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Atti del Convegno "POLO DELLA MEDIAZIONE EUROPEA PER LA PACE"

ATTI DEL CONVEGNO
(locandina in calce)

Messaggio di Jo Leinen (Presidente Commissione Affari Costituzionali Parlamento europeo)


RELAZIONE TENUTA PRESSO IL CONSIGLIO ITALIANO MOVIMENTO EUROPEO, IN ROMA, P. ZZA DELLA LIBERTA' N. 13-4° PIANO, IL GIORNO 21/01/2009 ORE 16 DAL DOTT. GENNARO CALABESE, PRESIDENTE AGGIUNTO ON. DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE E DEL CENTRO STUDI INTERNAZIONALE GIUSTIZIA-EUROPA GIUDIZIARIA UNITA SUL TEMA: "POLO DELLA MEDIAZIONE EUROPEA PER LA PACE, SICUREZZA, PROGRESSO INTERCONTINENTALI, NELLA LIBERTA' E NELL'UGUAGLIANZA".


Nel prendere parola formulo l'augurio che l'anno 2009 appena iniziato, contrassegnato dalla presidenza italiana del G.8 e da quella cecoslovacca dell'UE possa segnare l'inizio di una nuova era di pace, di libertà e di giustizia per l'umanità intera. Mi sia consentito inoltre dare il benvenuto a voi tutti qui intervenuti a questo convegno consapevole delle difficoltà e delle complesse problematiche che il tema proposto presenta nella grave situazione internazionale in atto.
In un mondo costellato da corpi celesti sconfinati verso i quali gli uomini raramente volgono lo sguardo, dimentichi che la scienza e la tecnica hanno già conquistato la luna e sono prossimi a raggiungere marte, non è concepibile, per egoistici e precari interessi di parte e strumentalizzazioni di opposta natura, rinunciare alla pace. Questa deve prevalere nell'interesse di tutte le nazioni che fanno parte dell'ONU, nella superiore tutela del valore della vita umana sia dei militari che dei civili, tutti cittadini delle nazioni unite. Dico questo in quanto rappresento il CENTRO STUDI AZIONE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA - EUROPA GIUDIZIARIA UNITA, che ha il preciso e serio proposito di dare vita ad una coerente azione unitaria per un movimento denominato delle 191 stelle per gli Stati Uniti dell'ONU.
Muovendo dal principio che tutti gli Stati facenti parte dell'ONU sono titolari per i propri cittadini di una qualifica specifica di appartenenza all'organizzazione internazionale predetta, non deve apparire inappropriata e arbitraria la prospettiva proposta, cui invito tutti i presenti a dare la loro spontanea adesione.
Questo è il primo passo per porre fine a tutte le disparità, squilibri, eccessi ed ingiustizie che la globalizzazione comporta in una società multietnica nella quale gli oppressi, i diseredati, i deboli, i senza lavoro costituiscono la grande maggioranza. Passando alla funzione dell'Unione Europea e al suo ruolo nell'ONU è bene chiarire che di essa nessuno può far pare se non è democratico. La futura Federazione degli Stati Uniti d'Europa dovrà ispirarsi all'uguaglianza sociale ed alle autonomie locali senza sacrificare il principio basilare dell'unità e della integrazione politica.
Fondamento della Costituzione dell'Europa sono posti il principio di legalità, la protezione dei diritti umani fondamentali e delle istituzioni rappresentative, il decentramento del potere, la crescita del carattere umano e della capacità di fiducia in se stessi da parte del cittadino non burocrate, ma elemento attivo a tutela dei diritti civili in una società equa ed equilibrata oltre che efficiente. Il federalismo dovrà distribuire l'autorità e il potere tra il centro e la periferia creando un sistema politico capace di proteggere l'autonomia locale. Esso ha il pregio di assegnare ad ogni cittadino il suo status e di farlo diventare protagonista attivo della società civile.
Il ruolo del cittadino si accresce perché acquisisce dimensioni locali, regionali, ma anche nazionali ed è la protagonista del suo futuro in campo europeo nel nuovo e diverso sistema di diritti e di doveri pubblici nella serie di cerchi concentrici in cui viene a trovarsi.
