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Un importante fattore di discriminazione: la povertà in Politica. I Fondi della Legge 157/99 per le Donne

«A bilancio 600mila euro che non ci ha mai versato»
di Emanuela Fontana
Il Giornale 4 gennaio 2009

Roma, Wanda Montanelli, lei presiede la consulta delle donne dell'Italia dei Valori e il dipartimento pari opportunità. Perché ha deciso di portare il presidente del suo partito, Antonio Di Pietro, in tribunale?
«Per la mancata erogazione dei fondi alle donne del partito, previsti dalla legge 157 del '99 sui rimborsi elettorali. La legge prevede che il 5% sia destinato alle attività delle donne. Di Pietro ha messo in atto una vera e propria discriminazione nei nostri confronti».
A che punto è la causa?
«Il 17 dicembre si è svolta la seconda udienza a Milano, e nonostante la prossima sia stata fissata nel 2010, il giudice, una donna, ha detto che approfondirà l'aspetto dei mancati finanziamenti. Abbiamo portato nove dossier e 170 testimoni».
Di quale documentazione si tratta?
«A noi non è arrivato mai nulla, di contro negli ultimi bilanci risultano come spesi 600mila euro per le donne».
Una voce di bilancio che non ha avuto conferma nella realtà?
«Sono 600mila euro sommando i vari bilanci, fondi che a me non risulta siano mai stati rimborsati. E nessuna delle donne della nostra rete ha mai visto un centesimo».
In quanti bilanci compaiono questi fondi per le donne che le donne non avrebbero visto?
«Sei bilanci, dal 2000 al 2006, abbiamo portato tutto in tribunale».
Lei quindi ipotizza un falso in bilancio dell'Italia dei Valori?
«Non arrivo a dire questo, ma dico, come responsabile di due strutture del partito e avendo contatto con tutte le donne dell'Italia dei Valori, che nessuna ha mai ricevuto rimborsi. Ci sono 170 testimoni. Sfido qualsiasi parlamentare dell'Italia dei Valori a dire che abbia mai avuto notizia di questi versamenti».
Quindi chi ha pagato le vostre attività?
«Tutto di tasca nostra, dal 1998. Ma all'inizio lo abbiamo fatto volentieri perché il partito non aveva fondi. Noi facciamo politica per un'ideale, per passione. Nel momento, però, in cui abbiamo visto che il denaro entrava, ci siamo chieste come mai dovessimo continuare ad autotassarci: spese di viaggi, gazebo, sportelli contro la violenza alle donne...».
Cosa ha pensato dopo aver letto le intercettazioni sull'inchiesta di Napoli in cui compaiono i nomi di Cristiano e Antonio Di Pietro?
«Se dicessi che mi ha fatto piacere sarei una bugiarda: è la delusione di una vita intera. Gli attivisti dell'Italia dei Valori sono persone che hanno creduto nell'idea di una pulizia morale, ora molti sono delusi».
E le dispiace aver letto quelle cose?
«Se rispondessi di sì sarei altrettanto bugiarda».
Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=318425
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Approfondimenti:

Così Di Pietro sistema le mogli e i parenti nel partito-famiglia
di Paolo Bracalini
Il Giornale 4 gennaio 2009

