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Esclusiva TC - Stop ai dilettanti: il punto di vista del calcio pavese. Parola agli addetti ai lavori - Dettaglio News - Lombardia

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Palloni nelle sacche, catene alle porte dei centri sportivi, l'Ordinanza di Regione Lombardia ha messo in pausa il nostro, il vostro calcio quello vero quello dei dilettanti, quello dei 49mila volontari circa che animano le tantissime squadre della nostra Regione. Uno stop che fa male, soprattutto a chi in estate ha investito tempo e risorse nel mettere le strutture a norma. Abbiamo provato a fare una fotografia di quello che ha lasciato questa ordinanza non ponendo sterili domande da facili risposte, ma lasciando sviscerare in libertà l'animo di chi vive il calcio con passione. Ezio Panigati numero uno dell'Accademia Pavese: "Una decisione fuori da ogni logica, manca competenza. Noi abbiamo fatto di tutto per sanificare,per mettere tutto in sicurezza, con termoscanner, mascherine e tutto quanto era in nostro possesso fare per ottemperare alle richieste. Abbiamo speso soldi per questo e adesso chiudono tutto. Una soluzione che non ha senso perchè si tratta di uno sport giocato all'aria aperta, nessuno pensa ai bambini che adesso non hanno uno svago, qualcosa da fare dopo la scuola. Sono furioso. Come facciamo a pagare gli investimenti fatti? Pensare di ripartire il 6 Novembre è impossibile,i ragazzi non sono robot. Occorre protestare, far sentire la nostra voce, se serve andare sotto la sede di Regione Lombardia, perchè non è possibile. Abbiamo organizzato un gruppo, e andremo a far sentire la nostra voce, non staremo a guardare serve una risposta forteSono schifato". Dice la sua anche Graziano Gelfi mister dell'Union Calcio Basso Pavese: "Parlare di calcio ora come ora è veramente strano e difficile. Per come abbiamo iniziato,tra mille problematiche relative all'attuazione del protocollo, secondo me, già ora il campionato è falsato. Basta vedere in questo weekend quante partite erano rinviate d'ufficio causa covid,tra sabato e domenica. Così chiaramente non si poteva andare avanti. Penso comunque che questa prima chiusura è una grande sconfitta nei confronti di chi crede fermamente che il calcio non è solo business,ma racchiude in sé valori inestimabili per la crescita dei nostri ragazzi". Arrabbiato è il presidente della Chignolese Dino Pizzoni: "Sono molto deluso, arrabbiato, abbiamo lavorato tutta estate rinunciando anche alle ferie per poter ripartire in sicurezza, dove ogni giorno aspettavamo notizie per l’inizio, chi diceva ottobre chi novembre. Mi chiedo se questa ennesima chiusura non sia la fine del calcio dilettantistico, una piccola realtà come la nostra entrano in gioco tanti fattori, prestiti pagati, sponsor che inevitabilmente non ci assisteranno più , il tutto gestito a monte con pressappochismo all’italiana, noi società ci siamo fatti trovare pronti a tutti i decreti, chi ci governa no! Comunque non molleremo perché noi a discapito di loro viviamo di passione e non di interessi. Viva il calcio vero". Chiara è anche l'opinione del Presidente dell'Albuzzano Sergio Gobbi: "A mio avviso era la cosa più giustaAndare avanti così era impossibile, noi in rosa avevamo solo 12\13 giocatori perchè tutti quelli che lavoravano si erano chiamati fuori, il mister della Juniores ha abbandonato, poi è una catena fino a che non succede nulla va bene tutto poi quando accade il peggio è un problema. E' una questione molto delicata da soli non potevo fermare tutto. Capisco che i bambini adesso sono in giro, ma il problema è che se avessero trovato un solo positivo tante persone erano bloccate, il rischio è molto alto. Andare avanti non era facile anche per i costi legati alla sanificazione, un tour de force difficile da gestire. Anche con i giocatori c'è una situazione brutta, il gruppo va a perdersi. Il calcio è un divertimento non di sofferenza, meglio chiudere e riaprire quando sarà il momento giusto, onestamente non sarei nemmeno partito. Speriamo in bene che la situazione possa migliorare, non siamo in una situazione facile e di tornare ai momenti in cui si aveva voglia di andare al campo". Parola al mister del Casorate Marco Resca: "è stata una brutta botta, visto il precedente della scorsa primavera tutti sapevamo che era un provvedimento che era nell’aria, vista la crescita dei contagi, ma