Occorre prostrarsi davanti all'altare della cittadinanza e non soltanto innanzi a quello della crescita economica e della forza delle armi, creando condizioni per la pari libertà che consentono di proteggere tutti i soggetti dalle interferenze arbitrarie e dalle pressioni sociali, frutto di solidarietà etniche o religiose.
L0Unione Europa che è parte autorevole dell'Onu, deve far valere la sua insostituibile funzione di garanzia dei nuovi equilibri internazionali che sono imposti all'orizzonte dalla storia dalle crescenti difficoltà di dialogo tra gli Stati e al'interno di questi, fra i gruppi sociali che vivono ed operano nell'ambito delle varie strutture nazionali.
L'Europa legata da vincoli di amicizia e collaborazione con tutti gli Stati, ha, in seno all'ONU, la possibilità di fungere da raccordo tra i vari ordinamenti per un libero sviluppo e una sicura salvaguardia degli intangibili valori della dignità, libertà, democrazia, giustizia, uguaglianza e solidarietà tra tutte le genti a qualunque continente esse appartengano.
L'Europa deve valorizzare di più il suo territorio, la sua cultura, la sua civiltà, anche in vista del prossimo allargamento che non deve rappresentare un motivo di confusione o di disorientamento, ma l'occasione storica di un ulteriore arricchimento di forze nuove al fine di segnare il libero e ordinato sviluppo di tutta la società internazionale, delle generazioni presenti e di quelle che verranno.
La sua funzione nelle organizzazioni delle Nazioni Unite deve essere più incisiva e costruttiva, specie nell'attuale momento, nel quale l'Onu ha il potere - dovere istituzionale, politico, etico e di garanzia mondiale in ossequio a quanto disposto dall'articolo 1 della sua Carta, di adottare in presenza di emergenze umanitarie, quali quelle sopravvenute a seguito dei conflitti in IRAQ, in Afganistan nel territorio della striscia di Gaza ed in altre aree afflitte da una guerra fratricida, le opportune misure di intervento, tramite i caschi blu, per ristabilire le necessarie condizioni a salvaguardia della vita delle popolazioni civili e del rispetto della Convenzione di Ginevra.
Tanto soprattutto a causa della protrazione dei conflitti suindicati con consistente aggravio di perdite di vite umane e di più devastanti distruzioni comportanti conseguenti aumenti di spese e risorse necessarie alla successiva ricostruzione. Anzi al riguardo, avanzo la proposta, come ultima ratio, nell'interesse di tutte le parti in conflitto, qualora la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, che l'Assemblea delle Nazioni Unite, con voto della stessa, imponga la sospensione delle ostilità, dando vita a un governo provvisorio nelle dette aree sotto l'egida del Consiglio di Sicurezza, necessario per il ristabilimento delle indispensabili condizioni per l'instaurazione di un sistema democratico liberamente scelto dai popoli interessati al proprio autogoverno. Nell'ipotesi dell'aggravarsi della situazione internazionale per impreviste insorgenze di nuovi fattori scatenanti ulteriori complicanze, l'Onu dovrà intervenire a garanzia della sicurezza e della pace nelle aree in precedenza indicate.
I cittadini europei, anche quali cittadini dell'Onu, nell'ambito di tale organizzazione, dovranno far valere la ragione, l'equilibrio ed il rispetto dei principi fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite per l'indispensabile opera di riappacificazione della società internazionale, costruendo, attraverso il dialogo tra le parti, a garanzia dei rispettivi diritti di cittadinanza, i presupposti della necessaria coesione tra gli stati che fanno parte tutti dell'Onu, per assicurare al mondo del domani u futuro di certezze, stabilità, di sicurezza e di pace per i popoli della terra.
Dott. Gennaro Calabrese