Le persone fidate Antonio Di Pietro se le è scelte oculatamente: i suoi parenti. Più fidati di così. Diretti o acquisiti, i congiunti del leader-fondatore hanno trovato una corsia preferenziale per accedere alle cariche nei consigli dei vari enti, in Parlamento o nelle strutture del partito. Se la cura parentale è fenomeno ampiamente diffuso tra i nostri politici, l'attenzione di Di Pietro per consorti, figli, cognati e affini batte tutti. Tonino è a memoria d'uomo l'unico leader dell'arco costituzionale che è riuscito a sistemare nel suo partito due mogli, l'attuale e la prima. Quest'ultima, Isabella Ferrara, madre di Cristiano Di Pietro, figura nell'organico dell'Idv in Lombardia, regione in cui il molisano Di Pietro abita dal 1974, quando ci si trasferì con lei e il figlio dopo aver vinto un concorso. Isabella Ferrara, da cui Di Pietro divorziò dopo qualche anno per sposare Susanna Mazzoleni, non ha un posto qualsiasi nell'Idv lombardo. È la tesoriera regionale, in sostanza la figura che amministra e rendiconta i trasferimenti (i soldi) in arrivo dalla struttura centrale e che nel 2007 - si evince dal bilancio pubblicato dall'Idv - sono stati di circa 60mila euro. Occupa quel posto da tre anni, quando nel primo congresso regionale del partito dipietrista, a novembre 2005, si votò il coordinamento regionale dell'Idv anche in Lombardia.
Si dice non siano buoni i suoi rapporti con la Mazzoleni, avvocato figlia d'arte, conosciuta a Bergamo dall'allora giovane magistrato Di Pietro che la portò all'altare nel 1994, dopo 9 anni di convivenza. Attualmente la Mazzoleni, oltre allo studio legale e alla cattedra all'Università Bicocca di Milano (dove tra l'altro studia uno dei due figli avuti con Tonino), è una dei tre unici soci dell'Associazione Italia dei Valori, struttura parallela al partito e a cui vengono versati i milioni del rimborso elettorale. Di Pietro è il presidente dell'associazione, la Mazzoleni socia e tesoriera è invece Silvana Mura, amica di vecchia data di Di Pietro. La Dynasty di Montenero di Bisaccia però procede e si dirama nell'Idv. Anche per vie traverse. La prima moglie di Di Pietro ha per compagno Armando Guaiana. Mai sentito? Controllate i nomi del coordinamento regionale dell'Idv Lombardia e ce lo troverete.
La Mazzoleni risulta anche intestataria del dominio a cui è registrato www.italiadeivalori.it, il sito ufficiale del partito, pur non avendo lei - formalmente - nessuna carica nel partito, bensì una seggiola nell'Associazione Idv. Internet è peraltro un'attività su cui l'Idv investe molto. Nel bilancio si legge che «nel 2007 sono stati sostenuti investimenti per sviluppare la relazione e la comunicazione via Internet pari a 469.173,36 euro». Parte di questi nel sito del partito. Perché è intestato alla moglie? Mistero.
Nella famiglia (allargata) Di Pietro, è tutto un incrocio di sentimenti e di poltrone, di affetti e cariche. Che si moltiplicano a seconda di matrimoni e dei nuovi congiunti. La Mazzoleni, per esempio, ha una sorella. È successo che la Mazzoleni sorella in quel di Bergamo abbia conosciuto Gabriele Cimadoro e che si siano sposati. Ne risulta che Cimadoro è cognato di Antonio Di Pietro. Sarà allora un caso se Cimadoro è diventato in questa legislatura deputato e membro della commissione Industria di Montecitorio?
Cimadoro, a sua volta, si dà il caso abbia una sorella. E che sorella Cimadoro abbia incontrato sulla sua strada, sempre a Bergamo, Ivan Rota, apprezzato imprenditore e golfista. Ebbene Ivan Rota ha sposato la sorella di Cimadoro, da cui ne viene che Rota è cognato di Cimadoro, che è cognato di Di Pietro. Ora, Ivan Rota è deputato dell'Idv e anche responsabile organizzativo nazionale del partito, un posto di grande rilievo che soprintende a tutta l'attività dell'Idv sul territorio.
Cristiano Di Pietro, 35 anni, primogenito di Antonio, è consigliere provinciale a Campobasso, non più nell'Idv (dopo le dimissioni dal partito per l'affaire Mautone) ma nel gruppo misto, di cui al momento è unico rappresentante. Ma Di Pietro jr è anche consigliere comunale a Montenero di Bisaccia, il piccolo comune molisano che ha dato i natali a Tonino e dove Cristiano è tornato ad abitare dopo la parentesi di poliziotto a Bergamo. Del suo matrimonio nel 1998 con Lara, insegnante di educazione fisica di Montenero di Bisaccia (e che di cognome, destino, fa Di Pietro), le cronache di allora ricordano la presenza della mamma Isabella e della seconda moglie Susanna Mazzoleni. L'esclusiva delle foto fu venduta ad un noto settimanale, mentre fotografi e giornalisti furono respinti da Tonino in malo modo, «e lasciateci in pace!», riportano le agenzie di quel giorno.
In Molise Di Pietro è come De Mita ad Avellino, comanda lui, forte di percentuali che lo hanno portato al 31%. Strano che non ci siano parenti ai vertici dell'Idv molisano. Bè, a dire il vero per un certo periodo la regola valeva anche lì. La responsabile provinciale dell'Idv a Campobasso è stata fino a poco tempo fa Valentina Bozzelli, giovane avvocato. Chi è? È la figlia di una delle due sorelle di Antonio Di Pietro. Amore di zio.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=318429