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Doppia preferenza, Boccia: «I diritti delle donne ora sono riconosciuti»

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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«Il decreto del governo pone rimedio a una situazione inaccettabile e sancisce un principio fondamentale: l’esecutivo, esercitando il potere sostitutivo ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione, ha mostrato come di fatto la parità di accesso delle donne alle cariche elettive è equiparata alla tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali». Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali, è stato uno degli artefici del decreto che ha posto rimedio alla mancata previsione nella legge elettorale pugliese della doppia preferenza di genere. Alla Gazzetta spiega la portata della decisione assunta dal Consiglio dei ministri.

Ministro, c’è voluto un intervento del governo dopo 5 anni di dibattiti…

«È stato sancito un principio sempre scolpito nelle richieste di Emiliano, ma che il Consiglio non ha mai avuto i numeri per approvare».

L’ultima seduta del parlamentino pugliese è stata burrascosa.

«Quando ci si nasconde dietro il voto segreto non sai mai chi sono i buoni e chi sono i cattivi. Ma ora devo ringraziare il senso di responsabilità di tutti, a partire dalle opposizioni. Il decreto viene fatto con il massimo rispetto di tutte le forze politiche. Non ha un colore politico il diritto delle donne».

Chi vince con il decreto?

«Perde chi pensava di affossare questa battaglia, mentre hanno vinto tutti quelli che ci credevano. Il voto segreto nell’ultima votazione del consiglio regionale era un modo di nascondersi. Quella sera c’erano uomini che votavano contro le donne».

L’utilizzo dell’art. 120 della carta è una limitazione delle autonomie regionali? Il centrodestra parla di «precedente pericoloso»…

«Non ho mai utilizzato l’art. 120 durante l’emergenza Covid, pur potendo davanti a ordinanze regionali che meritavano un intervento. In questo caso i poteri sulla legge elettorale erano del Consiglio ma non è stato in grado di adeguare le norme. Non siamo stati invasivi».

La data delle elezioni pugliesi di settembre è in discussione?

«Non c’è nessun rischio ed è un dovere nostro garantire la regolarità delle elezioni. Lavoreremo con maggioranza e opposizione perché non cambi nulla. Ma devo ringraziare chi ha dato un contributo essenziale per questo risultato».

A chi si riferisce?

«Dico grazie all’intergruppo parlamentare delle donne guidato da Laura Boldrini e al comitato “Duevotimegliodiuno” guidato da Marida Dentamaro: ci hanno aiutato ad arrivare all’ultimo atto».

Adesso si potrà tornare alla campagna elettorale sui programma?

«Ora si deve parlare di programmi. Finora lo sport preferito degli altri candidati è stato parlar male di Emiliano e della Puglia. Consiglio invece di parlar bene della Puglia e di far capire cosa farebbero in più rispetto alla “rivoluzione” che noi abbiamo fatto in questi 15 anni».

Quale sarà la visione di fondo del centrosinistra con Emiliano?

«La Puglia proiettata nel futuro: dall’Ilva verde, alla Sanità 5.0 alla valorizzazione delle eccellenze costituite dalle Università pugliesi. Vogliamo una acciaieria ionica verde, mentre ci sono candidati che l’hanno sempre voluta “nera”, e la vogliamo modello di una industria pulita, con innovazione tecnologica spinta. Abbiamo parlato di decarbonizzazione quando due candidati degli attuali parlavano della necessità di produrre con il carbone, come risulta dalle posizioni su tutti i motori di ricerca».

Sulla Sanità?

«La Regione è stata superlativa nella gestione del Covid: mi piacerebbe che i candidati alternativi ci dicessero come rafforzare il settore rendendolo un modello, oltre le critiche distruttive».

La Puglia è da quindici anni una regione simbolo nel Sud per il centrosinistra.

«Il Pd e i progressisti ripartono dalle meraviglie della Puglia. Gli altri alimentano rabbia, noi scommettiamo sull’innovazione continua. Ci vogliamo confrontare sulla qualità degli interventi per migliorare la Regione che ha cambiato volto, anche grazie ad Emiliano, che da sindaco aveva rivoluzionato Bari, cancellando l’immagine tetra del borgo antico e bonificando la Fibronit».

Auspica una contesa elettorale senza veleni?

«Una campagna così fa male alla Puglia, considerata la regione più bella d’Italia. E un motivo ci sarà. Il mio appello è volto ad alzare l’asticella».

Il provvedimento sulla doppia preferenza qualcuno lo chiama “decreto Boccia-Bonetti”.

«È soprattutto il decreto Conte e di tutto il governo. I nomi dei ministri sono relativi».

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