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Conferenza Mondiale delle donne indigene: garanzie sanitarie e autodeterminazione

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Conferenza Mondiale delle donne indigene: garanzie sanitarie e autodeterminazione

traduzioni di e. intra e s. gliedman

Il 2 ottobre scorso, nella cittadina messicana di San Felipe, una donna locale  ha partorito su un prato, dopo essersi vista negare il ricovero da un'infermiera del Rural Health Center, la clinica a cui lei e il marito si erano rivolti per ricevere assistenza.  

 

Le grida della donna hanno attirato una folla di curiosi, tra cui l'autore della foto che ha fatto il giro del mondo, suscitando una tempesta di polemiche.  

 

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Irma Lopez, 29 anni e appartenente all'etnia dei Mazatechi ha raccontato di essersi fatta accompagnare all'ospedale dal marito. Pur se i due non parlano bene lo spagnolo, non c'è modo di fraintendere il "no" dell'infermiera, che li ha mandati via dicendo che la donna era solo all'ottavo mese di gravidanza, per cui non era necessario il ricovero. 

 

Un'ora e mezza dopo comunque le acque si sono rotte: la giovane si è accovacciata su uno spiazzo erboso e ha dato alla luce un maschietto. La donna ha poi raccontato di aver camminato per un'ora dalla sua capanna sulle montagne a nord di Oaxaca fino alla clinica. Dall'esperienza con i suoi due precedenti parti, la donna sapeva che avrebbe richiesto più tempo raggungere l'austostrada e trovare un passaggio fino all'ospedale. 

 

Vista la gravità dell'episodio, il Governo dello Stato di Oaxaca ha sospeso il dottor Adrian Cruz, direttore della clinica. 

 

Silvia Flores, sindaco dell'ormai tristemente famosa cittadina, ha riferito che si tratta del secondo episodio quest'anno: a luglio un'altra donna indigena aveva partorito sul prato.  

 

Commentando l'immagine di Irma, Mayra Morales, membro del National Network for Sexual and Reproductive Rights, afferma: "Questa foto mette in luce un problema strutturale di più larga portata che affligge le comunità indigene: le donne non ricevono assistenza adeguata. Non possono accedere a servizi sanitari di qualità."  

 

Il Dipartimento federale della sanità ha annunciato l'avvio di un'inchiesta, come anche la Commissione Nazionale per i Diritti Umani, anche in base al dato allarmante per cui nello stato di Oaxaca quasi una donna su cinque nel 2011 ha dato luce a un figlio in un posto che non era né un ospedale né una clinica. 

 

E proprio la scarsa assistenza sanitaria sarà uno dei temi trattati nel corso della Conferenza Mondiale delle Donne Indigene che si terrà tra il 28-30 ottobre a Lima, un evento che riunirà più di 200 native provenienti da Africa, Artico, Asia, America Latina, Nord America, Pacifico e Russia.  

 

 

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Sotto lo slogan "Progressi e sfide per il futuro che vogliamo", l' incontro vuole incoraggiare le donne indigene a ricoprire un ruolo più importante in tutti i livelli del processo decisionale, invitando i governi a stanziare fondi per soddisfarne le esigenze specifiche.  

 

L'evento si svolge in preparazione della Conferenza Mondiale dei Popoli Indigeni, che si terrà a New York nel 2014. Durante la conferenza si farà il punto sull'attuazione sia della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, sia del Programma d'azione per il Secondo Decennio Internazionale dei Popoli Indigeni del Mondo.  

 

Si discuteranno inoltre gli sviluppi registrati nell'attuazione delle proposte e conferenze internazionali delle Nazioni Unite riguardanti in particolare lo sviluppo e la situazione delle donne. Gli organizzatori dell'evento hanno fissato come obiettivo la costruzione congiunta di strumenti in grado di influenzare e garantire l'effettivo riconoscimento dei diritti delle donne, ragazze e bambine indigene. 

 

Il risultato che si spera di ottenere è il consenso su un'agenda globale comune delle donne indigene, un programma che sarà portato avanti tramite la creazione di un comitato globale. 

 

Tra le personalità più in vista che interverranno nel corso della manifestazione, spiccano l'ex presidente del Forum permanente sulle questioni indigene delle Nazioni Unite, Victoria Tauli-Corpuz, e Tarcila Rivera Zea (dal Perù), coordinatrice della Rete continentale di donne indigene delle Americhe ( Enlace Continental de Mujeres Indígenas de las Américas).  

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