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DONNE IN LISTA, PRIMA MULTA A REGIONE PUGLIA


Un piccolo tassello per il riscatto delle donne in politica, dopo che le Regionali 2010 hanno consegnato alla Puglia un consiglio composto da 67 uomini e appena 3 donne. Nei giorni scorsi, infatti, è stato approvato su proposta dei gruppi Sel e Puglia per Vendola l'ordine del giorno che prevede l'utilizzo dei soldi rivenienti dal pagamento delle multe per le liste elettorali che non hanno rispettato quanto previsto dalla legge, al sostegno ed al potenziamento delle attività degli Organismi di parità della Regione Puglia.

A darne notizia è la presidente della Commissione regionale alle Pari opportunità, Magda Terrevoli, per la quale si tratta del «primo passo verso un cambiamento reale». La legge elettorale in vigore dal 2005, infatti, prevedeva il pagamento di una sanzione pecuniaria per le liste elettorali che non avessero garantito una presenza di donne non inferiore al 30%, ma la legge «è stata continuamente aggirata, con mille cavilli, non garantendoci neanche il risarcimento economico». Di qui l'esultanza per il primo passo, con la consegna della prima «multa» di 4mila euro da parte del gruppo Sel.

«Aspettiamo fiduciose tutti gli altri - aggiunge - sebbene abbiamo imparato che le intenzioni, le belle parole ed anche l'intervento del legislatore non sono sufficienti ad attivare un reale cambiamento nella composizione della rappresentanza politica». L'approvazione unanime dell'ordine del giorno, di fatto, obbliga i partiti a pagare una multa «che loro stessi hanno inserito in una legge da loro emanata», quella del 2005 appunto. E, dalla Commissione Pari opportunità ci si attende anche un segnale concreto (cioé legislativo) con la riforma della legge elettorale, resa «obbligatoria» con la bocciatura da parte della Consulta. In Campania, infatti, il vincolo del 30% delle candidature femminili è stato rispettato e «blindato», introducendo l'obbligo della doppia preferenza uomo/donna nelle urne. Il Pd pugliese ha raccolto da tempo la «lezione» campana, annunciando una proposta di riforma in linea. Se ne riparlerà in settima commissione, dove nei giorni scorsi sono state annunciate le consultazioni con tutti i gruppi per arrivare ad un progetto di riforma organico (comprenderà anche la riduzione del numero dei consiglieri).

Sempre nei giorni scorsi, ha illustrato le attività dell'ultimo biennio la Consulta regionale femminile della Puglia, istituita sin dal 1980. Una pubblicazione fa il punto di quello che è stato fatto, propone relazioni e contributi e si muove nel solco dei fascicoli realizzati dal 2007. «Questo libro è una storia, quella di un impegno svolto con passione, secondo un'eredità tesa a superare problemi ed ostacoli ai diritti alle pari opportunità», ha detto l'ex presidente del consiglio regionale Pietro Pepe. Nelle battaglie al femminile «ricorre l'invisibilità», ha rimarcato invece l'at - tuale presidente del Consiglio, Onofrio Introna. «Si è svolta nel silenzio la lunga marcia delle donne per assicurare una presenza e un contributo fondamentali». Introna ha anche affrontato i nodi legislativi che dovranno favorire l'emancipazione e la valorizzazione paritaria di genere, nella società come nel lavoro quanto nelle assemblee rappresentative. "Non tutte le giunte regionali - ha osservato - realizzano la perfetta parità tra uomini e donne come ha fatto in Puglia il governo Vendola». «Continueremo a lottare finchè i nostri diritti non saranno riconosciuti pienamente», ha sottolineato la presidente della Consulta femminile Anna Maria Carbonelli Quaranta. «Non interromperemo le nostre battaglie per ottenere leggi adeguate, con la passione tipica delle donne, l'impegno costante che le distingue e la collaborazione indispensabile delle istituzioni».

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