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L'Oréal e Unesco premiano sei giovani ricercatrici italiane

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Giovedì 17 giugno 2021 - 15:27

19esima edizione del Premio "Per le Donne e la Scienza"

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Milano, 17 giu. (askanews) – L’Oréal Italia ha annunciato le 6 vincitrici dell’edizione italiana del Premio L’Oréal-UNESCO “Per le Donne e la Scienza” alla presenza della Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. Sei borse di studio del valore di 20.000 euro ciascuna sono state assegnate ad altrettante ricercatrici under 35, sulla base dell’eccellenza riconosciuta ai loro progetti nei campi delle scienze della vita e della materia. Il bando di questa edizione ha raccolto 320 candidature da tutta Italia. La giuria, composta da illustri professori universitari ed esperti scientifici italiani e presieduta da Lucia Votano, dirigente di Ricerca emerita dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), dopo un’attenta valutazione ha selezionato le sei ricercatrici più meritevoli per i loro progetti nel campo delle STEM. Livia Archibugi Progetto – Tumore del pancreas: a caccia di meccanismi molecolari che predicano la risposta alla chemioterapia Istituto ospitante: Ospedale San Raffaele (Milano), Centro di Ricerca Clinica e Traslazionale sul Pancreas, Unità di Endoscopia Biliopancreatica ed Ecoendoscopia. Elisa Pellegrini Progetto – Moria dei canneti e cambiamento climatico: dov’è il collegamento? Istituto ospitante: Dipartimento Agro-Alimentare, Ambientale e Animale dell’Università di Udine: Laboratorio di Biochimica del suolo. Letizia De Chiara Progetto – Cellule poliploidi renali: un nuovo strumento per la prevenzione della malattia renale cronica Istituto Ospitante: Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche-Università degli Studi di Firenze. Ornella Juliana Piccinni Progetto – Via con l’onda: rilevamento di oggetti estremi come resti di eventi di onde gravitazionali nei dati degli interferometri LIGO-Virgo-KAGRA Istituto Ospitante: Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN). Natalia Bruno Progetto – AQTRESS – Atomic Quantum Technologies for Reliable Engineering of Solid State devices Tecnologie quantistiche atomiche per la progettazione di dispositivi a stato solido Istituto Ospitante: Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-INO) con sede al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non lineare (LENS) e Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli studi di Firenze. Lorena Baranda Pellejero Progetto – Sintesi di molecole funzionali mediata da biomarcatori clinicamente rilevanti attraverso l’uso di sistemi basati su DNA sintetico Istituto Ospitante: Università di Roma Tor Vergata, Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie, Laboratorio di Biosensori e Nanomacchine. L’Oréal e UNESCO si impegnano da 23 anni con il progetto “For Women in Science”, il primo premio internazionale dedicato alle donne che operano nel settore scientifico. Dal 1998 a oggi sono state sostenute nel loro percorso di carriera ben 3.600 ricercatrici in 117 Paesi. Cinque di queste scienziate, dopo aver vinto il premio L’Oréal-UNESCO, sono state insignite del premio Nobel: tra loro Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, vincitrici del Nobel per la Chimica nel 2020. “Quest’anno abbiamo tutti avuto una chiara consapevolezza di quanto sia necessaria la ricerca scientifica – ha commentato Francois-Xavier Fenart, presidente e Ad di L’Oréal Italia – è la scienza infatti che ci ha fornito la risposta per affrontare una pandemia globale che aveva congelato le nostre vite. È per questo che quest’anno siamo particolarmente orgogliosi di premiare queste sei giovani ricercatrici, perché possano portare avanti i loro progetti di ricerca in Italia e perché diventino dei role model, degli esempi da seguire e da emulare, per le loro colleghe e per tutte le giovani donne e ragazze. Fino a oggi abbiamo assegnato 100 borse di studio in Italia, un traguardo importante che ci spinge a continuare a impegnarci in questo percorso iniziato diciannove anni fa, convinti che le ricercatrici donne possano e debbano contribuire al progresso scientifico e che siano determinanti per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile su cui costruire il nostro futuro”. “Katalin Karikó, conosciuta anche come KK, è la biochimica e ricercatrice ungherese che ha dedicato la sua carriera alla messa a punto dell’innovativa terapia genica basata sull’mRNA, impiegata per il primo vaccino anti COVID-19 – ha aggiunto Enrico Vicenti, Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO – è un’ambasciatrice d’eccezione del nostro motto “Il mondo ha bisogno della scienza e la scienza ha bisogno delle donne” oltre che un esempio brillante, per le giovani ricercatrici premiate oggi e nelle precedenti edizioni, e per tutte le donne, di quanto sia importante il loro contributo per il nostro futuro. Avere solo un terzo delle ricercatrici donne a livello mondiale, di cui pochissime nelle posizioni apicali, è un enorme spreco di talento e opportunità: il Premio UNESCO – L’Oréal “Per le Donne e la Scienza” negli ultimi 19 anni ha caparbiamente e in anticipo sui tempi contribuito in modo attivo a supportare le giovani ricercatrici nei loro progetti di ricerca e nel loro percorso professionale. La disuguaglianza di genere nella ricerca e nelle discipline STEM è ancora molto ampia, insieme a L’Oréal vogliamo continuare a fare la nostra parte per ridurla”. L’evento di premiazione e l’open talk per condividere e approfondire dati, esperienze e proposte sull’uguaglianza di genere nella ricerca scientifica ha ospitato gli interventi di FrançoisXavier Fenart, Presidente e AD di L’Oréal Italia, di Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, di Maria Cristina Messa, Ministra dell’Università e della Ricerca, che ha inviato un video messaggio, di Enrico Vicenti, Segretario Generale della Commissione Nazionale per l’UNESCO, della Professoressa Lucia Votano, di Francesca Santoro, Head of the Tissue Electronics Lab IIT, di Linda Raimondo, studentessa di Fisica all’Università di Torino e divulgatrice scientifica in TV e sui social e di Enrico Bucci, Adjunct Professor, Sbarro Institute-Temple University Department of Biology, Philadelphia. L’evento è stato moderato dalla giornalista RAI Alma Grandin. Secondo l’ufficio statistico dell’UNESCO, complessivamente le donne rappresentano ancora una minoranza nell’ambito della ricerca scientifica, costituendo circa un terzo dei ricercatori a livello mondiale. Se poi andiamo a guardare i riconoscimenti scientifici al talento femminile, il soffitto di cristallo appare ancora piuttosto spesso. Tra il 1901 e il 2020, ad esempio, meno del 4% dei premi Nobel – solo 23 – è stato assegnato a donne, considerando solo quelli per la Fisica, la Chimica, la Fisiologia o la Medicina. Sono diversi i fattori che ostacolano una donna nell’intraprendere una carriera in ambito scientifico, dall’autostima e valutazione di sé stessi, ai gusti personali, alla conoscenza e consapevolezza delle opzioni disponibili a livello accademico. A questi fattori si vanno ad aggiungere gli stereotipi di genere con una continua rappresentazione di innovatori al maschile. Senza tralasciare che il contributo delle donne nella scienza non riguarda solo il progresso scientifico e sociale, ma anche quello economico: secondo i dati dell’European Institute for Gender Equality (EIGE), colmare la disuguaglianza di genere in ambito STEM in Europa entro il 2050 determinerebbe un incremento del Pil pro capite tra il 2,2% e il 3,3%.

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