

Sinodo, il diritto di voto e il ruolo delle donne nella Chiesa

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Eppur si muove. La questione è annosa, il ruolo delle donne nella Chiesa al di là delle belle parole vuote, ma questa volta al Sinodo il «malessere» è tangibile e le voci che lo esprimono si infittiscono. E non si tratta solo della petizione online di alcune organizzazioni ecclesiali che hanno già raccolto oltre cinquemila firme e chiedono il diritto di voto per le (poche) donne presenti all’assemblea. Le cose si muovono anche all’interno. Del resto è bastata una domanda, molto semplice, rivolta durante il briefing quotidiano con i giornalisti ai tre superiori più importanti di ordini religiosi maschili, e cioè il maestro generale dei Domenicani Bruno Cadoré, il ministro generale dei Francescani conventuali Marco Tasca e il padre generale dei Gesuiti Arturo Sosa Abascal: «Si dice che le donne non votano perché è il Sinodo dei vescovi, però oltre ai vescovi ne fanno parte anche i religiosi: e allora perché i superiori degli ordini maschili hanno diritto di voto e le superiore di quelli femminili no?». Ne è seguito qualche secondo di silenzio, sguardi incrociati di chi in effetti si chiedeva la stessa cosa, finché padre Sosa, il generale dei gesuiti, ha detto: «Se c’è un malessere, è un segno che qualcosa non va bene e può essere un’occasione per individuare un sentiero e andare avanti». Il fondo la parola greca «syn-odós» significa alla lettera camminare insieme lungo la stressa strada: «La riforma della Curia che sta facendo Papa Francesco vuole approfondire la sinodalità della Chiesa e credo che in questa direzione si potranno produrre dei cambiamenti». Il domenicano Cadoré, per parte sua, ha ricordato che «l’ottanta per cento della vita consacrata è femminile» e che il Sinodo di per sé non è legato «all’ordinazione presbiterale», cioè all’essere preti. E padre Tasca ha ricordato che nella tradizione francescana anche i frati non sacerdoti (come lo stesso San Francesco, del resto) possono essere superiori locali, provinciali e generali, anche se per eleggerli devono chiedere tuttora ancora il permesso alla Santa Sede.

«Non siamo di serie B»

Al Sinodo partecipano 267 padri sinodali con diritto di voto, tra cardinali, vescovi, patriarchi e religiosi. Tra i 23 «esperti» e i 49 «uditori», che intervengono ma non votano, le donne religiose sono sette (sei uditrici e una collaboratrice del segretario speciale del Sinodo) e provengono da Francia, Stati Uniti, Corea, Cina, Italia, Spagna e Kenya. «Ma non ci sentiamo partecipanti di serie B», ha spiegato suor Alessandra Smerilli, docente di Economia nella pontificia facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium. E suor Sally Hodgdon, americana, superiora generale e vicepresidente dell’ organizzazione internazionale alla quale appartengono tremila superiori di congregazioni femminili: «Io credo che in futuro potremo vedere dei cambiamenti, certo a Roma tutto cammina così lentamente…». Suor Maria Luisa Berzosa, spagnola, direttrice di «Fe y alegría», non la manda a dire: «Voto o non voto, per me non è questa la questione. C’è un problema di partecipazione. Immaginavo che al Sinodo saremmo state poche donne, ma non così poche».

La petizione

Il testo della petizione (https://action.groundswell-mvmt.org/petitions/catholic-women-religious-should-vote-at-the-synod) fa notare che «due fratelli religiosi ma nessuna suora religiosa, membri dell’attuale Sinodo sui giovani, possono votare». E prosegue: «Esortiamo vescovi, cardinali, la leadership del Sinodo dei vescovi e il Papa a fare in modo che le donne, superiori religiose, lavorino e votino, allo stesso modo, insieme ai loro fratelli in Cristo alle riunioni del Sinodo dei vescovi». Lo hanno sottoscritto alcune organizzazioni internazionali impegnate da anni sul tema: Catholic Women Speak, Donne per la Chiesa, FutureChurch, New Ways Ministry, Quixote Center, Rapport, Voices of Faith, We Are Church International, Women’s Ordination Conference, Women’s Ordination Worldwide. Alessandra Suor Smerilli considera: «Chi pensa che questo vada fatto, fa bene a farlo. C’è un processo di apertura continua e tanti piccoli tasselli possono aiutare questo cammino».

Le parole di Marx

Un segnale importante è arrivato dal cardinale Reinhard Marx, uno dei porporati più influenti e vicini a Francesco, presidente della conferenza episcopale tedesca e membro del Consiglio dei nove cardinali voluto dal Papa: bisogna aumentare la presenza femminile nei ruoli di «leadership» della Chiesa per «spezzare i circoli clericali chiusi», ha spiegato. Il cardinale ha fatto riferimento anche agli scandali della pedofilia nel clero e allo studio recente promosso dai vescovi tedeschi: «Le strutture clericali e il modo clericale di guidare la Chiesa hanno contribuito a un abuso così massiccio e al suo insabbiamento». Ed è notevole che le sue riflessioni sino state pubblicate sull’Osservatore Romano. Il quotidiano della Santa Sede, in un articolo intitolato «Finalmente la voce delle donne», notava come «durante le congregazioni generali», cioè le riunioni plenarie del Sinodo, si sia levata in questi giorni «una voce a favore dell’aumento della presenza e di un maggior coinvolgimento femminile nei ruoli decisionali della Chiesa e del Vaticano». Il cardinale Marx, nel suo intervento, ha spiegato che se «la Chiesa vuole sostenere la dignità delle donne, non è sufficiente ripetere i relativi testi magisteriali: si devono affrontare le domande spesso scomode e impazienti dei giovani sulla parità di diritti delle donne nella Chiesa». E ha concluso: «Per una questione di credibilità, bisogna aumentare molto di più le donne in ruoli di leadership a tutti i livelli della Chiesa, dalla parrocchia fino alla diocesi, alla conferenza episcopale e a allo stesso Vaticano. Occorre davvero volerlo e realizzarlo, perché l’impressione che la Chiesa, quando si tratta di potere, in ultima analisi è Chiesa maschile deve essere superata sia nella Chiesa universale che qui in Vaticano».

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna