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«Sessismo alla Asl, ora basta»

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Vessazioni, atteggiamenti inequivocabilmente malati e ancora riferimenti sessisti e battute a sfondo sessuale. Non usano giri di parole Antonio Macchia e Pancrazio Tedesco, rispettivamente segretario generale della Cgil e segretario provinciale della Funzione pubblica dello stesso sindacato, per denunciare la situazione che si vivrebbe in alcuni ambiti dell'azienda sanitaria locale.

Gli episodi di sessismo sarebbero diversi anche se la paura di denunciare da parte delle presunte vittime avrebbe finora impedito l'emersione del fenomeno. I sindacalisti, però, dopo l'ennesima segnalazione, hanno deciso di rendere pubblico il tutto, scrivendo all'azienda e alla consigliera alle Pari opportunità della Provincia di Brindisi, Maria Elisabetta Caputo, affinché si ponga un argine al deplorevole comportamento che alcuni dipendenti Asl avrebbero nei confronti delle loro colleghe donne. «Vogliamo denunciare esordiscono Macchia e Tedesco - vessazioni irriguardose e offensive, oltre ad atteggiamenti inequivocabilmente malati, verificatisi in alcuni ambienti dell'Asl, riconducibili ad alcuni dipendenti e aventi come bersaglio le lavoratrici della medesima azienda. È inconcepibile che nel 2019 dobbiamo essere ancora costretti come sindacato a dover denunciare atteggiamenti offensivi e chiari riferimenti sessisti tenuti da colleghi nei confronti di loro colleghe che hanno il solo torto di essere donne e rappresentare per loro un oggetto di desiderio».

Le parole dei sindacalisti sono pesanti e non ammettono interpretazione alcuna: a quanto pare, i casi registrati dalla Cgil non proverrebbero dalle corsie degli ospedali e, quindi, non investirebbero personale medico, infermieristico o sanitario in generale, ma sarebbero da ricercare negli uffici che si occupano delle questioni amministrative. Non sarebbe, dunque, sessismo in corsia, come non si tratterebbe di molestie sessuali sui luoghi di lavoro: secondo la denuncia, le azioni che hanno portato alla diffusione pubblica dei fatti riguarderebbero piuttosto episodi di violenza verbale o atteggiamenti denigratori e mortificanti nei confronti delle donne.

Anche messa così, la cosa, qualora venisse verificata, non sarebbe meno grave anche perché un simile clima in un luogo di lavoro potrebbe provocare malesseri anche importanti nelle vittime. «Le lavoratrici sono costrette a subire reiteratamente battute a sfondo sessuale oppure sono oggetto di osservazioni di cattivo gusto, per usare un eufemismo, da parte di colleghi maschi, anche alla presenza di più persone. Il problema, dunque, è sia nella sostanza che nella frequenza con cui commenti, comportamenti e osservazioni di questo tipo vengono usati in contesto lavorativo».

Secondo la nota diffusa dalla Cgil, il sindacato avrebbe allertato l'azienda di quanto accadrebbe in alcuni dei suoi uffici ma alle segnalazioni non sarebbe seguito alcun intervento. «Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni, come abbiamo avuto modo di segnalare all'azienda, che non possono essere taciute poiché rappresentano l'emblema di retaggi culturali non degni di un ente che lavora per il benessere psicofisico dei cittadini: alcuni di questi episodi saranno oggetto di un'apposita denuncia da parte delle interessate ma ci preme sensibilizzare l'Asl su quanto accade sul luogo di lavoro, anche perché molte sono le donne che rinunciano a denunciare questi gravi accadimenti per mancanza di fiducia nel sistema in cui sono costrette a operare». In pratica, secondo Macchia e Tedesco, molte delle presunte vittime non denuncerebbero apertamente la situazione poiché timorose o di non essere credute o di peggiorare quella che sarebbe una realtà lavorativa già pesante a causa della presenza dei probabili sessisti. Queste informazioni, fanno sapere dalla Cgil, saranno condivise con la consigliera alle Pari opportunità della Provincia di Brindisi, Maria Elisabetta Caputo.

«Comunicheremo tutto alla consigliera Caputo, poiché rappresentante dell'ente deputato a intraprendere ogni utile iniziativa ai fini del rispetto del principio di non discriminazione per lavoratori e lavoratrici. Intanto invitiamo l'Asl a intraprendere ogni azione utile alla cessazione degli atteggiamenti discriminatori e delle vessazioni per ragioni di sesso nell'ambito lavorativo, vista la completa assenza di qualsiasi tutela delle donne che non sono neppure libere di esercitare la loro professione nei luoghi a ciò deputati».

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