IN ITALIA LA VERGOGNA DELLE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI
MUTILAZIONI GENITALI: L'80% IN 4 REGIONI, PRIMA LOMBARDIA
L'80% delle donne e delle bambine che in Italia hanno subito le mutilazioni genitali - circa 110 mila - e' concentrato in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio. Lo rileva uno studio commissionato dal ministro per le pari opportunita', Mara Carfagna, all'istituto Piepoli e concluso quest'estate. Alcuni dei risultati dello studio sono stati resi noti oggi da Emma Bonino. In particolare, in Lombardia si concentra il 35% delle donne mutilate (38.970), in Veneto il 14% (15.340), in Emilia Romagna il 13% (14.150), nel Lazio il 10% (11.312). A seguire, si registrano l'8% del Piemonte e il 5% della Toscana. Il 4,2% di tutte queste donne e' rappresentato da bambine e adolescenti con meno di 17 anni che subiscono la mutilazione nel nostro Paese o nei periodi di soggiorno nel Paese d'origine. Lo studio ha stimato che entro il 2050 saranno 30-40 mila le under 17 mutilate sessualmente. A quella data, si ipotizza che nel nostro paese la pratica sara' estinta. ANSA, ROMA, 30 SET 09.
MUTILAZIONI GENITALI:BONINO,ENTRO ANNO SERVE RISOLUZIONE ONU (ANSA) - ROMA, 30 SET - Una risoluzione, entro l'anno, dell'Assemblea generale dell'Onu sulla messa al bando delle mutilazioni genitali femminili: e' l'obiettivo, indicato dal vice presidente del Senato Emma Bonino, della campagna dell'Associazione radicale 'Non c'e' pace senza giustizia'. Una risoluzione che, ha osservato Bonino in una tavola rotonda organizzata questa mattina dall'associazione - nel corso della quale e' stata presentata una ricerca del ministero delle Pari Opportunita' - non e' ''ovviamente vincolante, ma e' parte di un processo'', che vede anche l'impegno in prima persona del ministro degli Esteri Franco Frattini. Lo scorso 25 settembre, a margine dell'Assemblea generale a New York, - ha ricordato Bonino - Frattini ha organizzato una riunione ministeriale co-presieduta assieme ai direttori generali dell'Unfpa e dell'Unicef e alla quale hanno preso parte anche 15 Paesi africani, per avviare il lavoro sulla risoluzione. Un fronte, quello della lotta alle mutilazioni genitali, sul quale la disponibilita' della cooperazione italiana e' massima. ''C'e' un problema sanitario immediato - ha osservato il direttore generale della cooperazione Elisabetta Belloni - ma anche le conseguenze sono drammatiche. E' un dovere morale far si' che quelle donne che hanno subito le violazioni possano riconquistare uno standard di vita piu' accettabile''. Secondo i dati dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanita') tra i 100 e i 140 milioni di bambine, ragazze e donne nel mondo hanno subito mutilazioni genitali. Ed e' l'Africa a detenere il triste primato: nel continente sono 91,5 milioni le donne vittime di mutilazioni genitali e, ogni anno, se ne aggiungono altri 3 milioni.(ANSA).
MUTILAZIONI GENITALI: IN ITALIA OLTRE 1000 BAMBINE COINVOLTE 35 MILA IMMIGRATE L'HANNO SUBITA, 4.600 RAGAZZINE A RISCHIO (ANSA) - ROMA, 30 SET - Sono piu' di mille le bambine e le adolescenti immigrate da Paesi africani che hanno gia' subito, o potrebbero subire nel nostro Paese, mutilazioni genitali. E sono circa 35 mila le donne immigrate che sono state vittime di questa pratica prima di venire in Italia o una volta giunte qui. La denuncia e' contenuta in una ricerca del luglio 2009 commissionata dal ministero per le Pari Opportunita' e presentata oggi a una tavola rotonda dell'Associazione radicale Non c'e' pace senza giustizia, sul tema delle mutilazioni genitali femminili, coordinata da Emma Bonino. Sono 110 mila, in Italia, le donne provenienti dai 26 Paesi africani in cui le mutilazioni genitali costituiscono ''una pratica culturale e tribale diffusa''. Di esse, 35 mila sono gia' mutilate. Le loro figlie, circa 4.600 ragazzine che hanno meno di 17 anni, sono il 'serbatoio' dal quale provengono le oltre 1000 sfortunate che porteranno per tutta la vita i segni delle mutilazioni e conseguenze sanitarie gravissime. Un problema da affrontare, in Italia e nel mondo, a vari livelli e con il coinvolgimento di tutti: parlamento, enti locali, societa' civile. E che deve fare i conti con le resistenze legate alla tradizione e con altro: ''E' una contraddizione - ha affermato il direttore dell'Istituto nazionale Migrazione e poverta',Aldo Morrone,- cercare di lottare contro le mutilazioni e rendere difficoltoso, per gli immigrati non in regola, l'accesso al servizio sanitario nazionale.