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Caso Sea Watch, chiesto intervento della Corte di Strasburgo. Commissione Ue: "Stati trovino soluzione"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Alcuni migranti a bordo della Sea Watch 3 si sono rivolti alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo con una richiesta di "misure provvisorie" per chiedere all'Italia di consentire lo sbarco dei migranti, fermi sulla nave della Ong tedesca all'esterno delle acque territoriali italiane dal 12 giugno. È stata lo stesso organismo internazionale, che non fa parte dell'Unione europea, a renderlo noto. La Corte ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch 3 che al governo italiano. Questi ultimi dovranno rispondere entro oggi pomeriggio.La Corte in base ai suoi regolamenti può chiedere all'Italia di adottare quelle che vengono definite "misure urgenti" e che "servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani". La portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, ha poi precisato in un video che il ricorso è stato presentato "non dall'organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i proprio diritti umani alla Corte europea". "In particolare - ha spiegato - il ricorso è stato fatto in riferimento all'articolo 3 che descrive quello a bordo come 'trattamento inumano e degradante'. Si chiede quindi alla Corte di indicare all'UItalia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette nell'interesse di tutela della loro dignità".repimage Per uscire dall'impasse si muove anche la Commissione Ue: "Chiediamo agli Stati membri di tenere a mente l'imperativo umanitario" per i migranti ancora a bordo della Sea Watch 3. Lo ha detto la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud. L'esecutivo comunitario "accoglie positivamente" la decisione delle autorità italiane di permettere "l'evacauzione" di alcuni migranti a bordo per ragioni mediche. Ma per la Commissione "è necessario trovare una soluzione per le persone a bordo", ha detto Bertaud.Matteo Salvini replica secco: "L'Unione europea vuole risolvere il problema SeaWatch? Facile. Nave olandese, Ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l'altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto".Ieri il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha ribadito che anche "in caso di peggioramento della situazione a bordo la responsabilità è esclusivamente dell'Olanda e del comandante della nave". Già da ieri si sapeva infatti che l'unica alternativa alla situazione di stallo sarebbe stata, oltre a rivolgersi a organismi come la Corte, forzare il blocco dichiarando lo stato di emergenza e arrivare in porto a Lampedusa: in questo caso però, in base al decreto-sicurezza bis in vigore, la capitana Carola Rackete sarebbe andata incontro a una multa fino a 50mila euro e al sequestro della nave. Sulla questione della Sea Watch c'è poi da registrare l'iniziativa della la Diaconia Valdese, l'ente ecclesiastico che gestisce le strutture di accoglienza della Chiesa valdese, che ha scritto al presidente della Repubblica Mattarella. "Ci appelliamo a Lei - si legge nella missiva - affinché non venga assunto dall'Italia alcun provvedimento che sia in contrasto con il rispetto dei diritti umani, il buon senso e l'eredità politica, giuridica e umana che ci è stata consegnata dai Padri costituenti, che vede il sacro e inderogabile principio della solidarietà richiamato nell'art. 2 della nostra Costituzione".Piero De Luca, capogruppo Dem in commissione politiche europee alla Camera, attacca il Governo: "Le vicende di queste ultime ore riportano all'attenzione quanto stiamo denunciando da tempo in tema di gestione migranti. Il problema è che questo governo ha provato a chiudere i porti senza riuscirci, mettendo solo a rischio da mesi peraltro la vita di persone, donne e bambini in mare. In compenso, però, l'esecutivo ha aperto gli aeroporti di nascosto ad almeno 1.200 dublinanti solo dalla Germania (con altri 6mila pronti a essere riportati in Italia). E soprattutto ha bloccato il sistema di redistribuzione obbligatorio in altri Stati membri dell'Ue dei circa 13mila richiedenti asilo ancora mancanti rispetto ai 40mila imposti grazie al governo Pd dalle decisioni Ue del 2015. In più, aggiungiamo che il governo ha rinunciato di fatto a far modificare il regolamento di Dublino. Direi che questo possa bastare per definire disastrosa la politica reale di Salvini in materia di immigrazione. Con la propaganda social non si aiuta il Paese. Forse sarebbe più utile partecipare ai vertici per consentire di mettere in campo misure serie e solidali di sostegno strutturale al nostro Paese, così da evitare situazioni vergognose per l'Italia e per l'intera Europa come quelle dei 43 esseri umani bloccati sulla Sea Watch". 

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Argomenti:
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