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Dacia Maraini: le opere della scrittrice con iO donna e Corriere

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

C’è una cosa di cui l’Italia convalescente del dopo-Covid19 ha un grande bisogno, anche se forse non lo sa, ed è la letteratura. Per questo è una buona notizia il lancio di una nuova collana con 25 dei più importanti scritti di Dacia Maraini: i volumi saranno riproposti ogni sabato, fino a ottobre, insieme a iO Donna e al Corriere della Sera.

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Dacia Maraini, 83 anni.

Per qualcuno sarà l’occasione perfetta per rileggere dei classici; per qualcun altro, soprattutto tra i più giovani, per scoprire una penna decisiva, capace di far vibrare i suoi personaggi come poche altre, ma anche di accompagnare il lettore dentro le pieghe del reale, con saggi schietti, densi e mai scontati. Per tutti, la scrittura di Maraini può essere una guida utile in questi tempi confusi, perché leggerla è una scuola di empatia e libertà che neanche un’epidemia può costringere a chiudere.

Dubbio amletico dell’intervistatrice: Dacia Maraini ha bisogno di presentazioni? Non sulla carta, trattandosi di una delle autrici italiane più prolifiche e apprezzate del Novecento: dal 1962 a oggi ha firmato oltre settanta tra romanzi, saggi, raccolte di poesie e testi teatrali (e non accenna a fermarsi: quest’estate è atteso il suo nuovo libro, Tra noi, edito da Rizzoli). Scrittrice, drammaturga, poetessa, ma anche acuta commentatrice dell’attualità e intellettuale a tutto tondo, di quelle che hanno saputo indirizzare – in certi casi anche infuocare – i dibattiti, soprattutto quelli attorno al ruolo delle donne nella società e alla necessità di combattere la violenza in ogni sua forma. Le battaglie che ha combattuto negli anni ’70 sono forse le più raccontate, ma non le uniche. E la sua voce non si è ridotta a una lontana eco di cose dette in passato: Maraini parla ai lettori di oggi come parlava a quelli di ieri. In occasione del lancio della nuova collana, l’abbiamo intervistata per riflettere con lei sul valore della lettura e dei pericoli che corre una società in cui il “mugugno” sembra averla sempre vinta.

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Con Inge Feltrinelli.

L’epidemia ha paralizzato il Paese, congelato gli affetti di milioni di italiani, risvegliato paure che molti neanche sapevano di poter provare. In momenti simili, la letteratura può essere di aiuto?

La letteratura, più precisamente la narrativa, aiuta a creare consapevolezza. Lavora sull’immaginazione che è il motore piu potente del nostro corpo. L’immaginazione ci rende capaci di capire il dolore o la gioia degli altri e anche di parteciparvi, ci rende liberi di viaggiare nel tempo e nello spazio, ci moltiplica le esperienze e approfondisce il pensiero. Ma non un pensiero astratto e teorico, bensì il pensiero legato ai sensi che è complesso e suscita emozioni.

Venticinque sue opere tornano in una nuova veste grafica, insieme a Io Donna e al Corriere. Che effetto le fa pensare al loro primo incontro con nuovi lettori?

Vado spesso nelle scuole e lì incontro i ragazzi che leggono per la prima volta i miei libri. Qualcuno è più interessato, soprattutto fra le ragazze, qualcuno meno. Ma il dialogo arricchisce sempre, sia me che loro.

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Con l’amico di una vita Pier Paolo Pasolini sul set del documentario Appunti per un’Orestiade africana nel 1968.

Lei ha spesso parlato dei suoi personaggi come “figli”: in Bagheria, ad esempio, ha scritto che sono «destinati a portare nel futuro qualcosa di me». Negli anni, ha creato figure femminili che sono state e sono ancora dei modelli, dei punti di riferimento, delle figure con cui misurarsi e da cui imparare. Tra queste sue tante figlie letterarie ce n’è una che pensa che le donne italiane abbiano particolarmente bisogno di riscoprire?

È difficile rispondere a questa domanda, è come dire a una madre quale figlia preferisce. Sono i lettori che devono decidere. Io sono sempre legata all’ultimo personaggio su cui sto lavorando. Nei due anni di scrittura, che sono il minimo per costruire un romanzo, i personaggi scelti mi tengono una grande compagnia e mi ci affeziono. Poi, una volta andati via, mi metto a lavorare su altri personaggi a cui finisco di affezionarmi.

Negli anni 70 si rivolgeva alle giovani dicendo loro: «Frequentate le università liberali / imparate latino, greco, storia, matematica, filosofia; / nessuno però vi insegna ad essere orgogliose, sicure, feroci, impavide». Direbbe la stessa cosa anche alle ragazze di oggi?

