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"8 marzo, agiamo affinché le pari opportunità entrino a far parte della nostra cultura" - Newsbiella.it

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma de "Gli uomini di CGIL CISL UIL". "Ieri come oggi, nelle istituzioni, in politica, nel lavoro e anche nel sindacato gli uomini ricoprono in maggioranza ruoli di potere. Nella giornata dell’8 marzo, data convenzionale che serve a ricordare le lotte per l’emancipazione femminile, tantissimi uomini faranno gli auguri alle madri, mogli, compagne, figlie, fidanzate e porteranno loro una mimosa. Con questo omaggio pensiamo di poterci liberare del peso che le donne portano per vedere riconosciti i propri diritti? Il diritto al lavoro, il diritto alla maternità, il diritto di scegliere, il diritto di lasciare.

Tutti noi abbiamo delle responsabilità: quando ci voltiamo dall’altra parte, quando ridiamo alle battute sessiste, quando lasciamo che una donna venga discriminata, derisa, violentata, uccisa. Per questo noi uomini del sindacato abbiamo l’obbligo di agire per essere attori di un cambiamento culturale, sociale, politico che porterà un beneficio al Paese intero. Ogni donna ha il diritto di vivere una vita sicura e serena, ma l’odio verso di esse e sempre sotto i nostri occhi. Pochi si stupiscono quando un uomo al comando, sia esso un politico, un superiore, un collega, denigra una donna in quanto tale ed aizza gli altri in una discriminazione urlata sguaiatamente. Dalla violenza delle parole a quella dei fatti la distanza è breve: ogni 72 ore in Italia un uomo, spesso un congiunto, uccide una donna; ogni 15 minuti un uomo infligge maltrattamenti fisici o psicologici ad una donna. Non si può gestire l’orrore: bisogna combatterlo attraverso l’educazione, la formazione, la cultura della differenza e del rispetto. Le Leggi devono essere chiare ed esigibili per fermare questa mattanza. La diffusa e alta disparità salariale tra lavoratrici e lavoratori, la grande disuguaglianza di partecipazione delle donne nei ruoli apicali del lavoro, la rigidità dei ruoli familiari fanno del nostro Paese una Nazione, che nei fatti, non ama le donne.

Il comportamento della società italiana rispetto alla famiglia ha un atteggiamento ambiguo: da una parte la difende a spada tratta, dall’altra chiude gli occhi di fronte a tutte le difficoltà che le donne affrontano ogni giorno per vivere da equilibriste i vari ruoli che la vite gli impone. La fatica che fanno le donne ad entrare e restare nel mondo del lavoro è sotto gli occhi di tutti e segnala difficoltà profonde, radicate nella conciliazione tra il doppio ruolo ricoperto dalle donne nel lavoro retribuito e nel lavoro di cura. Il 67% delle dimissioni avviene dopo aver partorito il primo figlio. Il part-time come una clava, foriero di lavoro povero con orari spezzati e da cui molte donne non riescono più ad uscire. I part-time negati, che portano all’unica scelta possibile: lasciare il lavoro. Il nostro Paese ha una delle più basse percentuali di occupazione femminile. Noi uomini del Sindacato abbiamo l’obbligo di agire, perché le norme, l’organizzazione del lavoro, gli orari non sono neutri e hanno un impatto differente sulle donne rispetto agli uomini. Non basta più sostenere le donne, dobbiamo farci carico e promuovere le battaglie sulle pari opportunità nella vita e nel lavoro.

Se da una parte dobbiamo operare per costruire condizioni di pari opportunità, dall’altra dobbiamo responsabilizzarci nella genitorialità e nell’assistenza famigliare, rompendo quello schema per cui una carriera professionale per una donna significa ancora oggi rinuncia. Saremo vincenti se queste battaglie si faranno insieme. La nostra Costituzione afferma che il lavoro è strettamente collegato alla democrazia e alla dignità della persona, attraverso di esso una persona si realizza, si rende libera, cresce personalmente e fa crescere la comunità che abita. Il lavoro è inclusione, è costruzione di futuro. Cominciamo da qui a cambiare, non nascondendoci più dietro alle mimose, ma educando nel nostro piccolo un mondo dove le differenze sono una ricchezza. Sono le persone a fare le culture e a portare i cambiamenti, per cui agiamo affinché le pari opportunità entrino a far parte della nostra cultura". 

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