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Donne a confronto 'Per una cultura della parità'. Asproni: "Nell’equità di genere stiamo peggiorando"

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Gli sforzi e anche i buoni esempi non sono mancati, eppure su molti versanti si sta peggiorando invece di migliorare: lo dice a chiare lettere, e anche numeri, a Spoleto in occasione dell’incontro “Per una cultura della parità“, promosso da Rai per la Sostenibilità, Patrizia Asproni, fondatrice di #Boycottmanels, un gruppo di pressione che invita a boicottare i panel composti esclusivamente da uomini e a denunciarne la mentalità: “Un’idea che ha immediatamente suscitato un’enorme interesse e seguito – spiega Asproni – a riprova del fatto che il fenomeno aveva bisogno di essere denunciato, era arrivato veramente al limite”.

Se si guarda al mondo dell’arte, terreno specialistico di Patrizia Asproni, anche presidente di Confcultura, di Fondazione Industria e Cultura e del Museo Marino Marini di Firenze, le iniquità si fanno ancora più evidenti: “Solo un quarto delle grandi mostre in Europa sono dedicate ad artiste donne. Nelle vendite all’asta solo il 2%delle opere sono firmate da donne e il loro prezzo è inferiore del 40%, senza alcuna relazione con la loro qualità. Meno del 10% delle opere nei musei sono di donne, ma l’85% dei nudi le ritraggono. Certe differenze oggi saltano finalmente agli occhi”. Perciò che fare? “È necessario correre – conclude – correggere l’asimmetria con un’altra asimmetria; oggi dobbiamo forzare la mano e questo è anche un compito che per fortuna anche la Rai, con il progetto europeo e manifesto ‘No Women No Panel’ ha deciso di sostenere da vero servizio pubblico: avere molte più donne che uomini nei propri palinsesti e programmi, per forzare la situazione e riportare simmetria ed equità di genere”.

Patrizia Asproni

#Boycottmanels ha il merito di aver posto l’accento su situazioni paradossali, comunicando lo sdegno della comunità e talvolta inducendo anche gli organizzatori al ripensamento. “Il grande congresso medico sull’allattamento al seno e i suoi problemi connessi, nel quale tutti i relatori erano medici uomini, nemmeno una dottoressa. Penso all’Osservatorio scientifico, il Consiglio direttivo dei commercialisti, i panel della fondazione Cariplo: tutti fatti esclusivamente di uomini. Per fortuna il Nobel della matematica è stato vinto da una donna, questo è un indizio straordinario, di un cambiamento possibile”. Patrizia Asproni è attiva da più di due decenni nel management culturale e nella promozione artistica, anche attraverso l’inclusione di genere. Partecipa in qualità di esperta a Horizon Europe, programma dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione, guida la piattaforma IPOCH2, dedicata al patrimonio culturale europeo, e fino al 2016 ha presieduto la Fondazione Torino Musei.

L’evento a Spoleto “Per una cultura della parità”

Grandi compositrici e musiciste come Clara Schumann e Fanny Mendelssohn, artiste come Artemisia Gentileschi e Camille Claudel, messe in ombra da padri, mariti, fratelli. La storia scritta dagli uomini ha oscurato il talentoartistico di tante donne straordinarie, mentre ruoli per cattiva consuetudine considerati “maschili” – direttori d’orchestra, compositori, presidenti di Musei, fondazioni e festival – faticano ancora a trovare protagoniste femminili, considerate un’eccezione. Oggi qualcosa sta cambiando: oltre il 40% delle direzioni dei musei statali italiani è attualmente affidato a donne, che per il 39% sono presenti anche nei Cda. Ma su 14 Fondazioni Lirico-Sinfoniche, solo una ha una sovrintendente donna.

Per una cultura della parità” anche ai vertici delle istituzioni artistiche è l’incontro che è stato promosso l’8 luglio da Rai per la Sostenibilità Esg e Rai Umbria in collaborazione con il Festival dei Due Mondi e il Comune di Spoleto, in sintonia con “No Women No Panel” la campagna Rai per l’equilibrio di genere nel dibattito pubblico. A discutere del tema, assieme a Monique Veaute direttrice artistica del Festival dei Due Mondi di Spoleto, anche la direttrice della Biennale Musica di Venezia e compositrice Lucia Ronchetti, la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti, la presidente del Museo Marino Marini di Firenze, Patrizia Asproni, che ha lanciato su Facebook la campagna #boicottmanels, e Tiziana D’Angelo, la più giovane responsabile di un parco archeologico, quello di Pompei e Velia. Un dialogo con i colleghi uomini che ne condividono le istanze di pari opportunità: da Nicola Sani, Accademia Musicale Chigiana, già alla guida del Teatro dell’Opera di Roma e del Comunale di Bologna, a Daniel Blanga Gubbay, che dirige a Bruxelles il Kunstenfestivaldesarts, e Paolo Masini, che con MigrArti ha messo in scena un’idea rivoluzionaria di inclusione. Alla luce dei dati presentati per l’occasione dal professor Marco Causi, docente di economia della cultura e delle industrie creative all’Università Roma Tre, si profila l’ultima frontiera dell’empowerment femminile: il management culturale, come testimonia la mecenate e imprenditrice Diana Bracco, presidente dell’omonima Fondazione e ai vertici di Confindustria.

 

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