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POLITICHE E STRATEGIE ISTITUZIONALI – perplessità su un possibile arretramento del percorso fatto finora in termini di parità, anche alla luce di alcuni provvedimenti che il nuovo esecutivo ha preso in questa fase iniziale di governo del Paese. – Il

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

imageVi propongo quanto scritto da Francesca Ragno sulle ultime iniziative parlamentari e anche l’articolo di Liliana Ocmin- CISL, sull’incontro delle tre sindacaliste con il Sottosegretario Spadafora.

ATICOLO DI  FRANCESCA RAGNO — Primi 4 mesi della XVIII Legislatura:le leggi per le donne e delle donne, dal cognome materno agli asili nido 20 luglio 2018 a cura di Francesca Ragno.

Fin dai primissimi giorni della XVIII Legislatura sono state presentate centinaia di disegni e proposte di legge, o vviamente le materie sono tra le più disparate, ma non sfuggono una serie di proposte che vanno a toccare l’universo femminile sotto vari aspetti, da quello più strettamente famigliare alla dimensione pubblica della donna.

Alcuni riproducono testi già presentati nella passata legislatura e che in molti casi non avevano neanche iniziato l’esame nelle competenti Commissioni. Tra questi il tema sell’assegno divorzile. La senatrice Juliane (detta Julia) Unterb erger (SVP) ha presentato il disegno di legge (S. 167) recante “Modifiche all’articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell’unione civile”, mentre alla Camera l’On. Alessia Morani (Partito Democratico) mira a introdurre nel nostro ordinamento gli accordi prematrimoniali, che fanno tanto Stati Uniti. Sempre in tema matrimoniale, ma guardando a un fenomeno che ha una dimensione più transnazionale e di tutela della persona è il disegno di legge (S. 174) della senatrice Nadia Ginnetti, (PD) riguardante le disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno dei matrimoni forzati.

L’On. Francesca La Marca (Partito Democratico) ha invece presentato un disegno di legge recante “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di riacquisto della cittadinanza da parte delle donne che l’hanno perduta a seguito del matrimonio con uno straniero e dei loro discendenti” (A.C. 222). Attenzione anche alla sfera dell’educ azione alla parità e alla maternità sotto molteplici aspetti, e qui è possibile trovare diverse proposte normative frutto anche dei diversi orientamenti politici: dalla tutela della partoriente, alla sicurezza del parto naturale presentato dal capogruppo d ella Lega, il Senatore Massimiliano Romeo (S. 545) al divieto di maternità surrogata anche all’estero da parte di cittadini italiani, all’estensione dei congedi di maternità e paternità, la previsione di voucher per i servizi all’infanzia anche per le lavoratrici autonom e (S. 470 presentato dal Sen. Gaetano Nastri di Fratelli d’Italia ), all’educazione genitoriale, nonché l’educazione socio – affettiva e di genere nelle scuole, agli asili nido, agli incentivi fiscali per le assunzioni femminili (Mara Carfagna , esponente di Forza Italia , A.C. 755) per arrivare alla tutela della salute della donna, con particolare attenzione a una patologia tutta femminile come l’endometriosi o ancora la proposta di dotare i locali pubblici di fasciatoi accessibili a entrambi i sessi ( presentata dalla senatrice democratica Laura Garavini S. 275).

