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i social per i diritti delle donne iraniane

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Un vero e proprio movimento digitale per ribadire uguaglianza, parità dei sessi e libertà di scelta sul velo tramite foto e pubblicazioni simboliche

 

Ha raggiunto oltre un milione di sostenitori il movimento iraniano My Stealthy Freedom. Libertà "furtiva", "segreta", "nascosta", ma con un grande potenziale simbolico, per affermare il diritto delle donne a decidere in autonomia sulvelo.

Indossare lo hijab in pubblico è infatti una pratica obbligatoria per le donne iraniane. Esiste un vero e proprio codice di abbigliamento a riguardo, divenuto legge dopo la Rivoluzione islamica del 1979 e l'entrata in vigore della Costituzione ispirata alla sharia.

Atti di repressione e diritti negati sono, ancora oggi, all'ordine del giorno, nello Stato mediorientale. La polizia religiosa è una realtà viva, presente e tristemente solerte nel punire anche un velo non indossato a dovere. Non è solo l'obbligo di coprire il capo, tuttavia, a testimoniare la preoccupante condizione femminile in Iran. Ben pochi, infatti, sono i trattamenti paritari riservati alle donne. Nonostante l'Iran non sia uno degli Stati islamici con le peggiori condizioni, gli elementi sociali, economici e politici a sfavore dell'universo femminilesono ancora molteplici.

In questo contesto, My Stealthy Freedom, grazie alla visibilità, all'immediatezza e alla diffusione dei social media, si inserisce come uno strumento indubbiamente positivo. La pagina Facebook del movimento, con il suo enorme seguito, testimonia senza equivoci una necessità sempre più forte di cambiamento. Le donne iraniane, sul gruppo, postano loro foto senza il velo sulla testa, oppure nell'atto di toglierselo.

Risale a circa tre mesi fa, ad esempio, il caso di una ragazza che ha caricato una sua foto con i capelli rasati e senza velo, sostenendo che in tal modo non avrebbe più avuto l'obbligo di indossarlo. Altre iraniane, invece, si camuffano da uomo, con vestiti e tagli di capelli corti, per poter uscire liberamente. A creare il movimento è stata la giornalista Masih Alinejad, che vive a Londra e si batte attivamente per la libertà delle donne iraniane. Lei stessa, riguardo allo hijab, ha sostenuto di non essere contraria al velo, ma favorevole alla libertà di scelta femminile.

Uno spazio fondamentale per riflettere ed esprimersi, quello offerto alle donne iraniane da My Stealthy Freedom. Le campagne intraprese, le prese di posizione e le "provocazioni" non hanno intenzione di fermarsi. A fine luglio, il movimento ha lanciato un appello direttamente al sesso maschile, invitandoli a condividere ciò che provano le donne. Con l'hashtag #meninhijab, sono state diffuse foto di uomini con il velo vicino a donne con la testa scoperta.

Atti simbolici, "digitali", ma non certo meno importanti, tanto da aver suscitato reazioni sdegnate – e in alcuni casi anche arresti – da parte delle autorità iraniane. I sostenitori della "libertà furtiva" vanno comunque avanti, nella speranza che l'argomento della parità dei sessi, ancora osteggiato e colmo di pregiudizi, possa davvero scuotere le coscienze, andando oltre qualsiasi precetto religioso.

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