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Internet festival: pari opportunità e covid

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

ll Covid-19 ha inciso ulteriormente sulle pari opportunità. In base ai dati del Gender Gap Report 2021 un’ulteriore e addizionale generazione di donne dovrà attendere per alla parità di genere. Lo sottolinea Claudia Pavoletti, Ambassador Diversity And Inclusion per McAfee, intervenendo a uno panel organizzati durante l’Internet Festival di Pisa.

Prima della pandemia, ad un donna servivano 99,5 anni per accedere alle opportunità sociali e lavorative degli uomini. Nell’ultimo report del 2021 questo dato ha raggiunto 136 anni circa. In pratica “sull’allineamento di condizioni di vita tra uomini e donne abbiamo perso un’altra generazione.

In merito all’Italia, Pavoletti aggiunge “Nel nostro paese il gender gap trova tutta la sua manifestazione per ragioni probabilmente culturali e di arretratezze pregresse. Basta guardare la situazione femminile in ambito istituzionale, in cui si registra un significativo deficit rappresentativo.

Il parlamento finlandese è stato il primo paese europeo ad avere una maggioranza femminile. Nessun altro paese europeo, ha mai oltrepassato la soglia simbolica del 50%. Dobbiamo lavorare moltissimo, quindi, sull’educazione delle nuove generazioni e sulla confidenza delle donne di accedere a posizioni di responsabilità”.

Affrontato anche il tema della disabilità

Pavoletti è intervenuta anche sul tema della disabilità, Secondo i dati contenuti in una relazione votata al Parlamento europeo, il livello di occupazione medio in UE per le persone con disabilità e pari al 50,6% a fronte del 74,8% dei normodotati. In pratica un disabile su due non ha la possibilità di lavorare. Chiaramente il lavoro rappresenta la prima forma di accesso ad una vita sociale e senza poter accedere al lavoro l’inclusione resta più un predicato che una reale possibilità”.

Un problema che tocca da vicino anche l’Europa, visto che “una persona su sei dai 15 anni di età è disabile”. “Su questo fronte, poi, la combinazione tra disabilità, diversità e povertà può portare all’emarginazione”, afferma Pavoletti. “Questo, secondo i dati riportati dal Parlamento europeo, riguarda il 29,5% delle donne disabili che vivono sulla soglia di povertà”, una percentuale che scende al 27,5% per gli uomini. “Sono allarmi- conclude- che devono far riflettere sulla necessità di attuare politiche di inclusione effettive, che si occupino effettivamente d’inserire i diversamente abili nel mercato del lavoro, perché possono fornire un miglioramento delle condizioni di vita del Paese e del mondo”.

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