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A Brembate di Sopra tutti in campo contro le discriminazioni di genere nello sport

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Sai che in Italia le atlete non vengono considerate professioniste? Sembra incredibile, dato che siamo nel 2019, eppure ancora oggi le donne che praticano sport non hanno gli stessi diritti degli uomini.

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In virtù di quanto previsto dalle normative vigenti sono ritenute dilettanti anche se conquistano importanti risultati su scala nazionale, europea e internazionale. È così sia per fuoriclasse affermate e riconosciute in tutto il mondo, come la nuotatrice Federica Pellegrini, le pallavoliste azzurre vincitrici della medaglia d’argento ai mondiali, la sciatrice Sofia Goggia e la snowborder Michela Moioli, sia per molte altre campionesse meno famose. Le ripercussioni sono molteplici: a tutte è negato l’accesso alla legge statale che regola i rapporti con le società, la previdenza sociale, l’assistenza sanitaria e il trattamento pensionistico.

In questo contesto l’associazione “Tutti in campo per tutte”, attiva contro ogni forma di discriminazione, è impegnata per chiedere il riconoscimento professionistico per le sportive. Per tornare a porre al centro dell’attenzione l’argomento organizza la terza edizione di #incampoxtutte: l’appuntamento è domenica 23 giugno dalle 10 alle 18 alla polisportiva di Brembate di Sopra per una giornata di calcio, basket, volley e running con l’intervento di sportive e sportivi che chiederanno pari diritti e pari opportunità.

L’obiettivo è dare nuova voce a questa istanza. Viviana Mascolo, presidente dell’associazione “Tutti in campo per tutte”, spiega: “L’iniziativa si inserisce in una mobilitazione più ampia a cui ci stiamo dedicando da tempo. Ora abbiamo avviato un nuovo step: stiamo realizzando video chiedendo a diverse atlete di leggere il testo di una mozione elaborata dal consiglio comunale di Bergamo il 28 febbraio 2018 per l’abolizione delle discriminazioni di genere nello sport. Ogni settimana li pubblicheremo sulla nostra pagina Facebook e su Youtube per sensibilizzare quante più persone possibili, perché combattere per la parità di genere è come giocare una partita: ogni azione, ogni intuizione, ogni individuo possono essere decisivi, ma solo puntando allo stesso risultato si può cambiare l’esito del match”.

La mozione, indirizzata alle istituzioni competenti, chiede che:

“- venga introdotto il divieto di discriminazione in ordine alla qualificazione del professionismo sportivo e conseguentemente abolita la forte discriminazione di accesso allo sport professionistico nei confronti delle donne e riconosciuta la parità tra uomini e donne nell’accesso allo sport ed al loro riconoscimento professionistico;

– vengano definite regole del professionismo in modo che anche le donne italiane che praticano sport e che sono una straordinaria risorsa valoriale, economica e d’immagine per il Paese abbiano accesso alla Legge 91 del 1981 sul professionismo sportivo, a oggi concesso solo ad alcune discipline maschili;

– venga introdotto espressamente il divieto di discriminazione, da parte delle Federazioni sportive nazionali, nell’ambito della qualificazione del professionismo sportivo;

– si sensibilizzi il mondo dell’informazione e dell’educazione e si incentivino politiche e programmi per aumentare la conoscenza e la comprensione sulle donne e lo sport, riconoscendone il valore sociale, economico e culturale finora negato, limitato, sottovalutato;

– vengano concessi pari diritti per uomini e donne nello sport e nel professionismo sportivo in termini di reddito, di condizioni di supporto e di allenamento, di assistenza medica, di accesso alle competizioni, di protezione sociale e di formazione, nonché di reinserimento sociale attivo al termine delle loro carriere sportive;

– venga garantita a donne e uomini pari possibilità di accesso ad ogni livello di rappresentanza in organi nazionali e internazionali e in ogni disciplina sportiva”.

La mobilitazione continuerà con nuove iniziative in Bergamasca e in tutta Italia: è possibile rimanere aggiornati accedendo alla pagina Facebook dell’associazione “Tutti in campo per tutte”.

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