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Alley Oop-Sole 24 Ore vince con Università Vanvitelli, Prodos e D.i.Re il bando europeo “Never Again”

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Dopo l’informazione, l’approfondimento, lo studio del problema della violenza di genere, attraverso centinaia di post, due convegni e due e-book intitolati “#Hodettono” e “#Nonseisola“, arriva per il team di Alley-Oop-Il Sole 24 Ore che si occupa della violenza di genere un grande piano concreto per combattere alla radici questa piaga. Un progetto che poggia su due pilastri: la formazione e l’attività di comunicazione e sensibilizzazione.

Il Sole 24 Ore, con il progetto “Never Again”, ha infatti vinto, assieme all’università Vanvitelli di Napoli che è capofila, la società di europrogettazione Prodos Consulting, D.iRe-Donne in rete contro la violenza, l’associazione teatrale M.A.S.C. e Maschile Plurale, il bando europeo nell’ambito del programma Rec-Rights, Equality and Citisenship Programme.  Tra i partner del progetto si contano anche numerosi organismi istituzionali come presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento delle Pari opportunità, la Scuola Superiore della Magistratura e Consiglio Nazionale Forense. Il progetto dovrebbe partire a novembre e ha una durata di due anni.

Un progetto contro la vittimizzazione secondaria delle donne

Il progetto “Never Again”, che ha avuto la valutazione positiva da parte della Commissione europea, ha come obiettivo la lotta al fenomeno della vittimizzazione secondaria nel contesto della violenza maschile contro le donne. In poche parole le donne, già vittime di violenza, spesso diventano vittime un’altra volta nel loro percorso di denuncia,  davanti ai tribunali, nella rappresentazione dei media e dei giornalisti, nel contesto sociale dove vivono e operano. E questo accade molto spesso per scarsa formazione e informazione dei soggetti con cui interagiscono.

Il progetto ha, quindi, lo scopo di migliorare la sensibilità di genere del sistema giudiziario nei confronti delle donne vittime di violenza, per rispondere in maniera adeguata ai diritti e ai bisogni delle vittime di violenza maschile;  rafforzare le competenze delle figure professionali del sistema giustizia che entrano in contatto con le donne vittime di violenza; contribuire a una più efficace attuazione delle disposizioni di legge in materia di violenza contro le donne a livello nazionale ed europeo, favorendo un approccio incentrato sulle vittime e i loro diritti. Inoltre il piano punta a sensibilizzare i giornalisti sull’importanza di abbandonare le rappresentazioni sociali dominanti attraverso un cambiamento dell’uso del linguaggio nel raccontare i fatti di cronaca riguardanti donne vittime di violenza e  accrescere la consapevolezza riguardo le radici socio-culturali del fenomeno al fine di sradicare gli stereotipi di genere.

Formazione e comunicazione e uno spettacolo teatrale itinerante nel piano

Il progetto poggia su due pilastri fondamentali: la formazione a la comunicazione. Si metterà, infatti, a punto un corso di formazione rivolto ai rappresentanti delle forze dell’ordine, ai professionisti della giustizia e ai giornalisti sulla prevenzione del fenomeno della vittimizzazione secondaria  e si realizzeranno attività  di comunicazione e sensibilizzazione.

In particolare le attività di formazione coinvolgeranno 100 agenti di polizia, 200 professionisti della giustizia e 50 giornalisti. Le attività di comunicazione e sensibilizzazione accompagneranno tutta la durata del progetto, coinvolgendo un pubblico molto più ampio e contribuendo a raggiungere gli obiettivi del progetto.

Tra le tante attività previste, il progetto porterà in 10 città italiane uno spettacolo teatrale interattivo, pensato per sensibilizzare il pubblico sulla tematica della vittimizzazione secondaria. La performance teatrale metterà in scena una simulazione del processo di violenza per mostrare quanto spesso il linguaggio usato nelle aule dei tribunali rafforzi gli stereotipi di genere. Da questa performance sarà elaborata una sceneggiatura per futuri adattamenti in altri Paesi, da utilizzare non solo in ambito teatrale ma anche nell’ambito di una metodologia didattica per la formazione degli operatori del sistema giustizia.

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