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Regioni.it - n. 3457 del 21-09-2018 - Pari opportunità: Mori, servono un confronto di merito e politiche strutturali

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

(Regioni.it 3457 - 21/09/2018) Una "forte preoccupazione" per l’arretramento della condizione femminile su autonomia economica e diritti acquisiti, violenze subite, irrilevanza in termini di condizionamento dell’agenda politica. La esprime a nome delle colleghe presidenti Roberta Mori, terminati i lavori della Conferenza Nazionale delle Commissioni regionali di Pari opportunità a Palazzo Regio a Cagliari, al centro i recenti provvedimenti assunti dalla Regione Sardegna quali la doppia preferenza di genere nella normativa elettorale e il reddito “di libertà” per uscire dalla violenza. "In Italia cambiano i governi e le maggioranze ma una cosa resiste al cambiamento: il mancato coinvolgimento delle donne nelle politiche che impattano sulla loro vita", è l’amaro commento della coordinatrice e presidente Commissione Parità della Regione Emilia-Romagna a fronte delle prospettate riforme sul Diritto di famiglia e sui sostegni alla maternità in assenza di qualunque confronto. "Le proposte contenute nel Disegno di legge Pillon richiedono una riflessione ben più ampia e approfondita – sottolinea Mori - poiché rischiano di minare lo sviluppo armonico di bambine e bambini figli di coppie separate, aggravare i costi della separazione compresi quelli immateriali per il coniuge più debole, ignorare una realtà discriminatoria per le donne". Quelle italiane, in particolare non hanno certo "bisogno di paternalismo quanto di concretezza e ascolto, voce e rispetto" secondo Mori, "mentre al contrario assistiamo solo ad una deriva violenta e muscolare del linguaggio".Inoltre, con un’occupazione femminile nazionale sotto il 50% e una rappresentanza di donne nelle istituzioni locali e regionali che in media non supera il 20% «il Paese non va da nessuna parte", è il ragionamento. "Per questo chiediamo l’apertura di un confronto di merito su politiche strutturali di vero cambiamento, adeguate a liberare il potenziale femminile inespresso a beneficio dello sviluppo economico, sociale e civile – rilancia la coordinatrice nazionale. I temi su cui intervenire con urgenza sono misure di prevenzione dei femminicidi, educazione e contrasto agli stereotipi discriminanti, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, incentivazione, agevolazione, sgravi che colmino l’inaccettabile gap occupazionale e retributivo che frena la ripresa e sta negando opportunità a tante giovani donne. Cogliendo una preoccupazione sociale che sta crescendo e si sta già mobilitando - è la conclusione della presidente Mori- la Conferenza nazionale chiede ai rappresentanti del Governo e del Parlamento un confronto pubblico concreto con le donne e per le donne, preliminare a qualunque modifica di norme o conquiste di equità sociale".

 

( red / 21.09.18 )

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