Oggi più che mai direi che le giovani donne sono diventate la maggioranza nelle università, si applicano, leggono, studiano e hanno ottimi risultati. Sono anche fiere dei loro diritti, ma spesso li danno per scontati. Non pensano che si possano perdere e che bisogna sempre difenderli. Dovrebbero conoscere un poco meglio la storia per capire quanto sia facile perdere i diritti.

Ha scritto che «la critica è diventata uno strumento di identità» e che oggi «molti fanno coincidere la libertà col diritto di dissenso». Anche le ultime settimane sono state punteggiate di polemiche e accuse reciproche. E da tempo la violenza verbale sembra spopolare nella comunicazione digitale. Abbiamo bisogno di riscoprire la concordia?

Basterebbe un poco di amore per se stessi e per il prossimo. Invece il nostro è il Paese che meno si ama al mondo. Passiamo il tempo a denigrarci e a denigrare il nostro Paese. C’è troppo individualismo, troppo protagonismo, mancanza di umiltà e di senso della solidarietà comunitaria.

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Dacia Maraini e Alberto Moravia dietro di lei.

L’epidemia è come una lente di ingrandimento puntata sulle storture della nostra società. Teme che questa emergenza porti a dei passi indietro?

Come tutte le crisi, può portare a un miglioramento o a un peggioramento. Dipende da cosa si mette in moto, se la voglia di cambiare e migliorarsi o il cinismo di chi se ne frega “tanto io me la cavo in ogni modo”. I furbetti che non pagano le tasse, che sfruttano gli stranieri e poi si lamentano accusandoli di invadere il Paese, quelli certamente peggioreranno. Gli idealisti che vogliono fare qualcosa per gli altri, che si rimboccano le maniche e si mettono al lavoro con buona volontà e generosità – questi miglioreranno non solo se stessi ma l’intero Paese. Purtroppo si preferisce dare voce agli ipercritici esibizionisti e ai catastrofisti egocentrici piuttosto che a coloro che in silenzio e con fiducia nel futuro si applicano al proprio lavoro.

Sono state settimane dure e ne arriveranno di altrettanto dure. C’è qualcosa che le ha dato speranza? Ha visto all’opera, in questa crisi, energie positive da valorizzare?

Sì molte, soprattutto fra i giovani, soprattutto fra i volontari. Ho accolto con gioia la liberazione di Silvia Romano col suo sorriso comunicativo, candido e gentile. Silvia è l’espressione di un idealismo che dovrebbe coinvolgere tutti noi. Invece, purtroppo vince il mugugno. Prevalgono il rimprovero, le insinuazioni meschine, le critiche volgari. Circola un’aria rovinosa disfattista che ha una pessima influenza soprattutto sui giovanissimi.

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I primi due volumi in edicola con iO Donna e Corriere.

Venticinque settimane in compagnia della scrittrice e delle sue opere. Il primo numero sarà in edicola da sabato 23 maggio con iO Donna e Corriere della Sera. Ecco l’elenco completo delle uscite, ogni sabato in edicola al prezzo di 7,90 € oltre il quotidiano e la rivista.

1. La lunga vita di Marianna Ucrìa, 23 maggio.

2. Bagheria, 30 maggio.

3. Il treno dell’ultima notte, 6 giugno.

4. Chiara d’Assisi. Elogio della disobbedienza, 13 giugno.

5. La grande festa, 20 giugno.

6. Buio, 27 giugno.

7. Tre donne. Una storia d’amore e disamore, 4 luglio.

8. La bambina e il sognatore, 11 luglio.

9. L’amore rubato, 18 luglio.

10. Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va, 25 luglio.

11. La seduzione dell’altrove, 1 agosto.

12. La ragazza di via Maqueda, 8 agosto.

13. Voci, 15 agosto.

14. La nave per KobeDiari giapponesi di mia madre, 22 agosto.

15. Mio marito, 29 agosto.

16. Colomba, 5 settembre.

17. Memorie di una ladra, 12 settembre.

18. Donna in guerra, 19 settembre.

19. Isolina. La donna tagliata a pezzi, 26 settembre.

20. Dolce per sé, 3 ottobre.

21. Il treno per Helsinki, 10 ottobre.

22. Cercando Emma. Gustave Flaubert e la signora Bovary: indagini attorno a un romanzo,17 ottobre.

23. Maria Stuarda, Veronica, meretrice e scrittora, I digiuni di Caterina da Siena, 24 ottobre.

24. La famiglia normale, Dialogo di una prostituta con un suo cliente, Memorie di una cameriera, 31 ottobre.

25. Amata scrittura  (con Viviana Rosi e Maria Simonetti), 7 novembre.

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