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In Campidoglio si parla di violenza domestica contro gli uomini. E le femministe insorgono

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Roma, 20 set – E’ arrivata in Campidoglio la discussione sul fenomeno della violenza domestica subita dagli uomini. Il tema è stato discusso dalla commissione capitolina delle pari opportunità allo scopo di avviare, a partire dalle istituzioni, una cultura del rispetto verso l’altro, a prescindere dal genere. “Taglio” che la consigliera del Lazio Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti e componente della commissione pari opportunità non ha approvato, dichiarando: “Il Campidoglio, anziché mistificare la realtà indebolendo così il fondamentale impianto culturale che richiede un’assunzione di responsabilità generale di fronte alla violenza di genere, dovrebbe impegnarsi senza sosta per garantire alla nostra città la salvaguardia e l’estensione dei servizi contro la violenza sulle donne nonché delle case delle donne. La sindaca Raggi ascolti l’appello che le donne dei centri sono tornate a rivolgerle anche oggi e tolga immediatamente il Campidoglio da questa ennesima posizione ambigua e pericolosa”. Ma la Bonafoni non apprezza il lavoro di chi lavora contro la discriminazione?

Anche gli uomini sono vittime di violenza domestica

Diventa ogni giorno più evidente che la violenza, psicologica o fisica che sia, non ha sesso, perciò non la si deve (più) considerare un fenomeno esclusivamente vissuto dalle donne. Come ha spiegato la dottoressa Magdalena Giannavola, avvocato penalista intervenuta in commissione, anche gli uomini la subiscono fra le mura domestiche. E i numeri non mentono.

Il fenomeno, però, non ha ancora ricevuto le dovute attenzioni e denunciarlo richiede onestà intellettuale e assenza di strumentalizzazioni perchè questo processo non vanifica il lavoro svolto per debellare il fenomeno della violenza sulle donne, inoltre, correggere il significato di “parità di genere” impedisce alle associazioni che fanno lobby, per lo più interessate agli interessi economici che gravitano intorno ai Cav (centri antiviolenza), di negare all’uomo la posizione di vittima.

Come dichiarato dalla dottoressa Giannavola, l’idea di costituire un “baluardo” dei diritti maschili è nata dall’osservazione di alcuni casi processuali in cui è emersa, in tutta evidenza, una disparità di trattamento mediatica e, soprattutto, giudiziale, nei confronti di uomini vittime di maltrattamenti o di vessazioni di vario tipo da parte delle donne.

“La violenza non ha sesso”

Una posizione condivisa anche dal Movimento femminile per la parità genitoriale che dal 2012 sostiene le ragioni della vera parità, della dignità di tutte le vittime e del diritto dei figli alla bigenitorialita’. Chi lavora con questi obiettivi viene pesantemente attaccato. In questo modo non si tutela nessuna vittima. La violenza va affrontata e contrastata tutta, senza stereotipi, dichiara la Presidente Adriana Tisselli.

Della stessa idea anche Francesca Beneduce prima firmataria della petizione “La violenza non ha sesso” indirizzata al ministro per le Pari opportunità e agli assessori regionali italiani, per chiedere l’adozione di efficaci misure di contrasto alla prassi discriminatoria nei confronti delle vittime maschili di violenza domestica e l’apertura dei centri antiviolenza alla persona e non al genere perché “le istituzioni devono dare risposte erga omnes”.

Antonietta Gianola

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