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Intervento: Dott.ssa Franca Marzella,
Medico Psichiatra, specialista in Psicoterapia Psicoanalitica

Considerando ormai esaurita la spinta delle ideologie portanti che hanno avuto una logica nel secolo passato, oggi ci troviamo di fronte ad un sistema economico- sociale che, da un lato si è evoluto nel senso di un mercato globale e dall' altro non ha permesso il necessario adeguamento di misure che salvaguardassero i diritti acquisiti
Il timore che l' etica del bene comune corrispondesse a "carichi" pesanti per l' economia, ha trasformato il concetto di efficienza e di competitività in necessità di erosione di diritti , di trasparenza , di solidarietà.
Lo sviluppo economico esponenziale ha dimenticato la qualità della vita delle Persone , principio di civiltà su cui è invece indispensabile tornare , per ricostruire lo sviluppo di un benessere diffuso.
Nella generale catastrofe umanitaria ed economica che ci coinvolge tutti ,oggi Il liberalismo può sussistere e , ormai , sopravvivere , solo se è garantito dal rispetto, non più negoziabile, dei diritti individuali della Persona.
L' etica del rispetto della persona, l' etica per il bene comune sono inderogabili per una società che si dichiara civile.
Proteggere la pace, proteggere i bambini, proteggere dalla violenza materiale e psicologica, dalla povertà e dalla fame è un dovere umano che DEVE DIVENTARE UN DOVERE POLITICO.
Ciò significa che onestà, rispetto degli accordi e delle regole fissate dalla comunità, applicazione delle leggi , devono tornare ad essere prerogative necessarie e uguali per tutti.
Occorre inoltre ridefinire e correggere anche le terminologie aberranti con le quali ci si riferisce sempre più spesso alle relazioni tra cittadini ed istituzioni: si parla di "costo" dei figli, di disabili "a carico" del comune, di volontariato "concorrenziale", di malati "peso" per la collettività, di "esborso" della casse dello Stato a vantaggio dei pensionati, di lavoratori che "gravano" sugli utili delle aziende private, di necessità di "protezione dai" migranti.
Tali terminologie nascondono e, allo stesso tempo sono causa di una dilagante indifferenza rancorosa nei confronti dei diritti e dei bisogni dell' ALTRO.
Non è più possibile che sia permesso negoziare i diritti di tutti con gli interessi personalistici di pochi.
E' evidente, dunque, che occorre creare un nuovo modello economico-sociale, che da un lato tenga conto, come fattore ineliminabile, del peso di un sano benessere sociale, basato su giustizia e solidarietà, e che dall' altro, sviluppi e sostenga le potenzialità lavorative e le capacità di ogni donna e di ogni uomo.
Il lavoro è un diritto, è l' elemento fondante della società. Per questo è necessario sottrarlo alla dimensione dilagante dello sfruttamento e alle insidie della precarietà, così come viene oggi interpretata ed applicata .
La precarietà oggi mina profondamente la serenità e la vita delle persone, impedisce lo sviluppo di una coscienza civica , favorisce la discriminazione tra i sessi e tra le classi sociali, tradisce le aspettative legittime dei giovani di formare una famiglia , e di creare così una sana e pacifica società del futuro.
Se non c' è lavoro , se non c' è rispetto per l' Altro , non ci può essere Pace .
Ogni organo preposto al controllo e alla regolazione delle relazioni tra individui, tra istituzioni o tra stati , deve determinare e tutelare prima di tutto, attraverso le proprie forme di organizzazione, alcuni elementi fondanti del vivere civile: il rispetto della dignità umana, il rispetto delle pari opportunità tra i sessi e tra le classi sociali, il rifiuto della violenza, del pregiudizio e della diffidenza nei confronti dei più deboli .
Affinchè tali propositi non siano ancora destinati a restare solo parole sulla carta, è necessaria la mobilitazione di tutte le donne e di tutti gli uomini che ancora credono nella possibilità di creare una società migliore e più umanamente vivibile, una società consapevole dei propri doveri morali e dei propri diritti umani.
Occorre creare nuove forme di democrazia, che combinino la democrazia rappresentativa e partecipativa, che valorizzino il coinvolgimento delle persone comuni nei processi decisionali e che orientino a un nuovo "codice etico" i comportamenti sociali, le leggi e i regolamenti economici del mondo del lavoro.
Nel nostro Paese questa idea di "nuova" democrazia è quella che ha il suo punto di partenza nella Costituzione Repubblicana, nata dalla lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale e di violenza, Costituzione che delinea chiaramente i presupposti di un vivere pacifico, basato sulla legalità , sulla trasparenza , sulla solidarietà.
Partiamo da lì. Partiamo dall' applicare e dal rendere imprescindibile la nostra Costituzione, per arrivare poi ad un progetto comune di tutela della pace e della dignità umana con altri Stati , con altre comunità di Persone, che sicuramente condivideranno con noi la speranza di rendere più giusto e vivibile il nostro futuro e il futuro dei nostri figli.
Franca Marzella


