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La Commissione Ue propone congedo di paternità di 10 giorni...

Scritto da Euronews. Postato in Euronews

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Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un primo accordo sulla proposta della Commissione di introdurre a livello europeo nuove norme in materia di equilibrio tra vita familiare e lavoro, più "adatte al 21° secolo". Tra queste:

  • un minimo a livello comunitario di 10 giorni di congedo di paternità dopo la nascita di un figlio, da retribuirsi al livello del congedo per malattia;
  • un congedo parentale rafforzato di 4 mesi, imponendo la non trasferibilità di 2 mesi tra i genitori
  • un nuovo diritto europeo a 5 giorni di permessi per i prestatori di assistenza;
  • possibilità di richiedere modalità di lavoro flessibili e protezioni contro il mobbing aziendale.

Si tratta di un accordo provvisorio che, se adottato formalmente da Parlamento europeo e Consiglio, metterà gli Stati membri di fronte all'obbligo di recepire le indicazioni comunitarie in un testo legislativo.*

Le misure proposte intendono in particolare accrescere le opportunità per gli uomini di assumersi responsabilità genitoriali e di assistenza. Come scrive la Commissione Ue, le misure intendono "aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, riducendo la disparità tra uomini e donne nell'occupazione".

Com'è la situazione in Italia e in Europa al momento

Ne avevamo parlato qui. Nel 2010 il Parlamento Europeo aveva tentato di uniformare la legislazione portando a 15 giorni il congedo di paternità, proposta poi respinta dal Consiglio europeo. I deputati erano tornati alla carica nel 2016 ma invano.

Quanto ai papà italiani, essi hanno appena due giorni (anche non consecutivi) di congedo obbligatorio per la nascita del bimbo e due giorni di congedo facoltativo, retribuiti con il 100% dello stipendio. L’indennità è a carico dell’INPS. Nel 2016 l’economista Tito Boeri, alla guida dell’INPS, ha lanciato la proposta di rendere obbligatori i 15 giorni di congedo di paternità anche in Italia.

Il congedo parentale - che è diverso da quello di paternità, ricordiamo - esiste anche in Italia ed è regolato da norma di legge (padre e madre possono dividersi fino a 11 mesi di congedo facoltativo al 30% dello stipendio), ma la realtà è diversa da quanto si trova scritto nei codici: sono tanti, infatti, i lavoratori che non possono permettersi di restare a casa con il neonato per più di qualche giorno oppure non fanno neanche richiesta al datore di lavoro per paura di ritorsioni, mobbing o del giudizio dei colleghi. Non esistono, purtroppo, cifre ufficiali su questo fenomeno di "autocensura" dovuto alla cultura del lavoro nelle aziende, piccole medie o grandi che siano.

I commenti di Bruxelles

La Commissione Europea sta avviando in parallelo una consultazione delle parti sociali sull'accesso alla protezione sociale al fine di definire possibili nuove norme in materia.

Secondo il vicepresidente Frans Timmermans "viviamo nel XXI secolo e il nostro atteggiamento nei confronti della vita e del lavoro, delle donne e degli uomini deve essere al passo con i tempi. Le nostre figlie e i nostri figli non dovrebbero essere tenuti ad aderire ai modelli dei nostri nonni". Marianne Thyssen, Commissaria per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha commentato: "Accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è non solo una questione di equità, ma anche una strategia tre volte vincente: è positiva per i genitori e i prestatori di assistenza che lavorano, che potranno conciliare più facilmente la vita privata e l'attività professionale, per le imprese, che saranno in grado di attirare e mantenere talenti, e per gli Stati membri, che attualmente perdono ogni anno 370 miliardi di euro a causa del divario di genere nei livelli di occupazione."

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* in un primo tempo, avevamo scritto erroneamente: "adottando o rigettando le indicazioni comunitarie". Quando è una direttiva, gli Stati membri devono recepirla nel diritto interno e emettere un testo legislativo che segua le indicazioni comunitarie entro una certa data, pena una multa. Ci scusiamo per l'errore.

Fonte: Euronews (click per aprire)

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