Attenzione anche a un aspetto “fiscale” che riguarda l’universo femminile e in particolare la cosiddetta “pink tax” e quindi sono state presentate delle proposte di legge per diminuire l’ IVA sui prodotti per l’igiene femminile (in particolare parliamo degli assorbenti igienici) e anche sui prodotti per la prima infanzia ( S 475 da parte della Senatrice Donatella Conzatti di Forza Italia).   Non mancano le proposte riguardanti la donna nella sua sfera pubblica: l’On. Antonella Incerti del PD ha presentato il disegno di legge (A.C. 375) recante una “Legge quadro per la parità tra i sessi e contro le discriminazioni di genere” e ancora norme per garantire la parità di genere nei Consigli di Amm inistrazione nei consorzi dei marchi di tutela europei dei prodotti tipici locali e l’On. Tiziana Ciprini (M5s) che ha presentato un disegno di legge (A.C. 522) per superare il cosiddetto “gender pay gap” vale a dire il divario retributivo tra donne e uomi ni Da segnalare la proposta (A.C. 421) dell’On. Susanna Cenni (PD) recante “Norme per la parità di accesso ai mezzi di comunicazione nella campagna elettorale e istituzione dell’Agenzia per la parità, per la non discriminazione tra i generi e per la tutel a della dignità della donna nell’ambito della pubblicità e della comunicazione”.

Sono stati presentati anche due disegni di legge per disciplinare l’esercizio della prostituzione: uno da parte dell’on. Silvana Andreina Comaroli, (Lega) poi ritirato e l’altro da parte dell’On. Massimo Bitonci (Lega) (A.C. 472). Si segnala sul tema, ma con aspetti che vanno a toccare la rilevanza penale il disegno di legge (S. 312) della Senatrice del Partito Democratico , Caterina Bini, sulle sanzioni penali per i clienti delle prostitute.

Ritorna poi uno dei cavalli di battaglia del movimento femminile politico, arenatesi la scorsa legislatura e ancora in attesa di un’attuazione normativa dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul cognome della madre : la modifica del codice civile per quanto riguarda l’attribuzione del cognome al figlio, sono al momento quattro i disegni di legge sul tema presentati in entrambi i rami del Parlamento, tra cui spicca quello della presidente uscente della Camera dei Deputati Laura Boldri ni (LeU) (A.C. 106) , a cui si affianca sempre alla Camera il disegno di legge A.C. 230 dell’On. Renate Gebhard (Misto) e i due del Senato presentati rispettivamente dalle Sen. Laura Garavini del Partito democratico (S. 170) e da Julia Unterberger del gruppo delle Autonomie (S. 286). Sempre in attuazione di una sentenza costituzionale, quella sul diritto a conoscere le proprie origini, risulta agli atti di Camera e Senato un solo disegno di legge presentato dal Sen. Gaetano Quagliarello (Forza It alia) recante “Modifiche alla legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di reati di surrogazione di maternità e di commercio di cellule e tessuti di origine umana nonché in materia di accesso alle informazioni sulle proprie origini” (S. 66).

Due le proposte di istituire commissioni di inchiesta parlamentari che riguardano strettamente temi di genere: una prima proposta è presentata dall’On. Susanna Cenni (PD) che chiede l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione economica e sociale delle donne, sulle pari opportunità e sull’attuazione delle politiche di genere in Italia (A.C.508) e l’altra una C ommissione monocamerale sul fenomeno del “femminicidio”, presentata alla Camera dalle deputate del Gruppo delle Autonomie, Renate Ge bhard ed Emanuela Rossin i (Doc. XXII, n. 9). La proposta di legge della Senatrice Donatella Co n zatti (Forza Italia) chiede invece l’istituzione di una Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere (S 313). Ora che da un mese è partita la macchina parlamentare si attendono le calendarizzazioni dei primi disegni di legge di provenienza parlamentare, le prossime settimane saranno utili per capire se fin da subito i lavori parlamentari focalizzeranno parte del l oro lavoro anche sulle tematiche di genere

ARTICOLO DI LILIANA OCMIN – CISL, sull’incontro delle tre sindacaliste con il Sottosegretario Spadafora.

Èstato un primo interessante incontro quello che abbiamo avuto ieri a Palazzo Chigi, in qualità di responsabili delle politiche femminili di Cgil Cisl Uil, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora. Un momento per riflettere insieme sulle questioni più cogenti e sulle intenzioni del Governo circa le azioni da mettere incampoin materia di pari opportunità e diseguaglianze di genere. Come sindacato confederale abbiamo tenuto subito ad evidenziare le rispettive perplessità su un possibile arretramento del percorso fatto finora in termini di parità, anche alla luce di alcuni provvedimenti che il nuovo esecutivo ha preso in questa fase iniziale di governo del Paese.

