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ATLANTE DELL’INFANZIA A RISCHIO 2016 TRECCANI - SAVE THE CHILDREN

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I PRINCIPI DELLA CONVENZIONE ONU PER I DIRITTI DELL’INFANZIA RESTANO SPESSO SOLTANTO UN MIRAGGIO


La crisi di fiducia e di futuro che continua a caratterizzare il nostro Paese da troppo tempo – già segnalata nella prima e nella terza edizione di questo Atlante (L’isola dei tesori, 2010, e Mappe per riconnetterci al futuro, 2012) – non investe solo giovani dispersi, disoccupati o scoraggiati alla Jeeg Robot, ma proietta un cono d’ombra sulle scelte di vita dei loro fratelli minori alle prese con il momento più critico del percorso di crescita. Per ragazzini e adolescenti distinguere i loro interessi e proiettarli in avanti con determinazione nell’epoca dell’incertezza globale diventa un’impresa ancora più difficile di quanto già non sia normalmente.

Vedere appannarsi il futuro colpisce al cuore il sistema motivazionale e può creare un lutto doloroso: assieme al futuro muore la speranza, il piacere di vivere per crescere e diventare se stessi (Charmet 2012). Senza contare i guasti all’ascensore sociale – il successo appare più legato alle risorse o alle reti dei genitori piuttosto che alle capacità dei figli – e i contraccolpi della crisi sulle istituzioni che dovrebbero assicurare crescita e promozione sociale.
Chi me lo fa fare di studiare se chi ottiene una laurea non trova lavoro? Se questi discorsi sembrano costituire la premessa esistenziale di un’intera generazione, per una nutrita legione di bambini e di ragazzi il futuro pare ancora più incerto. Come Jeeg Robot, anch’essi sono outsider, underdog, sfavoriti alla nascita dalle circostanze della vita: in un mondo caratterizzato da condizioni di vita e di salute immensamente migliori rispetto al passato, in uno dei Paesi più industrializzati e ricchi del mondo, questi ‘bambini senza’ – come li abbiamo chiamati nell’Atlante del 2015 – devono fare i conti fin da piccoli con contesti e situazioni di oggettivo svantaggio: povertà economiche, abitative, di salute ed educative. Sono gli esponenti di quell’infanzia ‘a rischio’ protagonista di questo Atlante, nati e cresciuti in una situazione di privazione ben descritta dal vocabolo absentia, che non si contrappone semplicemente a quanto viene indicato dalla preposizione con, ma serve a sottolineare la mancanza di ciò che normalmente dovrebbe esserci.
Una condizione fatta a volte di solitudini, come indica l’etimologia di un altro vocabolo che ricorre spesso in questa ricerca (privus, «che sta da sé», e quindi solo), e segnata quasi sempre da barriere e cancelli che li separano da opportunità educative e formative (exclusus, «chiuso fuori»). Bambini e ragazzi a rischio sotto molteplici dimensioni, per i quali i principi della Convenzione dell’ONU per i diritti dell’infanzia, restano spesso soltanto un miraggio.

(Estratto da Atlante dell'infanzia a rischio 2016)


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