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Pronti per Marte ma restano lontane le pari opportunità

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Cancello e scrivo e di nuovo cancello e riscrivo queste righe, perché proprio, non so come iniziare. Non so nemmeno se è giusto scrivere qui tutto quello che mi sta passando per la mente, perché non sono tutti dei gran bei pensieri; e non perché io sia una stronza 2.0 ma perché nel 2018 dove andiamo su Marte, dove creiamo genomi sintetici, dove sperimentiamo coltivazioni alternative per salvare la terra, dove immaginiamo energie sostenibili e uomini liberi, mi ritrovo a stupirmi della piccolezza dell’uomo. Certo finisce che i grandi difetti della civiltà umana ce li portiamo sempre addosso e ci prodighiamo, con smisurata ipocrisia, ad aiutare i Paesi di guerra alimentando la guerra stessa ancora e ancora. Ma speravo che nel 2018 qualcosa fosse cambiato almeno nelle nostre città occidentali, così dedite al progresso e all’avanguardia - a quanto pare non del pensiero. Speravo che dal primo passo fatto nel 1893 praticamente dall’altra parte del mondo, in una Nuova Zelanda forse più paritaria della nostra attuale Italia, o forse di alcune delle sue ristrette visioni mentali, speravo che da quel primo passo qualcosa sulle donne e sulla loro brillante capacità di essere leader di se stesse, della famiglia, di un gruppo, di un mondo, qualcosa si fosse capito. E invece è il 2018 e ancora c’è discriminazione. Discriminazione sul posto di lavoro, nei colloqui di lavoro, nei ruoli dirigenziali, nella vita politica, nella vita sociale, nella vita famigliare e nel quotidiano. E io ho trent’anni, e sono una donna fiera di se stessa, del suo percorso, delle sue cicatrici; una donna che anche nei momenti più deboli sa rialzarsi, anche se magari con difficoltà, ma sa rimboccarsi le maniche così come tantissime donne ogni singolo giorno. Allora le parole vengono da sé e a tutti quegli uomini che pensano che in quanto donna io sia un problema, a tutti quegli uomini che hanno difficoltà a relazionarsi con tutte le donne intelligenti, splendide e intraprendenti, con tutte le grandi donne che hanno fatto dal nulla il nostro mondo, dico che senza di loro non sarebbero nessuno. E non smetterò mai di arrabbiarmi quando troverò davanti a me un uomo dal pensiero così misero e meschino, non smetterò mai di impegnarmi ancora di più per essere una donna, grande, come tutte le grandi donne che ho ammirato nella storia e che mi hanno insegnato che non sono inferiore a nessuno, tanto meno ad un uomo con un tale pensiero. Mi dispiace se mi permetto di inviare una lettera così generica al vostro Giornale, e forse così poco attinente alla realtà bresciana, ma chiudiamo gli occhi su così tante piccole ingiustizie da farle passare oramai come normalità, ma spero proprio che un giorno, nella nostra città e nel nostro mondo, tutto questo non sia più «normale» - se mai esista davvero questa così tanto idolatrata normalità.

// Laura Manenti Castegnato Dall’invio della sua lettera ad oggi purtroppo, cara signora Laura, la cronaca ci ha svegliato dal torpore. Cronaca dura. Cronaca nera. Mi riferisco alla prematura (e a tutt’oggi misteriosa) morte di Sana, la 25enne italo-pakistana seppellita in tutta fretta con l’ipotesi della morte per infarto. Ma la verità, sappiamo, ha tante facce. Compresa quella, terrificante, del delitto d’onore, che altrove è ancora una «normalità». Ecco. Partiamo da qui: pretendiamo, tutti insieme, donne ma anche uomini, che sia fatta verità. Vogliamo una verità credibile. Sempre e comunque. Nei casi estremi ma anche in quelli piccoli, quotidiani: il principio da invocare e difendere, è uno solo. (n. v.)

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