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contributo Avv. Giovanni Lombardi
Assoc. I ragazzi di Via Panisperna


Ancora di più ,quest'anno muore lasciando al prossimo un'enorme cumulo di ritardi socio-politici-culturali.
In questo territorio,in un andare sempre più ubriaco, l'informazione proclama buoni propositi, senza individuare il progetto concreto che deve partire dall'assioma fondamentale: Ecologia=Economia.
In Italia come nell'intero pianeta.
Gli almanacchi nuovi esprimono sterili contraddizioni e ripercorrono la vecchia strada in uno squilibrio che la grande crisi alimenta oltre la miseria dei rifiuti che ci inquina. .
Rielaboriamo l'undici settembre e l'ordine contrapposto solo verso altre violenze nell' immenso grattacielo in working della nostra società,
Viviamo nel rischio della catastrofe atomica.
Ora il futuro deve dare, gia dal presente, le innovazioni necessarie al nuovo ordine mondiale ecologico.
Questo ordine, in un'etica ritrovata. ha la potenzialità di una COLTURA nuova.
Quella cioè di una seminagione da tutti apprezzabile ed apprezzata.
Gli equilibri , nel tempo globale dell'oggi, ,non hanno più spazio se non in quel nuovo che ritorna alle origini del bonum vivere senza nuocere ad alcuno.
Così, con una energia riscoperta, ogni dove del mondo si può aggregare nell'ordine e nella passione di un principio di vita vera da ritrovare.
Sapere, Cultura,Scuola, sono , da offrire in maiuscolo, con una nuova ricetta con i salutari naturali ingredienti ritrovati nella giusta proporzione di una equa ridistribuzione per tutti,nessuno escluso.
La fame nel mondo e del mondo deriva dalle proporzioni sbagliate degli ingredienti e dalla cattiva cottura della cucina dell'oggi.
Il rapporto salario, produttività e redditività, è legato alle innovazioni necessarie, ma queste devono avere le motivazioni che determinano quel possibile ritorno alla solidarietà sociale, fondamento di quel nuovo ordine mondiale che la società deve esprimere.
:Le pari opportunità di partecipazione ai diritti, per le donne,i giovani ,i vecchi, realizzano nel minor costo, un consorzio umano solidale ,contro gli sprechi .
Esiste una simmetria del profondo nelle espressioni (le architetture ed il paesaggio del territorio) in cui si realizzano le forme sociali.
Il riconoscimento della persona si modula ed avviene nei paesaggi che vive.
Per questo le infrastrutture,le grandi opere necessarie per riordinare il territorio, se esattamente individuate, sono prioritarie,per le innovazioni che riaggregano la socialità.
Gli economisti ,i sociologi e sopratutto chi muove le leve della politica ,dovrebbero ben considerare i passaggi socio-culturali che stabiliscono.
Questo , nella economia dei valori presupposti, per un universo possibile.
Troppo vicino è il tempo di un universo inflazionario dove lo spazio antropomorfico è costretto in un "cunicolo"informe e deforme.
Lo spazio umano e sociale,per il "sathiagraha" liberatorio di pace, che contempla le innovazioni nelle azioni, si può affermare in quella diversa società di persone gratificate ,tutte nessuna esclusa, da una nuova cultura.
In concreto la complessità dei sistemi può essere gestita da una realtà umana che coniuga in altro modo, le risorse,Il territorio,l'ambiente..
Chi per questo spende la sua vita deve dare conoscenza più e meglio.
ESEMPIO:
Il sapere va distribuito nelle scuole in un pacchetto di solidarietà con maestri motivati al nuovo non dalla paura del vecchio ma per il "piacere" del nuovo che producono.
In un cielo di concretezze ed azioni specifiche, così in Calabria ,le donne riacquistano forza di produzione ,per una diversa società, nell'apertura dei cento,mille asili nidi,nei quali sentono la presenza di un governo che amministra senza servirsi ,prima ,la minestra.
,Nella realtà di questo primario impegno, le infrastrutture,realizzate con una nuova architettura dell'ambiente , sono le vibrazioni psicologiche ,positive e concrete ,dei cafoni del sud che disperde la violenza antagonista dell'"ndrangheta".
Nel programma di progetti ,concreti quanto le necessità determinano, c'è quello spazio che,domani, è delle nuove generazioni , nella speranza che sia prima di quella, nuova , definitiva ,Hiroscima che è alle porte del mondo.