nessuno voleva ammetterlo a sè stesso, io per primo. Del resto aver ripreso, anche solo per poco, dopo tutti quei mesi d’inattività ci ha un po’ illuso che il brutto fosse passatoCioè, sicuramente non siamo nella situazione della scorsa primavera ma il problema non è risolto e non lo sarà fino alla scoperta di un vaccino o comunque di una cura efficace e quindi non ci resta che contenere i contagi. Venendo a noi sicuramente se vogliamo andare a vedere il calcio dilettantistico non era certo una delle prime cose da fermare, dati alla mano in altri settori ci sono stati molti più contagi ma dovevano pur far vedere che qualche provvedimento lo avrebbero preso e così è stato, colpendo anche noi. Se tutto questo sarà servito lo sapremo nelle prossime settimane adesso non è certamente il momento delle polemiche, è uscita un’ordinanza e dobbiamo rispettarla, che ci piaccia o no. Quindi non ci resta che attendere, sperare che i contagi calino e quando ci permetteranno di tornare in campo ci torneremo....e noi tutti già non vediamo l’ora che arrivi quel giorno". Molto forte è l'ide adel numero uno del Siziano Lanterna Domenico Iorillo: "È una decisione che mi lascia un’amarezza grandissima. I numeri ci dicono che solo lo 0,2% dei contagi è a carico dei calciatori dilettanti. Oltre al fatto che le percentuali di letalità del virus nella fascia di età dai 0 ai 50 anni è prossima allo 0,3%. Hanno deciso di fermare il movimento, che si svolge all’aperto, su una superficie di 6000 mq e dopo averci giustamente costretto ad investire tempo e denaro nelle misure di sicurezza, per minimizzare il rischio per i tesseratiMi permetto solo di far notare che gli stessi atleti vanno a scuola, a lavoro, nei centri commerciali, nei bar, pertanto non ha alcun senso fermare l’attività meno rischiosa! Sono convinto che interrompere gli sport per 3 settimane non servirà a nulla. Tra 20 giorni, verosimilmente, non registreremo grossi miglioramenti, perché lo sport non incide sul numero di contagi sia in positivo sia in negativo. Non è un’opinione, le mie dichiarazioni si basano sui numeri che ci vengono forniti dalle Istituzioni. Chiudere i cancelli mi provoca una tristezza infinita, evidentemente chi ci governa avrà i suoi buoni motivi, che mi sfuggono nella maniera più assoluta. Hanno scelto di far morire lo sport, ne prendo atto. Ora si prendano la responsabilità di aver danneggiato l’intero movimento sociale, perché molte Società, probabilmente, non riapriranno più." Chi conosce bene le dinamiche legate al protocollo ed alla quarantena è l'allenatore della Cavese, Filippo Ramaioli: "Come ben si sa noi siamo stati subito ad inizio preparazione colpiti a pieno da questa situazione, che ci ha portato ad uno stop immediato saltando allenamenti e partite ufficiali.Oltre a questa per la poca chiarezza abbiamo perso giocatori. Ritengo giustamente in quanto non è ammissibile rischiare posto di lavoro e altro per una quarantena oltretutto essendo negativi.Da quel giorno le nostre perplessità sono state molte.In quanto si va oltre il vincere o perdereDetto questo ora è accaduto l'inevitabile, anche perché sportivamente parlando era davvero tutto un controsenso.Partire saltate squadre rimaneggiate ecc ecc; c'è rabbia, molta tristezza perché lo sport è un toccasana e forse con qualche norma rivista tutto poteva proseguire, ma così no. Mi permetto di dire che le società sin dal primo giorno avevano rispettato tutte le regole dalla sanificazione alle certificazioni portando tranquillità a tutti gli eventi dall allenamento alla gara ufficiale.Ora si spera solo che tutto possa finire il prima possibile e tornare a far ciò che ci piace con più certezze dai bambini agli adulti" Forte è anche l'opinione del vice allenatore del Broni Cristiano Civardi: "E' un tema scottante e tema di discussione tra gli addetti ai lavori, con il rischio di scontrarsi per i pareri diversi, che fondamentalmente sono tutti giusti da chi dice io continuerei a giocare o chi pensa che sia giusto smettere. Il mio parere personale, giusto o sbagliato che sia, é che sia stato giusto sospendere. Nonostante fossimo imbattuti, era diventato difficile andare avanti come sarà difficile ripredere. Riprendere sarà un campionato falsato dalla situazione, con tante partite da recuperare, chi dice il contrario mente in quanto si andrebbe a giocare contro squadre decimante o che hanno giocato più partite