L’attuale governo – abbiamo precisato – è composto da 17 ministri, di cui solo 5 donne e 3 di loro senza portafoglio. Dei 64 complessivi membri di governo, inoltre, soltanto 11 sono donne. Manca, poi, un Ministero per le Pari Opportunità, ormai da diverse legislature, e per la prima volta, senza nulla togliere alle capacità e alle competenze personali del sottosegretario, un governo ha posto un uomo a capo del Dipartimento per le Pari opportunità, laddove invece dovrebbero trovare spazio prioritario il protagonismo e la rappresentanza delle donne, in un’ottica di giusto equilibrio tra componente maschile e componente femminile. Preoccupa, ad esempio, continuare a vedere le donne in un ruolo legato prevalentemente alla cura familiare. Ciò significa perpetuare una rappresentazione distorta della società in cui il rapporto tra i generi risulta sbilanciato a sfavore delle donne. In poche parole, laddove si parla di politiche per la conciliazione famiglia- lavoro, il contratto di governo fa riferimento all’obiettivo di “conse – ntire alla donna” di conciliare affetti e professione, senza tener conto che la legislazione recente inmateria è rivolta a incoraggiare sempre di più la partecipazione degli uomini, almeno nella cura dei figli. Si fa riferimento quasi esclusivamente ad asili nido in forma gratuita per le famiglie italiane, limitando di fatto il lavoro di cura ai servizi di assistenza ai bambini nella prima infanzia e prefigurando una gratuità dell’asilo per tutte le famiglie, comprese anche quelle con fascia di reddito più alta. Il fatto, poi, di escludere dal beneficio i bambini delle famiglie non italiane equivale ad una scelta discriminatoria, soprattutto se consideriamo che molti immigrati si sono ben radicati sul territorio con progetti migratori importanti. Su come s’intende procedere in termini di promozione della parità di genere, non troviamo riferimenti particolari nel “contr – atto”. Se si esclude, infine, un accenno alla violenza, che si prevede di contrastare con maggiore repressione e inasprimento delle pene, mancano indicazioni su tutta una serie di questioni che vanno dalla lotta alla disoccupazione femminile alla parità salariale, dalle progressioni di carriera alla partecipazione decisionale, fino al contrasto agli stereotipi. Per questo motivo abbiamo lasciato al sottosegretario un breve pro-memoria con alcune richieste, tra cui: strutturare un piano straordinario per l’occupazione femminile; ampliare le strutture pubbliche dei servizi per l’infanzia (sia nido che scuole materne) con accesso gratuito chiedendo eventualmente un contributo sulla base dei parametri Isee; aumentare i congedi per la cura dei figli, degli anziani e dei disabili; distribuire il lavoro di cura che in Italia grava principalmente sulle donne; proseguire gradualmente nell’estensione del congedo per i padri, in aggiunta a quello materno, in linea con la proposta di direttiva europea sulla conciliazione vita-lavoro che l’Italia continua a sostenere. Sultema della violenza, infine, abbiamo indicato la necessità di estendere a tutte le lavoratrici vittime i benefici previsti dalla legge, aumentare da 3 a 6 mesi il periodo di congedo per le donne vittime di violenza, prevedere incentivi fiscali per la formazione e l’assunzione delle vittime incluse in percorsi di inserimento e non solo presso le cooperative sociali come previsto attualmente. Parimenti, occorre prevenire e contrastare il fenomeno della tratta degli esseri umani che colpisce maggiormente le donne. Insomma, vogliamo riportare le donne al centro delle scelte strategiche e politiche del Paese, fondamentale per rilanciare e consolidare la crescita e lo sviluppo.

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