 

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E=E
L'equivalenza tra l'economia e l'ecologia


-(nella estrema qualificazione degli eventi così come si prospettano oggi in quella proiezione che, se non applicata l'equivalenza,conduce all'autodistruzione del genere umano e del nostro unico pianeta Terra )-
vuole il codice di Etica morale-sociale economico-ecologico
1) E' necessario ed indispensabile che ogni Stato del Mondo stabilisca ,con la propria approvazione, quale risorsa può offrire alle altre Nazioni.
2) Risorse ,progetti, idee,vanno calcolate in avanzo alle proprie necessità.
3) Il "metro di misura" può essere anche economico solo se in Etica Economica.
4) L'Etica ,non è solo monopolio delle religioni ,allarga le proprie finalità alla vera difesa ecologica-biologica degli umani.
5) Concetti di vera economia devono nascere dal risparmio delle risorse naturali-energetiche e non solo dei costi.
6) I progetti di programma devono abbattere le barriere sociali e le incomprensioni etniche.
7) Lo speculativo "atavismo storico" va posto al giudizio popolare ed analizzato nella vera etica del tempo del nostro tempo.
8) Habitat umani e cultura umanistica non vanno lasciati nelle sole mani di architetti o di insegnanti di storia.
9) I diritti della natura per nessuna ragione potranno mai essere commercializzati tanto quanto i diritti ecologici-biologici.
10)Il diritto alla qualità della vita di ogni essere umano è nel diritto di chiedere vera informazione,lavoro,giustizia sociale e libertà,difesa della propria salute e della salute pubblica .-----
Questo codice- del Nuovo Ordine Mondiale Ecologico- dovrà essere sempre svolto nel massimo rispetto di ogni civile idea altrui.
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Intervento: Prof.ssa Anna Rossi
Docente Universitaria di Business English - Facoltà di Scienze Sociali


