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"Proteggere le donne vittime di violenza e loro figli come i collaboratori di giustizia"

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Le donne vittime di violenza e i loro figli come i collaboratori e i testimoni di giustizia. Per Virginia Raggi “l’unica soluzione“ per assicurare protezione e sicurezza alle donne che hanno denunciato maltrattamenti, aggressioni, soprusi evitando che possano subirne ancora è “estendere” anche a loro “e ai loro figli la normativa posta a tutela dei collaboratori e dei testimoni di giustizia”. Scrive proprio così la sindaca di Roma in una lettera indirizzata alla Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, e al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Sulla questione - ricorda Raggi nella missiva - si è pronunciata anche l’Assemblea capitolina, approvando una mozione nella quale “si considerava, per un verso, la necessità di garantire segretezza e anonimato alla residenza o al domicilio delle vittime di violenza e, per l’altro, si segnalava come questa necessità collidesse con la normativa vigente”. Sulla base della quale - e purtroppo è accaduto - leggendo gli atti dei procedimenti avviati dopo le denunce, coloro che sono stati indicati come autori di aggressioni e maltrattamenti “possono agevolmente venire a conoscenza dell’indirizzo presso cui sono domiciliate le donne vittime di violenza, con ciò - si legge ancora nella missiva - mettendo a repentaglio la sicurezza loro e degli eventuali minori”. Né, ricorda la sindaca di Roma, sono serviti a garantire tutela e sicurezza “alcuni espedienti “tecnici” (come la domiciliazione legale o fittizia presso le associazioni antiviolenza)”.

Di qui, secondo Raggi, la necessità di estendere alle donne vittime di violenza la normativa per collaboratori e testimoni di giustizia e il suo invito a Bonetti e Bonafede a promuovere “ogni iniziativa legislativa per superare questa lacuna normativa. Si tratterebbe - si legge in conclusione - di un  atto di giustizia a tutela della sicurezza personale di soggetti deboli e minacciati”.

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