in poco tempo, così non c'è competizione perchè non si parte alla pari, ripeto sportivamente non ci sono le condizione per dare pari opportunità a tuttiIl positivo o la quarantena in qualche modo toccherà a tutti. Poi l'ambito sociale è un ambito ancora più spinoso. Per quanto riguarda i settori giovanili a Broni e in altre società ho visto una grandissima attenzione e si è lavorato in modo splendido noi come tante società della nostra zona penso all'Apos, al Voghera a tante realtà oltrepadane. Fermare tutto a livello giovanile spiace davvero, a livello sportivo invece credo sia la cosa più logica. In questo momento storico, rischiare di perdere il lavoro e la salute dei propri cari è una follia. Per fare sport così non è più sport, il protocollo ci ha dato cose giuste ma irreali". Dice la sua il Ds del Mirabello Angelo Fiocchi: "Partendo dall'ovvio presupposto che sia di primaria importanza la tutela della salute e della sicurezza dei calciatori e dei tesserati della nostra e delle altre società dilettantistiche, nonché delle loro famiglie, vorrei esprimere alcune perplessità nel merito delle recenti misure approvate dalla regione Lombardia. Sebbene sia un periodo difficile, reputo il calcio (nella fattispecie quello dilettantistico), un ambiente entro il quale il contagio, seppur si diffonda, lo faccia in maniera contenuta e marginale rispetto ad altri contesti, che risultano essere molto più pericolosi ma, al contempo, molto meno controllati. Non dimentichiamoci infatti che le misure applicate dalle varie società ai fini della prevenzione vengono poste in essere in maniera precisa e puntualeNel particolare, qui a Mirabello, ci preoccupiamo di seguire il protocollo in maniera quasi maniacale: dalla sanificazione delle aree sportive, alla misurazione della febbre (quanti sono i ancora i posti che lo fanno regolarmente?), fino all'utilizzo delle mascherine negli spogliatoi. Un'altra perplessità che vorrei esprimere ha invece una natura polemica nei riguardi dell'organizzazione. Tutti si aspettavano una seconda ondata in autunno: valeva la pena a questo punto iniziare per fare solo tre partite ? Non sarebbe stato meglio aspettare che la situazione si stabilizzasse ? La speranza è comunque quella di tornare a fare quello che più ci piace, ossia giocare a calcio serenamente e con la mente libera da mille pensieri. Grazie mille per lo spazio che mi hai dato ed un forte in bocca al lupo a tutte le Società dilettantistiche che stanno facendo di tutto per mantenere vivo il gioco più bello del mondo". Molto chiara è anche l'opinione del mister dell'Hellas Torrazza Stefano Pugliano: "Parto col dire che che è una decisone giusta ma nel momento sbagliato,giusta perche comunque i contagi continuano ad aumentare ma sbagliata perché le società si sono fatte in 4 per mettere tutti gli impianti in sicurezza tutto a norma Covid spendendo non solo i soldi di qualche ultimo residuo sponsor ma anche soldi personali che mandano avanti questo sport,si sono pagate iscrizioni,tesseramenti,visite insomma tutti soldi che non sapremo se potremmo usufruirne... Concludo col pensare che la salute viene prima di tutto e che spero proprio di tornare tutti a darci “battaglia” sul rettangolo verde" Parole chiare anche quelle del Ds della Folgore Luca Bertani: "Un commento allo stop penso che sia le decisione più giusta visto l'andamento di questi ultimi giorni.  Purtroppo il calcio è un granellino rispetto a tutte le attività o modalità di vita quotidiana, devo anche riconoscere grandissimi meriti alla società che da quest'anno rappresento per l'impegno messo in " campo " per cercare di arginare il contatto e contagio tra i nostri atleti .Spero, come poi ci si augura tutti, che si possa tornare a calpestare i campi da gioco nel breve tempo possibile mettendo a disposizione tutta l'attenzione del caso. Chiudo dicendo solo che a mio parere ci siamo sentiti soli nel gestire questa partenza della stagione sportiva, purtroppo gli altilochi pensano al calcio partendo dai professionisti e non sono molto d'accordo, ma questo è un'altra storia. Grazie per avere avuto questa opportunità ascoltando anche la nostra voce, ci sarebbe da scrivere un libro per poter dire tutto"

Questa è la foto, l'istantanea, fatta con il parere di alcuni addetti ai lavori ma restiamo a disposizione per il parere di altri appassionati.

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