Stampa

QUEL LIMITE DI ETA’ DEI CONCORSI RAI FORTEMENTE DISCRIMINATORI

 

cavallo rai canone

 

“Rai, lavora con noi!”  è l’invito pubblicato attraverso la stampa e le tante pubblicazioni afferenti alle offerte di lavoro. Ma questo invito, specchietto delle allodole non porta a nulla di buono per chi abbia compiuto 29 anni e 364 giorni. Ovvero per chi a 30 anni sia considerato già vecchio per svolgere attività impiegatizie o tecniche presso l’Azienda pubblica (per la legge 220/2015la Rai è una società a quasi totale controllo pubblico, il 99,56% delle azioni è del ministero del Tesoro, lo 0,44% della Siae). Sicché persone culturalmente qualificate restano fuori dalla competizione, così come specialisti di indubbie qualità ed esperienza in tutte le tecnologie relative al tipo di produzione di interesse Rai: riprese, montaggio video, ottimizzazione delle immagini, assistenza alla regia, sono scartate a priori per discriminazione relativa all’età, contravvenendo alle leggi italiane ed europee*.

Riceviamo numerose lettere di protesta e disappunto da parte di lavoratori del settore che pur avendo le qualità e la competenza per essere assunti in Rai, trovano l’insormontabile ostacolo del limite di età, il che è una contraddizione di fatto perché l’esperienza in certi settori la si ha se si è lavorato presso società private ed agenzie del settore radiotelevisivo, che spesso hanno proprio contratti d’appalto della Rai, e l’assurdità in questo sistema è che – da quanto ci riferiscono i tecnici lavoratori in produzioni Rai assunti (per modo di dire) da privati – le società appaltatrici profumatamente pagate dall’azienda pubblica, sfruttano tali forze lavoratrici in orari di lavoro con turni massacranti, dove la regola è il mancato pagamento degli straordinari, l’assenza di ferie e del diritto a percepire la paga in caso di malattia. Si tratta di lavoratori che producono risultati in programmi tv di rilievo della Rai, i cui responsabili nelle alta dirigenza inviteremmo a prendere visione dei “contratti di lavoro”, delle condizioni, e dello sfruttamento di molti lavoratori invisibili che per anni rendono un servizio alla Tv di Stato, per poi essere bloccati, nonostante le loro loro competenze acquisite sul campo, nella giusta aspirazione a partecipare ai concorsi . Di fatto si realizza una illogica valutazione dei lavoratori i quali non hanno limiti di età, né di orari di lavoro, né di surplus lavorativo quando - attraverso le esternalizzazioni - lavorano per la Rai con contratti a termine ed in condizioni capestro, mentre gli stessi lavoratori sui bandi di concorso o gli avvisi di ricerca di personale sono ritenuti di serie B per il semplice dato anagrafico, avendo un’età superiore ai 29 anni.

Ecco quanto emerge da un o dei ricorrenti annunci della rai:

Requisiti di partecipazione ai concorsi

"La ricerca è riservata a coloro che sono in possesso di:

 A. Età compresa tra i 18 e i 29 anni e 364 giorni".

 

Limiti di età nei concorsi pubblici: l’Europa conferma, la Corte europea precisa

Sulla questione dei limiti di età è intervenuta anche l’Unione europea che, nella sostanza, ha confermato quanto stabilito dalla Bassanini. L’art. 6, par. 1, lett. c), della direttiva 2000/78 consente disparità di trattamento con riferimento alla “fissazione di un’età massima per l’assunzione”, precisando, però, che tali discriminazioni possono essere tollerate solo se proporzionata all’attività per la quale si concorre.

IL CAPITOLO DELLE ESTERNALIZZAZIONI

La rai è un organismo di diritto pubblico, secondo quanto confermato dalla recente sentenza TAR Lazio n. 8341 del 26.6.2019 e già stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione (Corte di Cass. S.U. 23.4.2008 n. 10443). In quanto tale, essa è tenuta all’osservanza delle procedure di evidenza pubblica nell’affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture.
Proprio per la peculiarità della sua mission istituzionale-statale, il servizio pubblico di radiotelevisione dovrebbe essere improntato ad una responsabilità e ad un’etica “umana” anche nelle modalità di gestione di progetti e nella esternalizzazione di attività tramite appalti di servizi e lavori a società private.

LEGGI ANCHE:

La fittizia interposizione di società televisive esterne alla Rai non evita il riconoscimento del rapporto lavorativo con la televisione di Stato (Cassazione civile sez. lavoro, Sentenza 9.2.2016 n. 2522)

IL CASO RAI E LE ESTERNALIZZAZIONI 

RAI " LAVORA CON NOI"

Ma la Rai fa parte o no della Pubblica Amministrazione? Wired

ESTERNALIZZ