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Il volto oscuro del femminismo: «Questo modo d'agire è indecente»

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Durante una manifestazione notturna venerdì notte a Losanna, un gruppo di "femministe radicali" hanno gettato nel fuoco le copie di un giornale che poneva dei dubbi sullo sciopero delle donne

LOSANNA - «Questo modo d'agire è indecente e ridicolo». È veemente la condanna di Stéphanie Pahud, linguista e femminista, riguardo al comportamento di alcune donne che nella notte su venerdì, sulla Place de la Riponne a Losanna, hanno gettato nel fuoco diverse copie del giornale "Lausanne Cités". Un gesto che scredita e getta in cattiva luce tutte quelle donne (la stragrande maggioranza) che ieri hanno protestato per i propri diritti in maniera impeccabile. Ma qual è stato Il motivo scatenante di questo atto sconsiderato? Il quotidiano riportava in prima pagina un titolo contro la manifestazione. "Donne in sciopero: il male dominante". In un editoriale, poi, venivano usate parole critiche e dure citando «l'isteria» di alcune «femministe radicali», minoritarie ma rumorose che rivendicano «tutto e il contrario di tutto» per dare contro all'uomo.

Gesto barbaro - L'editorialista in questione aveva pure contattato Pahud, che aveva contestato i metodi e le affermazioni di alcuni di questi collettivi «che parlano a nome di tutte le donne benché non le rappresentino tutte». Informata ieri da 20 minutes, la ricercatrice universitaria deplora il gesto compiuto. «Si può ovviamente non essere d'accordo con il titolo scelto o con il contenuto dell'articolo. Ma ogni critica deve essere esposta democraticamente».

Come i nazisti - Lei stessa, da femminista convinta e impegnata da anni nella lotta per la parità dei diritti, detesta solo l'idea di poter bruciare o distruggere gli scritti di chi la pensa in maniera differente o opposta. «È quello che facevano i nazisti nel 1933». Il caporedattore di "Lausanne Cités" Philippe Kottelat si è invece detto «molto colpito» da questo atto che ricorda «quello che è successo nel passato sotto altri regimi». Il giornalista sottolinea come le artefici siano proprio quelle "femministe radicali" a chi faceva riferimento il pezzo. Poi però recita anche un parziale mea culpa. «Volevamo parlare di quelle femministe arrabbiate che vogliono escludere gli uomini e che usano cifre palesemente infondate per difendere i propri argomenti, non criticare lo sciopero delle donne. Abbiamo mancato di tatto», si schernisce Kottelat. «Abbiamo sbagliato ad usare termini forti come "Isteria" e chiedo scusa per questo».

Minacce - Stephanie Pahud rivela a 20 minutes di aver ricevuto insulti e minacce da alcune donne appartenenti a collettivi femministi per una sua opinione pubblicata su "Le Matin Dimanche". «E sono le stesse persone che sostengono di voler salvare l'umanità», conclude amaramente.

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