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ISTITUTA A SESTU (CA) LA COMMISSIONE PER LE PARI OPPORTUNITA'

sestu

 

Nella seduta del consiglio comunale di ieri, 8 novembre 2012, è stato approvato il regolamento per il funzionamento della Commissione pari opportunità del Comune di Sestu, già presentato senza alcun esito esito positivo nella seduta dell'8 marzo. Di seguito si riporta il commento con il quale la capogruppo del PD Giovanna Podda ha sostenuto in consiglio l'approvazione del regolamento e quindi l'istituzione della Commissione Pari Opportunità. (S. M.)

"Questa Amministrazione istituisce la Commissione Pari Opportunità per l'attuazione del principio di parità sancito dalla Costituzione all'ART 3, che dice:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Lo scopo è la realizzazione di condizioni appunto di pari opportunità fra donne e uomini per ribadire la parità sociale, culturale e economica.
All' ART 2 del Regolamento in discussione, dove vengono esplicitati i compiti della Commissione, c'è quello di favorire e promuovere iniziative tendenti a conciliare i tempi di lavoro e di cura, per rendere compatibile l'esperienza di vita familiare con l'impegno pubblico-sociale e professionale della donna.
A questo proposito la Ministra Elsa Fornero, ministra del Lavoro e delle Pari Opportunità, lancia una sfida, chiedendo non compensazioni ma parità. La compensazione infatti spinge le situazioni a rimanere immobili mentre la parità significa modificare i ruoli di uomini e donne nella vita pubblica, ossia nel lavoro e nella vita privata e quindi anche nella famiglia, rendendoli intercambiabili.
Secondo l'ultima rilevazione Istat del biennio 2008-2009 il 76.2% del lavoro familiare era a carico delle donne. Questo è un tema antico con cambiamenti lentissimi perché le radici sono nella cultura non nelle possibilità economiche.
Eppure investire nelle donne converrebbe alla società. Ma per investire nelle donne e favorire una piena partecipazione al mercato del lavoro si dovrebbero cambiare molte cose nell'organizzazione dello stesso mercato del lavoro, nell'offerta dei servizi e nella divisione del lavoro fra uomo e donna in famiglia.
Gran parte del benessere familiare è infatti a carico del lavoro gratuito delle donne. Senza questo lavoro gratuito, oggi le famiglie sarebbero ancora più povere e molti bisogni di cura rimarrebbero insoddisfatti.
La mancata suddivisione del lavoro familiare da parte degli uomini, unita alla bassa offerta di servizi di cura accessibili e di buona qualità, vincola il tempo che le donne possono dedicare al lavoro remunerato.
Molte donne oggi abbandonano il lavoro per motivi familiari, perché non riescono a conciliare il ritmo del doppio lavoro, spesso accompagnato da sottili pressioni a casa "perchè trascurano la famiglia" e al lavoro "perché hanno la testa altrove".
Oggi in Italia meno di una donna su tre ha un lavoro remunerato. Ad occuparsi di questa che è una delle questioni più scottanti della politica Italiana sono due donne, la ministra del lavoro Elsa Fornero, e la segretaria generale del maggiore sindacato italiano Susanna Camusso. uomini, ma è chiaro che devono essere favorite l'eguaglianza e la parità senza distinzione di sesso, razza, religione, opinione politica, condizione personale e sociale.
Sarà compito della commissione promuovere e diffondere la cultura delle pari opportunità attraverso diverse azioni e iniziative. Il
Per la politica italiana è certamente una rottura radicale soprattutto sul piano simbolico perché rompe il monopolio maschile sui ruoli decisionali che contano.
Ritornando al regolamento per l'istituzione della commissione pari opportunità, ho considerato la pari opportunità fra donne e Partito Democratico non può che essere fortemente convinto che l'istituzione di questa commissione sia uno strumento e un'opportunità di crescita per la nostra comunità. "  .

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