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Donne, come sradicare le mutilazioni genitali femminili

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

“Salute globale per la tutela delle donne: è possibile eradicare le Mutilazioni Genitali Femminili?”. È il titolo della Conferenza nazionale in programma mercoledì 5 febbraio, dalle 9 alle 13.30, presso il Ministero della Salute (Auditorium “Cosimo Piccinno - Lungotevere Ripa, 1), organizzata dagli istituti IRCSS “Regina Elena” e “San Gallicano” di Roma, in cui medici, ricercatori e diversi parlamentari impegnati nel settore sanitario – alla presenze della sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa -, si confronteranno, alla vigilia della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, per comprendere meglio il fenomeno e provare a delineare un’azione comune di contrasto ad una pratica che flagella ancora oggi milioni di donne e bambine nel mondo. Responsabile scientifico dell’iniziativa il prof. Aldo Morrone. 

La mission scientifica. “Il Novecento è stato il secolo in cui il concetto di salute ha delineato un valore universalmente inteso ed ha esteso le aree di intervento nei paesi a Nord e Sud del mondo. Purtroppo, gli sforzi delle comunità internazionali risultano essere ancora insufficienti se confrontati a fenomeni come quello che coinvolge i paesi nell’area sub-sahariana del pianeta: 250 milioni di donne e bambine portatrici di Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) e circa 2% di bambine nel mondo, ogni anno, sono a rischio di essere sottoposte a ‘pratica tradizionale’. Nel mondo globalizzato contemporaneo, del machine learning e dell’intelligenza artificiale che domina i diversi ‘saperi’ scientifici’, la pratica delle MGF non può rimanere una violenza sopita nei corpi delle donne”. “A questo si aggiunge l’obiettivo posto dall’Agenda dell’ONU 2030 tra i 17 goal proposti (SDGs), che evidenzia una centralità di intenti sempre più determinata - e accelerata - per il contrasto alle disuguaglianze ‘per tutti a tutte le età’. No one left behind”. “La cura, terapia e la promozione della salute, nei paesi di origine e in quelli che sono protagoniste delle mobilità umane, necessitano di azioni concrete, inserite all’interno delle policies e strategie di intervento sanitario. Ciò consentirebbe di coniugare la tutela della salute femminile e di genere, la rimozione di fattori culturali che possano danneggiare la donna e ridurre le discriminazioni”. In questa prospettiva il ruolo dei decision makers risulta fondamentale per garantire la tutela delle donne e perseguire i goal 3-4-5-10 previsti dall’agenda 2030 dell’Onu”.

La Conferenza nazionale. Ad aprire i lavori, alle ore 9, saranno il prof. Morrone e Francesco Ripa di Meana, direttore generale Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) Regina Elena e San Gallicano. A seguire, dopo i saluti introduttivi della sottosegretaria Zampa, si alterneranno gli interventi di diversi dirigenti ospedalieri e parlamentari, tra cui quelli di Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, Michela Montevecchi (Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani), Isabella Rauti (Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere), Maria Rizzotti (Commissione permanente Igiene e Sanità) e l’ex parlamentare Giuseppina Maturani, membro della Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato nella scorsa legislatura. Dopo la prolusione di Morrone (“Storia ed esperienze per l’eradicazione delle MGF tra Nord e Sud del mondo”), tavola rotonda su “Aspetti sanitari e normativi delle MGF: uno sguardo critico alle esperienze maturate nella realtà contemporanea”. La chiusura dei lavori è prevista intorno alle 13.30.

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