L'attuale situazione internazionale mostra come la gestione di problematiche quali l'immigrazione, la sicurezza, la mancata crescita economica e la relativa disoccupazione, il violento affondo ai diritti umani e sociali, il dilagare di conflitti, lo sfruttamento e la corruzione...sia la gestione più fallimentare che l'uomo moderno abbia avanzato al di là dei trattati e delle belle costituzioni.
I governi che rappresentano i popoli europei sono consapevoli che solo uniti possono affrontare le sfide della globalizzazione e del confronto con i nuovi giganti della politica mondiale.
Eppure, al di là dei buoni propositi di cui è lastricato il mondo, i cittadini europei vogliono un'Europa democratica in cui far sentire la loro voce ed essere ascoltati. Questa è democrazia.
L'euroscetticismo nasce dunque dall'impossibilità di veder rappresentate istanze e progetti da una genuina dialettica tra le differenti forze politiche.
Se l'Europa frammentata o malamente concertata rischia così di essere emarginata dalle vecchie e dalle nuove potenze a livello mondiale, l'Italia rischia invece di essere ingoiata da un sottoprocesso globalizzante per incapacità innovativa.
La crisi finanziaria,di dimensioni catastrofiche, attraversa il globo intero e risponde puntuale alla miopia della vanità umana. Questa crisi finanziaria altro non è che l'aggravante dettato da una speculazione scellerata la quale, giungendo a destinazione, ha portato con sè un'altra crisi, una crisi più intima e pericolosa, la crisi della sfiducia nel mondo della finanza, delle banche, della politica e dei governi.
Allarmati e preoccupati per le vicende delle scalate bancarie, vediamo turbato il nostro sonno occidentale mentre molti politici ed intellettuali sono sempre pronti a tenere lezioni di morale ed a indignarsi in nome di una saggezza che non possiedono.
L'economia va a pezzi. La vita politica scompare. La ricomposizione del potere in ambito mondiale è appena cominciata e di questo imminente cambiamento dovrà esserne consapevole il nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Da un mondo monopolare siamo quindi tornati ad un mondo multipolare in cui la presenza arbitrale delle Nazioni Unite dovrà essere attiva e credibile per il ruolo di baluardo della libertà e della democrazia.
Vivere dunque in una realtà internazionale che va gestita vuol dire creare le condizioni giuste affinchè si possa essere esempio tangibile del successo dei nostri progetti.
Questo principio è auspicabile al fine di una riorganizzazione seria di intenti e di interventi anche all'interno dei singoli governi al fine della concertazione europea.
Abbandonato il liberismo senza regole, il laissez-faire, torneremo ad una regolamentazione del mercato ed ad un intervento diretto pubblico in cui non ci sarà più spazio per la propaganda personalizzata.
Assimilare il concetto che il riconoscimento di uno "Stato di fatto", federalista o non, è direttamente proporzionale alla tangibilità di uno stato sociale equo equivale a possedere l'unica vera arma contro l'impoverimento generale e l'arretramento verso la sub-cultura..
Se i conti , in termini di lotta per la pace e contro la povertà mondiale, ci inducono ad essere scettici verso l'operosità concreta delle organizzazioni internazionali, pari è l'impossibilità a levare il velo su corruzione, connivenze, nepotismo, errori grossolani, malagestione ed incapacità politiche.
E' evidente che parole come giustizia e solidarietà non hanno incontrato che la coscienza dei meno.
E' evidente che a sessantanni dalla carta dell'ONU "l'universo possibile" è stato eluso e che il mondo è sommerso dal degrado ambientale e da una violenza sottile o massiccia che non risparmia più nessuno.
Gli stessi periodici allarmi della FAO, lanciati a fronte di statistiche inverosimili, dimostrano che la lotta alla fame è un fallimento collettivo.
Forse è venuto il momento di guardare in faccia la realtà, tirare le somme e distribuire meglio le responsabilità.
Troppe tensioni innescate e guerre poggiano su una distribuzione degli aiuti umanitari, non soggetta a supervisioni rigide, che in un giro vizioso di business bellico, finisce per creare classi dirigenti corrotte ed assassine come in Africa, in Medio-Oriente o in Sud America.
Legislazioni inadeguate alle esigenze del terzo millennio imperano in territori martoriati e dimenticati ed a questo si deve aggiungere la speculazione dei paesi emergenti alla ricerca convulsa di materie prime di ogni ordine.
Dare dunque concretezza e significato al concetto di dialogo per essere portatori qualificati di "mediazione" vuol dire saper valorizzare il proprio territorio con la pretesa di veder rispettati i sani principi costituzionali a modello di una nuova cultura non solo economica ma anche etica.
E' nello scambio di risorse e nella supervisione delle modulazioni operative che lo spazio della sperequazione si restringe e l'imperizia trova impedimenti.
Un'ultima riflessione va alla pandemica violenza sulle donne. Si tratta probabilmente della forma più pervasiva di violazione dei diritti umani conosciuta oggi. Da oriente a occidente intere comunità sono disgregate e ostacolate nel loro sviluppo a causa degli abusi commessi contro le donne ed i minori.
Un nuovo segnale di cambiamento di rotta dovrà venire dall'Europa e quindi dai suoi Stati membri attraverso uno strumento in grado di rivolgersi in modo più efficace all'ineguaglianza di genere.
Per poter aiutare le vittime di questo crimine mondiale occorre aumentare il numero di personale legale specializzato nel settore giudiziario, porre fine all'impunità, fornire rifugio e cure mediche e assistenza.
In qualità di osservatori del mantenimento dei patti stabiliti negli Statuti delle organizzazioni internazionali siamo chiamati tutti ad individuare, con metodo selettivo, chi persegue la propria politica interna o estera a danno degli interessi collettivi.
"Il secolo delle idee assassine" , come chiamato da Robert Conquest, non può più trovare strutture che ne giustifichino inadempienze o teatri di morte. Teminato il tempo dei consensi e delle colpe è giunta l'ora di voltare pagina.
Anna Rossi
Donne nel Mondo
lettere ad Anna Rossi


