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Donne in cattedra all'università: una corsa a ostacoli

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nel mondo della ricerca sono sempre di più. E in alcuni atenei, quando si tratta dei primissimi gradini della carriera, hanno pure superato per numero i colleghi. Ma poi che fatica vederle crescere di ruolo: nel 70 per cento dei casi, dietro alla cattedra di professore ordinario c'è un uomo. Per non parlare dei vertici che decidono presente e futuro delle università stesse. Abbiamo chiesto a sei atenei milanesi - Statale, Politecnico, Bicocca, Cattolica, Bocconi e Iulm - i numeri sulle donne che compongono il personale accademico e i loro organi di governo. Tre pubbliche e tre private con enormi differenze fra loro per numeri e discipline scientifiche insegnate. Dati che ci consentono di avere una fotografia che ci dice che la strada per la parità di genere, anche nel mondo accademico di una realtà come Milano, è ancora lunga.

Sono due le realtà che più si avvicinano ad avere le stesse percentuali di uomini e donne all'interno del loro corpo docente. E sono entrambe private. Con il 47% di presenza femminile fra ricercatori, associati e ordinari, è lo Iulm, la più piccola di tutte, a raggiungere la quota più alta, seguita dalla Cattolica con il 46,2%. In mezzo alla classifica ci sono Statale e Bicocca, rispettivamente con una presenza femminile del 42,4% e del 41,8%, poi la Bocconi con il 31,1% e da ultimo il Politecnico, dove le donne si fermano al 23,9%. Numeri che risentono di tanti fattori, primo fra tutti la presenza o meno delle discipline scientifiche e tecnologiche fra gli insegnamenti, le cosiddette Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), che vedono storicamente un numero nettamente inferiore di donne fra gli iscritti e di conseguenza fra gli studiosi, anche se negli ultimi dieci anni sono stati fatti passi enormi per invertire questa tendenza e le cose, lentamente, stanno cambiando.All'interno dei singoli atenei le differenze da facoltà a facoltà sono macroscopiche. Così troviamo il 67,5 per cento di donne a Mediazione Linguistica e Culturale della Statale, mentre la maglia nera ce l'ha la facoltà di Scienze e tecnologie con il 33,9.

Nel dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze della Bicocca si arriva al 59% di donne al lavoro, quello di Scienza dei materiali è il più sguarnito e si fermano al 22,4. Nella scuola di Design del Politecnico sono oltre la metà, il 51,4%, le donne che insegnano e fanno ricerca mentre ci si ferma al 23,9% per Ingegneria. Alla Cattolica la facoltà dove troviamo più donne è Psicologia: sono il 69,4 per cento mentre in fondo alla classifica ecco invece Scienze bancarie con il 19,4%. Lo Iulm vede invece un 62,5% al femminile su Interpretariato e traduzione e il 37,9 su Arti e turismo.

Ma ci sono dati che meritano più attenzione. E sono quelli che ci indicano il percorso delle donne nel mondo universitario. Il numero complessivo dei ricercatori su tutti e sei gli atenei ci dice che la quota femminile è pari al 46 per cento, una media che tiene conto degli atenei scientifici come il Politecnico dove le donne ricercatrici sono cresciute di diversi punti negli ultimi anni, ma restano comunque ancora la minoranza. Eppure guardando agli scatti di carriera i numeri si assottigliano. Ed ecco il vero collo di bottiglia che prende forma. Fra i professori associati le donne sono il 40 per cento, gli uomini il 60. Gli ordinari? Le donne si fermano al 28 per cento: su dieci ordinari, più di sette sono uomini.

Solo tre università superano la soglia del 30 per cento: la quota più alta ce l'ha la Bicocca, con il 34,1% di docenti ordinarie. Si tratta dell'ateneo con dati più alti anche se si guarda ai capi dipartimento, ai membri del Senato accademico (unico caso dove le donne sono più degli uomini) ai membri del cda. Si tratta della sola università milanese con un rettore donna. A seguire c'è la Cattolica con il 32,2% delle professoresse ordinarie e poi la Statale, due punti sotto. La Bocconi ha il dato più basso di tutte: le ordinarie sono il 14,9%, cresciute del 113% negli ultimi cinque anni. Ma gli atenei dove sono pochissime ad aver fatto carriera non sono quelli più sguarniti di donne in partenza: se il Politecnico si ferma al 23,3 per cento di donne fra i docenti di prima fascia, nell'università più rosa di tutte in quanto a ricercatori e docenti, lo Iulm, le ordinarie sono il 23,8%, giusto mezzo punto di più.

"Come università tecnico-scientifica abbiamo una predominanza maschile elevata e prima di tutto dobbiamo aumentare i flussi delle ragazze che entrano nella carriera accademica - commenta Donatella Sciuto, prorettore vicario del Politecnico - . Ci stiamo provando, anche cercando di dare supporto alle più giovani in termini di welfare, un miglioramento c'è stato e già si vede ma ci vorrà del tempo, è un processo lungo". La rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni, cita l'asilo aperto all'interno del campus per i figli dei dipendenti fra le principali strategie messe in campo per consentire alle donne di andare avanti: "Tutti i grandi atenei americani ce l'hanno, nel momento in cui vuoi pubblicare e hai una famiglia, le donne si ritrovano a dover scegliere fra carriera e lavoro e avere un supporto interno per tutta la comunità aiuta". Marilisa D'Amico, prorettrice sui Diritti della Statale, dove è stato appena approvato il primo bilancio di genere, spiega: "Purtroppo in tutti i lavori la donna ha un momento della vita in cui per la necessità di conciliare si deve accontentare. Anche nelle università c'è ancora tanto da fare su questa strada".

Ma in tutti gli atenei c'è la consapevolezza che quello che serve è soprattutto un cambio culturale. "Le università su questo possono fare molto - conclude Antonella Sciarrone, vicaria del rettore alla Cattolica - perché siamo noi a formare le nuove generazioni rispetto alla visione del mondo lavorativo, alla parità fra uomini e donne. Ed è importantissimo mostrare agli occhi delle ragazze che ci sono donne che sono riuscite ad affermarsi, che quella strada è possibile. Ma io non mi sento di dire che le cose non stiano cambiando".

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