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Articoli : Abusi sulle donne, 133 segnalazioni nel 2006
Inviato da webmaster il 23/11/2007 10:38:02 (724 letture)

PIAGA SENZA FINE
«Anni di silenzio e di soprusi prima di reagire: si sopporta soprattutto per “tutelare” i figli»

Jacopo Tomasi
Le vittime si sono rivolte al Centro antiviolenza: molti casi restano nell’ombra
Quasi sempre il responsabile è il marito o l’ex partner, che si trasforma in «mostro»

TRENTO. I loro nomi, le loro storie, si nascondono dietro ai lividi sul corpo, al volto tumefatto, alle lacrime che bruciano sulle ferite. Nel 2006, in Trentino, sono state 133 le donne accolte dal Centro Antiviolenza. Storie di violenza quotidiana, digerita per anni, un po’ per “tutelare i figli”, un po’ perché non si vuole credere che l’uomo che si ama possa fare del male. La minaccia però si nasconde proprio tra le mura di casa: nell’80% dei casi, infatti, è proprio il partner (o l’ex partner) l’autore delle violenze.
«Inizia con un urlo, non può finire nel silenzio». Recita così un volantino che annuncia la manifestazione di sabato, a Roma, per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne. Un fenomeno che non accenna a placarsi, nemmeno in Trentino. Le vittime sono soprattutto donne tra i 30 ed i 50 anni, per la gran parte italiane, diplomate o laureate. Donne che lavorano: impiegate (30 per cento dei casi), ma anche insegnanti (15 per cento) e commesse (10 per cento). Donne che pagano la loro emancipazione culturale, l’indipendenza economica, la libertà sociale. Lo ha ripetuto più volte Barbara Bastarelli, responsabile del Centro Antiviolenza di Trento: «La violenza sulle donne è un segno di dominio da parte dell’uomo», ha detto nel corso della presentazione dello studio. Parole riprese dalla presidente del Coordinamento Donne di Trento, Delia Valenti: «Un atto di discriminazione figlio di una società ancora patriarcale».
Nell’80 per cento dei casi i soprusi avvengono tra le mura domestiche e l’autore delle violenze è l’uomo che si ama che d’improvviso si trasforma in un «mostro» incontrollabile. Il 54 per cento delle donne che ha chiesto aiuto al Centro ha raccontato di essere stata violentata dal marito, il 10 per cento dal convivente, il 15 per cento dall’ex partner.
La violenza scatta dopo i primi anni di matrimonio. Soprusi fisici e psicologici: calci, pugni, minacce, strangolamento. Ma capita anche che le donne siano rinchiuse in casa, private della loro libertà. Poi subentra la violenza sessuale: rapporti obbligati, prostituzione, richiesta di «giochi erotici» umilianti. Chi violenta non è drogato o ubriaco: nel 92 per cento non presenta disagio psichico o sociale. Dopo aver subito le violenze solo il 22 per cento denuncia, un dato comunque più alto rispetto alla media nazionale. Passano anni prima che la donna reagisca e racconti. Un po’ per incredulità: non si vuole credere che l’uomo che si ama possa agire così. Un po’ per terrore o vergogna. «Per sconfiggere questo fenomeno serve un cambiamento culturale dettato da sensibilizzazione e formazione - ha detto l’assessore Marta Dalmaso - ma serve anche un sostegno alle donne». Per questo è stato potenziato il Centro Antiviolenza di via Dogana (tel. 0461-220048 o www.centroantiviolenza tn.it) ed è in programma la realizzazione di una «Casa delle Donne» dove possa essere protetta in alloggi segreti chi è a rischio.
Intanto il Comprensorio della Valle dell’Adige ha deciso di aderire alla «campagna del fiocco bianco», che invita gli uomini ad indossare, domenica, un fiocco bianco per rendere esplicita la disapprovazione verso la violenza contro le donne. E ieri il consiglio comunale ha votato all’unanimità un ordine del giorno in cui si sollecita alla Provincia ad individuare una o più strutture per accogliere le donne esposte a violenza, indipendentemente dal loro status di cittadinanza.
(22 novembre 2007)



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