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ONERPO Osservatorio Nazionale ed Europeo Per il Rispetto delle Pari Opportunità
e
CENTRO STUDI INTERNAZIONALE
GIUSTIZIA, EUROPA GIUDIZIARIA UNITA
Invitano al convegno

"POLO DELLA MEDIAZIONE EUROPEA PER LA PACE,
SICUREZZA, PROGRESSO INTERCONTINENTALI,
NELLA LIBERTA' E NELL'UGUAGLIANZA"


Mercoledì 21 gennaio 2008, ore 16.00
Sala riunioni del "Consiglio Italiano Movimento Europeo"
Roma, Piazza della Libertà n. 13 (4°piano)

Presiede
Dott. Gennaro Calabrese (Presidente Aggiunto On. Della Corte Suprema di Cassazione)
Coordina
Dott.ssa Wanda Montanelli (Esponente Pari Opportunità, giornalista)

Invitati:
• Senatore Avv. Valerio Zanone, Consiglio Italiano Movimento Europeo
• Dott.ssa Daniela Brancati, Scrittrice giornalista, già Direttore GT nazional
• Dott.ssa Pina Nuzzo Presidente Udi (Unione Donne in Italia)
• Dott.ssa Blanca Briceno, Direttrice esecutiva Interamericana dell'Asociaziòn Univ.
Interamericana Cararacas; Segretaria del teatro Reginald Centro di Dramaterapia (To)
• On. Avv. Franco Coccia (Presidente associazione ex Parlamentari della Repubblica)
• Avv. Giovanni Cipollone (Consigliere dell'Ordine degli avvocati di Roma)
• Dott. Pio Scala ( Primo Presidente Aggiunto Onorario Corte Suprema di Cassazione)
• Avv. Alessandra Civello, Segretaria Comitati o di Azione per la Giustizia
• Dott.ssa Anna Rossi Docente Universitaria in " English Literature"
• Dott.ssa Franca Marzella, Medico Psichiatra, specialista in Psicoterapia Psicoanalitica

* dibattito aperto

 

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